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Contratto a chiamata 2024, stipendio, ferie, malattia, permessi, naspi, licenziamento

Quali sono le regole che disciplinano i rapporti di lavoro con contratto a chiamata: i chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
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Cos il contratto a chiamata?

Il contratto a chiamata è una tipologia di contratto di lavoro subordinato i cui tempi e le cui modalità di svolgimento del lavoro vengono stabiliti dal datore di lavoro e dalle aziende e può essere sia a tempo determinato che indeterminato, con stipendi proporzionati alle prestazioni lavorative effettuate.

Cosa prevede il contratto a chiamata nel 2024 per lo stipendio, le ferie, la malattia, i permessi, la Naspi e il licenziamento? Il contratto di lavoro a chiamata disciplina il lavoro cosiddetto intermittente per i lavoratori che vengono chiamati a lavorare ogni qualvolta il datore di lavoro ne abbia bisogno in particolari periodi.

Al pari delle altre tipologie contrattuali, anche per il contratto a chiamata è prevista la forma scritta dove deve essere riportata la durata, cioè se a tempo determinato o indeterminato, la causale del ricorso al lavoro intermittente, dove e come si sviluppa il rapporto di lavoro, lo stipendio previsto e modalità di chiamata del lavoratore. 

  • Qual è lo stipendio previsto per le assunzioni con contratto a chiamata nel 2024
  • Quali sono le ferie riconosciute con il contratto a chiamata 2024
  • Qual è la durata prevista per un contratto a chiamata nel 2024
  • Quali sono le regole per la malattia dei lavoratori con il contratto a chiamata 2024 
  • Cosa prevede il contratto a chiamata 2024 per i permessi 
  • Naspi e contratto a chiamata 2024: le regole in vigore
  • Come funziona il licenziamento nel contratto a chiamata 

Qual è lo stipendio previsto per le assunzioni con contratto a chiamata nel 2024

Lo stipendio previsto dal contratto a chiamata da pagare ai lavorati si basa sul principio di proporzionalità. 

Il dipendente deve, infatti, ricevere lo stesso stipendio previsto dal contratto nazionale Ccnl di riferimento e percepito da un lavoratore assunto con contratto di lavoro subordinato di pari livello e che svolga le stesse mansioni, in base alla prestazione effettivamente eseguita e alla durata del lavoro. 

Il contratto a chiamata prevede anche il versamento dei contributi previdenziali che si versano in modo proporzionale alle reali ore in cui si è effettivamente lavorato.

Quali sono le ferie riconosciute con il contratto a chiamata 2024

Essendo a tutti gli effetti lavoratori subordinati, i dipendenti con contratto a chiamata hanno diritto alle ferie, che si calcolano sulla base dei giorni di effettivo lavoro prestato. 

Il lavoratore a chiamata può in qualsiasi momento verificare quante ore ha lavorato e di conseguenza sapere quanti giorni di ferie ha maturato.

Per esempio, se un contratto di lavoro a tempo pieno prevede 26 giorni di ferie ogni anno, pari a 2.16 giorni di ferie maturati ogni mese, nel contratto a chiamata vale la stessa regola, ma i giorni di ferie maturati variano a seconda delle ore effettivamente lavorate. 

Le ferie nel contratto a chiamata 2024 possono essere monetizzate, perché non sempre i lavoratori hanno necessità di godere delle ferie, considerando che lavorano per periodi limitati di tempo.

Qual è la durata prevista per un contratto a chiamata nel 2024

Per quanto riguarda la durata del contratto a chiamata, il rapporto di lavoro può essere a tempo determinato, quando il contratto ha una precisa scadenza, o a tempo indeterminato, quando cioè il contratto non ha scadenza.

Tuttavia, la durata massima prevista per un contratto a chiamata non può superiore alle 400 giornate nell’arco di tre anni solari.

Quali sono le regole per la malattia dei lavoratori con il contratto a chiamata 2024 

Per i periodi di malattia, i lavoratori con i contratti a chiamata hanno diritto a percepire l’indennità per malattia e le regole da rispettare per i dipendenti sono le stesse previste per tutti coloro che sono assunti con le altre tipologie contrattuali.

Nel caso di sopraggiunta malattia, infatti, il lavoratore deve obbligatoriamente comunicare subito al datore di lavoro l’assenza dal lavoro e inviare il relativo certificato medico rilasciato dal proprio medico di base. 

Se non si informa subito il datore di lavoro della malattia, si perde il diritto all’indennità di disponibilità per un periodo di 15 giorni, a meno che il contratto non preveda altro.

Cosa prevede il contratto a chiamata 2024 per i permessi 

Passando ai permessi, per i lavoratori assunti con il contratto a chiamata, vengono calcolati in proporzione alle giornate effettive di lavoro e in base ad esse vengono retribuiti.

Naspi e contratto a chiamata 2024: le regole in vigore

Il contratto a chiamata 2024 permette di avere la Naspi al termine del rapporto di lavoro e di riceverla anche durante i periodi di prestazione di lavoro con tale tipologia di contratto, a condizione di rispettare specifiche condizioni.

La domanda per l’indennità di disoccupazione si può presentare nel caso in cui si sia senza lavoro e ogni tanto si lavora con contratto a chiamata e può essere accolta solo se il reddito previsto dall’occupazione a chiamata non supera gli 8.000 euro annui.

Nel caso di lavoro intermittente con obbligo di risposta, l’Inps non prevede la possibilità di sospensione della Naspi, prevista, invece, per i lavori di durata pari o inferiore a 6 mesi. Se, poi, il lavoratore è titolare di un contratto di lavoro intermittente senza obbligo di risposta, allora la Naspi si può sospendere solo per i giorni di effettiva prestazione se la durata del rapporto è pari o inferiore a 6 mesi.

Se il contratto a chiamata supera i 6 mesi ma il reddito è inferiore a 8.000 euro annui, il lavoratore mantiene il diritto alla disoccupazione. 

Come funziona il licenziamento nel contratto a chiamata 

Passando al licenziamento, per i rapporti di lavoro con contratto a chiamata, è ammesso per giusta causa, cioè per motivi talmente gravi che non permettono, neppure momentaneamente, di proseguire il rapporto di lavoro; o per giustificato motivo oggettivo o soggettivo. 

Nel caso di licenziamento per giustificato motivo, il datore di lavoro deve dare al lavoratore un periodo di preavviso, che varia in base al tipo di contratto di riferimento, mentre non è previsto obbligo di preavviso nei casi di licenziamento per giusta causa.

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