Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso pubblico l'elenco completo degli strumenti di rilevazione presenti sul territorio nazionale, accessibile a tutti. L'iniziativa risponde a una richiesta crescente di trasparenza sui sistemi di accertamento delle violazioni al Codice della Strada. Da oggi, solo quelli effettivamente registrati e visibili nel nuovo portale sono utilizzabili per accertare infrazioni, mentre gli altri dispositivi dovranno essere disattivati, a beneficio della tutela dei diritti degli automobilisti.
Censimento nazionale degli autovelox: obblighi e finalità
Il processo di censimento, avviato con il decreto del Ministero pubblicato nel settembre scorso, impone a Comuni, Province e Forze di Polizia l'obbligo di comunicare al MIT l'esistenza, la posizione esatta e le caratteristiche tecniche di ciascun autovelox, sia fisso che mobile. Questa iniziativa mira a:
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Uniformare le regole applicative sul territorio nazionale, superando ambiguità e discrezionalità locale
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Garantire trasparenza e accessibilità ai dati da parte dei cittadini
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Ridurre i margini di contenzioso, favorendo controlli più equi
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Eliminare gli strumenti collocati in violazione delle norme tecniche e amministrative
Nella fase applicativa, gli enti preposti hanno avuto sessanta giorni di tempo, a partire dalla pubblicazione del decreto, per adempiere agli operatori della piattaforma telematica predisposta dal Ministero.
La mancata comunicazione dei dati, o l'invio di informazioni incomplete, comporta la decadenza dell'autorizzazione all'uso dei dispositivi per finalità sanzionatorie, contribuendo a una gestione omogenea e maggiormente controllata del traffico su scala nazionale. La regolamentazione prevede inoltre che i nuovi autovelox possano essere attivati solo dopo regolare iscrizione nell'elenco ufficiale.
Quali dati sono obbligatori per la registrazione degli autovelox
La normativa richiede una serie di dati identificativi che ogni amministrazione deve comunicare per il censimento:
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Marca e modello del dispositivo
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Numero di matricola e versione software/firmware
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Ubicazione precisa, con coordinate o riferimento chilometrico
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Tipologia (fisso, mobile, temporaneo, permanente)
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Dati relativi all'eventuale box di protezione
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Estremi del titolo autorizzativo (approvazione o omologazione ministeriale)
L'obiettivo è assicurare che ogni autovelox sia pienamente identificato e rintracciabile nell'archivio nazionale. Ogni variazione, aggiornamento o modifica tecnica successiva deve essere oggetto di tempestiva comunicazione. In caso di omissioni, il dispositivo non risulta conforme alle finalità di legge e non potrà essere utilizzato ai fini sanzionatori. Questo processo di data entry sistematica rappresenta una delle più significative innovazioni verso la tracciabilità digitale e la responsabilizzazione degli enti preposti all'accertamento.
Le conseguenze per gli autovelox non registrati: multe nulle e spegnimento dei dispositivi
A partire da oggi, ogni autovelox privo di regolare comunicazione al Ministero deve essere disattivato. Questo significa che le sanzioni comminate da strumenti non registrati sono da ritenersi nulle, aprendo la strada a possibili ricorsi e annullamenti delle multe emesse. Il quadro sanzionatorio prevede infatti che solo gli apparecchi inclusi nell'elenco ufficiale abbiano titolo per rilevare infrazioni valide. Questa evoluzione normativa comporta alcune conseguenze:
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Sospensione immediata delle funzioni di controllo per i dispositivi non segnalati nelle tempistiche previste
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Forte garanzia per gli automobilisti, che possono avvalersi del registro pubblico per verificare la legittimità del verbale ricevuto
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Tutela aggiuntiva contro le sanzioni irregolari, riducendo abusi o errori nella gestione dei controlli
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Necessità per le amministrazioni di aggiornare costantemente i dati inseriti nella piattaforma
Si tratta di una novità che rappresenta un passo avanti verso
un modello di sicurezza stradale trasparente e integrato, incentivando la corretta gestione e il rispetto delle procedure previste dal Codice della Strada. In caso di omissione degli obblighi di registrazione, il Ministero ha chiarito che la nullità delle multe è una conseguenza automatica, assicurando tutela e affidabilità nel sistema sanzionatorio.
Differenze tra approvazione e omologazione e dubbi giuridici sull'utilizzo degli autovelox
Nel panorama normativo, le nozioni di approvazione e omologazione degli strumenti tecnologici rimangono questioni centrali e oggetto di dibattito. La prassi italiana distingue le due procedure:
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Approvazione: procedura che attesta la rispondenza dell'apparecchio agli standard fissati dalle norme, basata su verifiche e controlli tecnici effettuati dal Ministero
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Omologazione: processo anch'esso previsto dalla legge, che si concentra sugli stessi aspetti di sicurezza e affidabilità, ma con iter leggermente differenti
Recenti controversie giuridiche hanno sollevato dubbi sulla piena equiparazione dei due termini, specie in assenza di un decreto tecnico attuativo più recente. In particolare, alcune pronunce giudiziarie sostengono la necessità di omologazione quale garanzia di precisione, mentre altre fonti normative - nonché pareri del Ministero delle Infrastrutture - ribadiscono l'equivalenza sostanziale tra i due percorsi autorizzativi. Dal punto di vista pratico, ciò significa che
un autovelox dotato almeno di uno di questi requisiti è legittimamente attivo, se risulta iscritto nell'elenco nazionale.
Tuttavia, permane un margine di incertezza, sfruttato in sede giudiziale per contestare verbali emessi da dispositivi privi di omologazione formale. Sul punto, il Ministero precisa la regolarità delle prassi fin qui adottate, sottolineando la rigida verifica di affidabilità per entrambe le procedure. La giurisprudenza non ha ancora consolidato un indirizzo unico, lasciando aperta la possibilità di ricorsi fondati su vizi formali del dispositivo.
Come consultare l'elenco ufficiale e difendersi dalle multe illegittime
L'accesso all'archivio nazionale dei dispositivi è libero tramite il sito ufficiale del Ministero, che aggiorna costantemente la banca dati in base alle comunicazioni ricevute dagli enti locali e dalle forze di polizia. Per verificare la legittimità di una sanzione, il cittadino può:
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Controllare la presenza dell'autovelox nell'elenco pubblico, partendo dai dati riportati nel verbale
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Esaminare la conformità della segnaletica e dei limiti di velocità applicati nel punto dell'infrazione
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Ricorrere, in caso di irregolarità, all'autorità giudiziaria competente (Giudice di Pace o Prefetto), allegando la prova della mancata iscrizione del dispositivo
Gli avvocati specializzati consigliano
in vista del ricorso di conservare tutta la documentazione relativa all'accertamento e di documentare eventuali discordanze tra quanto rilevato e quanto riportato nell'archivio.
La verifica online dell'idoneità dell'apparecchio diventa un passo essenziale per contestare multe potenzialmente non valide, rafforzando gli strumenti di autotutela già riconosciuti in ambito amministrativo.