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Con uno scatto di anzianità, di quanto aumenta in medio lo stipendio? Calcoli ed esempi

Lo scatto di anzianità premia l’esperienza con un aumento in busta paga. Quanto può incidere sullo stipendio con esempi pratici e calcoli medi aggiornati

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Con uno scatto di anzianità, di quanto a

Gli scatti di anzianità rappresentano uno degli elementi più significativi di progressione economica automatica nelle carriere dei lavoratori italiani. Questi incrementi periodici della retribuzione, riconosciuti al raggiungimento di determinati periodi di servizio, contribuiscono in modo importante all'evoluzione dello stipendio nel corso del tempo.

Cosa sono gli scatti di anzianità e a chi spettano?

Gli scatti di anzianità sono incrementi retributivi garantiti ai lavoratori in base al tempo di servizio svolto presso la stessa azienda. La loro principale funzione è riconoscere e premiare la continuità lavorativa e l’esperienza accumulata. Questo tipo di aumento salariale è regolato dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), che ne definiscono importi, periodicità e condizioni specifiche.

I lavoratori che hanno diritto a beneficiare degli scatti di anzianità includono coloro con un contratto a tempo determinato o indeterminato, a prescindere dalla modalità di prestazione lavorativa, ovvero full-time o part-time. Tali aumenti si applicano indipendentemente da ferie, malattie o congedi, garantendo continuità nella loro maturazione.

Al contrario, non hanno diritto agli scatti alcune categorie lavorative come autonomi, collaboratori coordinati e continuativi (Co.co.co.), tirocinanti e stagisti. Inoltre, la maturazione degli scatti si interrompe in caso di cambio azienda, poiché essi si basano esclusivamente sulla durata del servizio presso lo stesso datore di lavoro. Quando un dipendente cambia ruolo con una promozione, lo scatto può essere assorbito dall’aumento derivante dalla nuova posizione, nel rispetto delle regole stabilite dal CCNL applicato.

Come funzionano gli scatti di anzianità nei CCNL?

Negli scatti di anzianità disciplinati dai CCNL, ogni settore segue regole specifiche relative alla maturazione e agli importi degli aumenti salariali. Generalmente, questi vengono determinati in base alla paga minima contrattuale e prevedono cadenze temporali che variano tra biennio, triennio o altre periodicità, a seconda di quanto stabilito dal contratto collettivo di riferimento.

Per esempio, nel CCNL Metalmeccanici, gli scatti maturano ogni due anni, fino a un massimo di cinque scatti, mentre nel settore commercio, i lavoratori hanno diritto a dieci scatti ogni tre anni. Allo stesso modo, i docenti nel settore scolastico vedono incrementi salariali con scadenze legate al numero di anni di servizio accumulati.

Come si calcola l'importo dello scatto di anzianità?

Il calcolo dell'importo dello scatto di anzianità dipende dalla paga minima contrattuale stabilita dal CCNL applicabile. L'importo è solitamente espresso come una percentuale fissa della retribuzione base: per esempio, il 4% è un valore frequentemente adottato in diversi settori. Per calcolare l'importo, si parte dal compenso minimo previsto dalla propria categoria lavorativa, lo si divide per 100 e successivamente si moltiplica per 4.

Ad esempio, se la paga minima per un lavoratore è di 1.000 euro al mese, lo scatto di anzianità sarà:

  • 1.000 ÷ 100 = 10;
  • 10 × 4 = 40 euro.

È importante considerare alcuni aspetti che possono influenzare il calcolo:

  • Numero massimo di scatti: la maggior parte dei CCNL prevede un tetto (tipicamente 5-10 scatti)
  • Conglobamento: alcuni contratti hanno inglobato il valore degli scatti nella paga base
  • Assorbibilità: in alcuni casi gli aumenti contrattuali possono assorbire gli scatti
  • Cambio azienda: in molti settori privati, gli scatti non si trasferiscono con il cambio di datore di lavoro

La maturazione degli scatti avviene a partire dalla data di assunzione e diventa operativa dal mese successivo al raggiungimento del periodo previsto dal CCNL, solitamente biennale o triennale.

Gli scatti di anzianità rappresentano un meccanismo di progressione economica automatica che, pur con incrementi apparentemente modesti per singolo scatto (mediamente tra l'1,2% e il 2,5% dello stipendio base), possono determinare nel lungo periodo un aumento significativo della retribuzione, arrivando a incidere fino al 15-20% dopo una carriera completa.

L'impatto varia notevolmente in base al settore di appartenenza e al livello di inquadramento, risultando generalmente più vantaggioso nei contratti del pubblico impiego e per i livelli più elevati nel settore privato.

Di quanto aumenta lo stipendio con uno scatto di anzianità? Esempi pratici

L’aumento che si ottiene con uno scatto di anzianità dipende principalmente da due fattori: la percentuale di incremento stabilita dal contratto e la posizione del lavoratore all’interno dell’organizzazione.

Esempio 1: Settore metalmeccanico

Nel settore metalmeccanico, ad esempio, il CCNL prevede un aumento del 2-3% ogni 2 o 3 anni. Vediamo un esempio concreto:

  • Stipendio iniziale: 1.800 € (livello base)
  • Incremento per scatto di anzianità (2%): 1.800 € * 0,02 = 36 €
  • Nuovo stipendio: 1.800 € + 36 € = 1.836 € al mese

In questo caso, il lavoratore vede un aumento di 36 € al mese per ogni scatto di anzianità, che corrisponde a un incremento del 2%. Se lo scatto avviene ogni 3 anni, l’aumento annuale sarà di circa 12 € al mese.

Esempio 2: Settore commercio

Nel settore commercio, l’aumento per scatto di anzianità può essere leggermente più alto, a seconda del CCNL applicato. In questo caso, supponiamo che il CCNL preveda un incremento del 4% ogni 3 anni:

  • Stipendio iniziale: 1.500 €
  • Incremento per scatto di anzianità (4%): 1.500 € * 0,04 = 60 €
  • Nuovo stipendio: 1.500 € + 60 € = 1.560 € al mese

In questo caso, l’aumento è di 60 € al mese per ogni scatto di anzianità. L’incremento annuale sarà di circa 20 € al mese.

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