Comprendere come funzionano le detrazioni tra conviventi nel 730 2025 è essenziale per ottimizzare il proprio risparmio fiscale. Nel panorama delle relazioni personali odierne, è necessario distinguere chiaramente tra conviventi di fatto e conviventi uniti civilmente, poiché questa distinzione determina significative differenze nel trattamento fiscale.
I conviventi uniti civilmente hanno formalizzato la propria unione presso il Comune attraverso un atto ufficiale, mentre i conviventi di fatto condividono un'abitazione e un legame affettivo senza aver regolarizzato la loro relazione. In base alla categoria di appartenenza, le agevolazioni fiscali e le possibilità di detrazione nella dichiarazione dei redditi cambiano notevolmente.
Le coppie unite civilmente godono ormai di un trattamento fiscale quasi del tutto equiparato a quello delle coppie sposate. La legislazione italiana riconosce ai conviventi uniti civilmente numerose agevolazioni e benefici fiscali, rendendo questa forma di unione particolarmente vantaggiosa dal punto di vista tributario.
Per quanto riguarda le detrazioni per familiari fiscalmente a carico, i conviventi uniti civilmente possono usufruire delle stesse opportunità previste per i coniugi. Questo significa che se uno dei partner non supera il limite di reddito di 2.840,51 euro annui (o 4.000 euro per i figli fino a 24 anni), l'altro partner può considerarlo fiscalmente a carico e beneficiare delle relative detrazioni nella propria dichiarazione dei redditi.
In caso di spese per interventi sulla casa, anche in questo ambito i conviventi uniti civilmente godono di benefici significativi. Se, ad esempio, un partner è proprietario dell'immobile mentre l'altro sostiene le spese per lavori di ristrutturazione o per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, quest'ultimo può portare in detrazione tali spese nel 730 2025, purché risulti convivente del proprietario dell'immobile al momento dell'inizio dei lavori.
Per accedere alle detrazioni fiscali come conviventi uniti civilmente, è necessario che l'unione sia stata regolarmente registrata presso l'anagrafe comunale. Il certificato di unione civile rappresenta il documento fondamentale che attesta questa condizione.
È importante sottolineare che la convivenza deve essere effettiva e risultare dalla documentazione anagrafica al momento in cui vengono sostenute le spese per cui si richiede la detrazione. In particolare, per le spese relative a interventi edilizi, la condizione di convivente deve sussistere al momento dell'invio della comunicazione di inizio lavori.
La situazione fiscale per i conviventi di fatto presenta alcune differenze rispetto alle coppie unite civilmente o sposate. Pur esistendo un vincolo affettivo ed una coabitazione, l'assenza di formalizzazione dell'unione comporta limitazioni in alcune agevolazioni fiscali.
La principale differenza riguarda le detrazioni per familiari a carico. Nel caso dei conviventi di fatto, la detrazione fiscale per il partner a carico non è prevista, a differenza di quanto avviene per i coniugi o i conviventi uniti civilmente. Questo significa che, anche se uno dei due conviventi ha un reddito inferiore alla soglia di 2.840,51 euro, l'altro non potrà considerarlo fiscalmente a carico ai fini delle detrazioni nel 730 2025.
Le detrazioni fiscali per i figli a carico funzionano invece in modo analogo sia per le coppie unite civilmente sia per i conviventi di fatto. I genitori non sposati possono beneficiare delle detrazioni per figli fiscalmente a carico, indipendentemente dal fatto che siano o meno uniti civilmente.
Il limite di reddito entro cui un figlio si considera fiscalmente a carico è lo stesso sia per i conviventi di fatto sia per le altre tipologie di famiglie: 2.840,51 euro per i figli di età superiore ai 24 anni e 4.000 euro per i figli fino a 24 anni di età.
Per i figli di età tra i 21 e i 30 anni, le detrazioni vengono riconosciute indipendentemente dal fatto che siano ancora studenti o che abbiano un'occupazione, purché rispettino i limiti di reddito previsti. Per i figli di età inferiore ai 21 anni, ricordiamo che le detrazioni sono state sostituite dall'Assegno Unico Universale erogato dall'INPS.
Nel caso di coppie conviventi con figli, le detrazioni nel 730 2025 possono essere ripartite in vari modi:
È importante notare che i genitori possono anche decidere di comune accordo di attribuire l'intera detrazione al genitore con reddito complessivo più elevato, per evitare che il genitore con reddito inferiore possa non beneficiare completamente della detrazione per incapienza fiscale.
Per quanto riguarda le detrazioni legate alla casa, come bonus ristrutturazione, bonus mobili, ecobonus e altri incentivi fiscali, la normativa è più favorevole sia per i conviventi uniti civilmente sia per i conviventi di fatto.
L'Agenzia delle Entrate ha infatti chiarito che hanno diritto alla detrazione nel 730 2025 per lavori di ristrutturazione, a condizione di sostenere le spese e di essere intestatari di bonifici e fatture, sia il partner dell'unione civile sia il convivente more uxorio non proprietario dell'immobile oggetto degli interventi.
Questo principio si applica a una vasta gamma di bonus edilizi, tra cui:
In tutti questi casi, la detrazione spetta al convivente non proprietario che ha sostenuto le spese, a condizione che la convivenza sia attestata al momento dell'inizio dei lavori e che le spese straordinarie condominiali e ristrutturazioni siano detraibili nel 730 attraverso documentazione come bonifici e fatture intestate al convivente stesso.
Il bonus mobili 2025 merita un'attenzione particolare in quanto rappresenta un'opportunità interessante per i conviventi. Questa agevolazione permette di detrarre il 50% delle spese sostenute per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (di classe non inferiore alla A+ per gli elettrodomestici, classe A per i forni) destinati all'arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione.
Per usufruire del bonus, è necessario che i lavori di ristrutturazione siano iniziati prima dell'acquisto dei mobili. La detrazione viene ripartita in dieci quote annuali di pari importo e si applica su una spesa massima di 5.000 euro per il 2025, comprensiva di eventuali costi di trasporto e montaggio.
Il convivente non proprietario dell'immobile può beneficiare di questa detrazione se ha sostenuto le spese per l'acquisto dei mobili e degli elettrodomestici e se risulta convivente con il proprietario al momento dell'inizio dei lavori di ristrutturazione.