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Come gestire al meglio le minusvalenze su azioni, fondi investimento, Etf e obbligazioni

Quando si perde con un investimento tramite azioni, Etf, fondi di investimento o obbligazione ci sono diversi modi per gestire la minusvalenze

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Come gestire al meglio le minusvalenze s

La gestione delle minusvalenze derivanti da azioni, fondi d’investimento, ETF e obbligazioni rappresenta un aspetto cruciale nella pianificazione fiscale e nell’ottimizzazione del portafoglio. In un sistema normativo in cui è possibile sfruttare le perdite per abbattere la tassazione sui guadagni ottenuti da strumenti finanziari, è fondamentale comprendere le regole, i meccanismi di compensazione e le strategie operative più efficaci.

Definizione di minusvalenze e loro rilevanza fiscale

Le minusvalenze finanziarie corrispondono alle perdite di capitale maturate in seguito alla vendita di strumenti quali azioni, fondi comuni, ETF, obbligazioni o altri asset finanziari a un valore inferiore rispetto al prezzo di acquisto. Contrariamente alle plusvalenze, che rappresentano profitti soggetti a imposizione fiscale, le minusvalenze non generano obblighi tributari, ma possono diventare crediti fiscali utilizzabili per diminuire l’imponibile di future plusvalenze. Questo beneficio è garantito dalle normative italiane sulla fiscalità dei redditi di natura finanziaria, in particolare dagli articoli 67 e 68 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

Differenze tra redditi di capitale e redditi diversi: impatti sulla compensazione

I profitti e le perdite derivanti da prodotti finanziari si distinguono fiscalmente tra redditi di capitale e redditi diversi. Solo le minusvalenze classificate come redditi diversi possono essere compensate con plusvalenze della stessa natura. Per esempio, mentre la vendita di azioni e obbligazioni generano redditi diversi, le cedole delle obbligazioni, i dividendi azionari e i proventi da fondi o ETF rientrano tra i redditi di capitale e non sono compensabili con minusvalenze. Questa distinzione è fondamentale nella pianificazione fiscale, poiché incide sulla strategia di vendita e scelta degli strumenti per l’ottimizzazione delle imposte.

Come funziona la compensazione delle minusvalenze

Le minusvalenze su azioni, strumenti obbligazionari, ETF, ETC e certificates, se realizzate in seguito ad alienazione, possono essere compensate con le plusvalenze ottenute su strumenti appartenenti alla stessa categoria (“redditi diversi”). Il meccanismo di compensazione prevede che le minusvalenze possano essere utilizzate:

  • Nel medesimo anno d’imposta in cui sono state realizzate;
  • Nei quattro anni successivi, se non interamente utilizzate contestualmente.

È dunque essenziale monitorare lo zainetto fiscale tramite la posizione fiscale messa a disposizione dagli intermediari, che riepiloga crediti e scadenze delle perdite riportabili. La scadenza delle minusvalenze si riferisce all’ultimo giorno del quarto anno successivo a quello di formazione; oltre tale termine, il credito fiscale decade.

Gestione pratica: Regimi amministrato e dichiarativo

La gestione delle minusvalenze varia a seconda del regime fiscale adottato:

  • Regime amministrato: L’intermediario (banca, SIM) agisce da sostituto d’imposta, compensando automaticamente guadagni e perdite sulle operazioni effettuate esclusivamente presso la propria piattaforma.
  • Regime dichiarativo: L’investitore gestisce le posizioni autonomamente, riportando minusvalenze e plusvalenze nella dichiarazione dei redditi (quadro RT del Modello Redditi). È possibile portare in dichiarazione le perdite anche negli anni successivi, fino a quattro, purché siano correttamente certificate.

Nel caso di passaggio tra intermediari o cambiamento da amministrato a dichiarativo, è necessario richiedere la certificazione delle minusvalenze (ai sensi dell’art. 6 comma 5, D.Lgs. 461/97) per mantenere il diritto alla compensazione.

Minusvalenze su ETF e fondi: criticità e particolarità normative

Con ETF armonizzati e fondi comuni d’investimento si genera una distinzione importante: le minusvalenze prodotte sono Redditi Diversi e dunque compensabili, ma i guadagni realizzati tramite questi strumenti generano Redditi di Capitale, non sempre compensabili con le perdite. La normativa, infatti, limita la compensazione ai soli casi di “redditi diversi”, escludendo le plusvalenze ottenute dalla maggior parte degli ETF e fondi armonizzati quotati su mercati UE, creando disparità tra strumenti simili sotto il profilo finanziario ma differenti nelle implicazioni fiscali.

Tabella riassuntiva: strumenti finanziari e compensazione minusvalenze

Strumento Minusvalenze compensabili?
Azioni, Obbligazioni (comprate/vendute) Sì (redditi diversi)
Fondi, ETF armonizzati Minusvalenza sì, ma non sempre compensabile con plusvalenze da fondi/ETF
Certificates e Derivati
Dividendi, Cedole, Proventi fondo No (redditi di capitale)

Strategie operative per ottimizzare la compensazione fiscale

Per massimizzare il recupero delle minusvalenze e ridurre l’imposizione fiscale:

  • Monitorare annualmente il proprio zainetto fiscale e verificare la scadenza delle minusvalenze accumulate;
  • Pianificare la realizzazione di plusvalenze entro i termini utili;
  • Valutare la vendita parziale di titoli in guadagno (realizzazione capital gain) quando si hanno minusvalenze in scadenza;
  • Evitare il cosiddetto “tax loss selling” negli ultimi giorni dell’anno, considerando i tempi di regolamento delle operazioni;
  • Considerare l’acquisto di Certificates Maxi-Cedola o strumenti che generano redditi diversi, come soluzione “tecnica” in casi estremi, ma solo dopo aver valutato costi, rischi di mercato ed effettiva opportunità di recupero fiscale;
  • Richiedere la certificazione delle minusvalenze prima di trasferire dossier tra intermediari o cambi di regime fiscale.

Domande frequenti (FAQ) e casi pratici di compensazione di minusvalenze

  • Posso compensare minusvalenze con i dividendi ricevuti? No, i dividendi costituiscono redditi di capitale e non sono compatibili con la compensazione di minusvalenze.
  • Cosa accade se non si compensano le minusvalenze entro i 4 anni? Il credito fiscale decade e non è più utilizzabile per ridurre future imposte sulle plusvalenze.
  • Come visualizzo le mie minusvalenze accumulate? Lo zainetto fiscale viene reso disponibile dall’intermediario e riporta scadenza, origine e ammontare di ogni credito riportato.
  • In un portafoglio multi-banca, le minusvalenze si compensano tra intermediari diversi? No, ogni intermediario gestisce separatamente posizioni e crediti.
  • La vendita di ETF non armonizzati segue le stesse regole? No, gli ETF non armonizzati subiscono un regime fiscale meno favorevole e obblighi dichiarativi aggiuntivi, spesso sconsigliati per la complessità e i maggiori oneri.

Altre domande, più generali, ma, comuque, interessanti riguardanti le minusvalenze:

  • Dove vanno dichiarate le minusvalenze in regime dichiarativo? Nel Quadro RT del Modello Redditi, per usufruire della compensazione negli anni successivi.
  • È obbligatorio dichiarare un conto estero anche in perdita? Sì, vanno compilati Quadro RW e quadro RT anche per monitoraggio delle minusvalenze.
  • Quali strumenti consentono sempre la compensazione delle minusvalenze? Azioni, obbligazioni (salvo ZCB per la componente interessi), certificates, ETC, ETN e derivati.
  • Lo zainetto fiscale è valido trasferendosi tra gestioni? Sì, ma solo a seguito di rilascio della certificazione e nel rispetto della normativa vigente.
  • Compensazione tra minusvalenze da strumenti finanziari e criptovalute? Non è permessa, poiché la normativa separa le due categorie.

 

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