La sicurezza stradale in Italia si basa su sistemi avanzati per il controllo della velocità, tra cui Tutor e Autovelox. Questi strumenti, installati sulle autostrade e sulle principali arterie, hanno il compito di monitorare il rispetto dei limiti e prevenire comportamenti pericolosi. Tutor e Autovelox sono segnalati da appositi cartelli e sono operativi anche in condizioni di scarsa visibilità o durante la notte.
Le multe possono essere elevate in caso di superamento dei limiti fissati dal Codice della Strada; la loro efficacia viene garantita tramite procedure rigorose di omologazione e taratura, che assicurano l'affidabilità delle misurazioni. Nei prossimi paragrafi saranno illustrate le differenze tra i sistemi di controllo, le modalità di notifica delle sanzioni e le procedure per fare ricorso qualora vi siano irregolarità.
I Tutor e gli Autovelox hanno finalità simili ma operano secondo logiche differenti:
Tutor (SICVe): sistema elettronico che calcola la velocità media di un veicolo tra due portali su una tratta autostradale, indipendentemente dalla traiettoria o dalla corsia di percorrenza.
Autovelox: dispositivo che rileva la velocità istantanea di ogni mezzo in un punto preciso della carreggiata, sia tramite dispositivi fissi sia mobili.
Il sistema Tutor identifica, fotografa e registra data e ora di ingresso e uscita dei veicoli tra due punti; la velocità media viene così calcolata attraverso la distanza e il tempo trascorsi. Se il valore ottenuto supera il limite imposto, il veicolo viene segnalato automaticamente all'ente accertatore, che procederà a redigere il verbale con tutti i dati rilevati.
L'Autovelox scatta una foto al passaggio del veicolo e registra la velocità istantanea. In caso di superamento del limite, vengono acquisiti i dati identificativi del mezzo insieme a data, ora e luogo della rilevazione. Entrambe le tipologie devono rispettare margini di tolleranza fissati dal Codice della Strada: fino a 100 km/h si applica una tolleranza di 5 km/h, oltre i 100 km/h una del 5%. In pratica;
Il Tutor riduce l'efficacia di rallentamenti improvvisi prima del controllo, rilevando la velocità media e non solo quella istantanea.
I sistemi sono obbligatoriamente segnalati da cartelli ben visibili.
Nessuna normativa impone di specificare se i dispositivi sono attivi, ma la segnalazione della presenza è sempre richiesta.
Il Tutor 3.0 rappresenta l'evoluzione più recente: include tecnologie migliorate sia per scansione delle targhe che per trasmissione dei dati.
Il superamento del limite può portare a sanzioni economiche da 42 a oltre 3.000 euro e, nei casi più gravi, a sospensione della patente. Le norme sono contenute nell'articolo 142 del Codice della Strada, che regola i margini di errore, tarature e regolarità della segnalazione.
Il punto chiave per sapere se una multa è stata elevata è la fase di notifica. Dal momento in cui il Tutor o l'Autovelox rilevano un'infrazione:
L'ente accertatore compila il verbale utilizzando i dati del veicolo acquisiti elettronicamente.
La notifica della sanzione deve avvenire entro 90 giorni dalla presunta infrazione (art. 201 Codice della Strada) per garantire la legittimità della procedura.
Il verbale viene recapitato al proprietario tramite posta raccomandata. È la data di spedizione agli uffici postali il riferimento principale per la scadenza, non quella di ricezione.
La presenza di Tutor e Autovelox è sempre segnalata da cartelli specifici almeno alcune centinaia di metri prima del punto di rilevamento. Nel caso del Tutor, la segnalazione è su sfondo verde e non dipende dall'accensione di eventuali pannelli luminosi.
I sistemi sono operativi anche di notte, con pioggia o nebbia. In condizioni di visibilità ridotta, il limite di velocità può essere abbassato e di conseguenza anche la soglia di rilevazione del Tutor viene adeguata.
Se la notifica eccede i 90 giorni prescritti, il destinatario può contestare la multa per decadenza dei termini. I ritardi postali non influiscono, purché la spedizione agli uffici avvenga entro la scadenza.
La legittimità della sanzione dipende da una doppia verifica tecnica e amministrativa:
L'approvazione attesta la conformità del prototipo alle norme ministeriali, ma solo l'omologazione permette uso effettivo per rilevare infrazioni (art. 142, comma 6, CdS).
La taratura annuale è obbligatoria per assicurare che il dispositivo continui a fornire misurazioni precise. L'obbligo deriva da una sentenza della Corte Costituzionale.
Per verificare la regolarità della sanzione occorre:
Controllare sul verbale la presenza degli estremi di omologazione (decreto ministeriale, data, marca e modello dell'apparecchio).
Accertarsi della taratura periodica eseguita da un centro accreditato; la cadenza tipica è annuale.
Richiedere copia di tali certificati o accedere agli atti presso il Comune o l'ente emittente se le informazioni non sono presenti in verbale.
L'assenza di omologazione o di taratura aggiornata costituisce motivo valido per l'annullamento della multa da parte del Prefetto o del Giudice di Pace. Tuttavia, secondo le ultime interpretazioni della Cassazione, se nel verbale è dichiarato espressamente che lo strumento è debitamente omologato, contestare con successo può richiedere una querela di falso.
L'analisi dettagliata del verbale è essenziale per individuare possibili vizi di forma che possono portare all'annullamento della sanzione. Gli elementi principali da verificare sono:
Dati anagrafici del proprietario del veicolo e numero di targa.
Data, ora e luogo della rilevazione.
Velocità rilevata e limite previsto nel tratto considerato.
Riferimenti al modello e alla taratura dell'apparecchio.
Decreto ministeriale di omologazione e data dell'ultima calibrazione.
I possibili errori che rendono la multa contestabile sono:
Mancanza di uno o più dati identificativi principali.
Errori nelle generalità, incongruenze tra data e ora o omissioni relative alla targa.
Assenza di riferimenti specifici all'omologazione e alla taratura.
Dichiarazioni generiche riguardo all'approvazione ministeriale senza allegati precisi.
Se uno di questi elementi manca o è errato, si aprono forti possibilità di annullamento della sanzione in sede di ricorso.
La presentazione di un ricorso per una sanzione elevata tramite Tutor o Autovelox richiede la valutazione di aspetti formali e tecnici. I motivi validi per impugnare la multa sono:
Notifica oltre i 90 giorni dalla data dell'infrazione.
Assenza o irregolarità di cartelli di segnalazione dell'impianto di controllo.
Mancanza di omologazione del dispositivo oppure taratura scaduta o mai effettuata.
Errori formali o materiali nel verbale (anagrafica, targa, luogo, orari).
Dati discordanti tra la rilevazione della velocità e le prove a disposizione dell'automobilista (ticket autostradali, GPS, testimoni).
L'iter del ricorso cambia a seconda della strada scelta:
Ricorso al Prefetto: entro 60 giorni dalla notifica, inviando domanda all'organo che ha emesso il verbale. Procedura gratuita ma con rischio di raddoppio dell'importo in caso di rigetto.
Ricorso al Giudice di Pace: entro 30 giorni dalla notifica, tramite presentazione presso l'ufficio competente. Occorrono il contributo unificato e un iter più articolato da seguire, ma la giurisdizione è imparziale.
Prima di procedere, è opportuno valutare la solidità della contestazione: nel caso di errori evidenti la possibilità di successo è elevata. Diventa invece più rischioso proporre ricorso senza specifiche anomalie, a causa delle spese e delle eventuali maggiorazioni delle multe. Soprattutto per la mancata omologazione o taratura, le recenti decisioni della Cassazione impongono di valutare con attenzione se sono presenti atti pubblici che certificano la regolarità dichiarata e, in caso di dichiarazioni contrastanti, può essere necessaria una procedura più complessa (es. querela di falso).