Quando si intraprende un’attività di tipo dipendente, si firma generalmente un contratto di lavoro, che può essere a tempo determinato o indeterminato, e riporta tutti i diritti, i doveri e le regole su cui si basa il rapporto giuridico tra il datore di lavoro e il lavoratore.
I contratti nazionali di lavoro Ccnl rappresentano un obbligo di legge e disciplinano ogni aspetto del rapporto di lavoro che si instaura. Vengono definiti, ogni tot periodo di tempo, dalle sigle sindacali più rappresentative e le associazioni datoriali e le specifiche imprese dei diversi settori.
Poi ci sono i cosiddetti contratti pirata. Vediamo cosa sono e cosa possono fare i lavoratori per non stipularli.
I contratti di lavoro pirata sono tipologie contrattuali non firmate alle sigle sindacali più rappresentative ma da sigle sconosciute e non rappresentative con altrettanti non rappresentativi sindacati dei datori di lavoro e riportano condizioni decisamente peggiorative, sia in termini normativi che economici, rispetto ai ‘tradizionali’ Ccnl.
Possono, per esempio, prevede retribuzioni più basse, o un minor numero di giorni di ferie concessi, o un diverso trattamento per l’accantonamento del Tfr, ecc.
Ma un contratto di lavoro per essere valido, legale ed equo deve sempre essere firmato da organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori rappresentative a livello nazionale.
Per sapere se il proprio contratto di lavoro è pirata si possono solo confrontare le condizioni contrattuali offerte con quelle dei Ccnl del relativo settore e, se si notano differente nelle norme, nell’applicazione di diversi diritti da riconoscere al lavoratore, nei trattamenti retributivi, allora si tratta certamente di un contratto pirata.
Se ci si chiedesse cosa si può fare se si scopre di avere un contratto pirata, in realtà è bene sapere che non c’è nulla di particolare che si possa fare.
Si può solo non accettare il contratto, se ci si accorge al momento della firma che si tratta di un pirata, o darne le dimissioni in seguito.
Un lavoratore potrebbe anche rivolgersi ad un sindacato o e alla Direzione territoriale del Lavoro, come anche ad un avvocato del lavoro, ma solo per segnalare l’anomalia e la presenza di contratti che penalizzano molti lavoratori nei confronti delle altre aziende.
Non ci sono provvedimenti che si possono attuare per contrastare tale tipologia contrattuale.
Servirebbe, infatti, un intervento normativo, che ora manca assolutamente, ma anche la definizione di una legge sulla rappresentanza per impedire che si possano applicare i contratti pirata e garantire a tutti i lavoratori equità di trattamento.