Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Conviene di più la donazione o successione a figli, parenti e amici? I pro e contro

Donazione o successione di un bene da scegliere in base a diversi casi e patrimoni da cedere: cosa prevedono leggi in vigore e cosa conviene di più

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Conviene di più la donazione o successio

Nel contesto della pianificazione patrimoniale, scegliere tra donazione o successione rappresenta un momento delicato e strategico per molti genitori, tutori e soggetti che intendono trasferire beni – mobili, immobili o somme di denaro – a figli, parenti o persone di fiducia. Gli strumenti giuridici previsti dall’ordinamento consentono di pianificare il passaggio generazionale, ridurre rischi di conflitti, ottimizzare l’impatto fiscale e adeguarsi alle recenti novità normative. Per compiere una scelta consapevole è essenziale comprendere gli aspetti giuridici, fiscali, operativi e le possibili criticità connesse sia alla donazione che alla successione.

Donazione e successione: definizioni, differenze operative e implicazioni giuridiche

La donazione, secondo l’art. 769 del Codice Civile, è un contratto formale con cui una parte (donante) trasferisce, per spirito di liberalità, un bene o diritto ad un’altra (donatario), senza alcun corrispettivo. Si distingue in donazione diretta (trasferimento immediato di proprietà) e donazione indiretta (ad esempio, attribuzione di una somma finalizzata all’acquisto di un bene).

La successione è l’atto attraverso cui, al decesso di una persona, si trasferisce il suo patrimonio (beni, diritti, debiti) agli eredi. Si distingue fra successione testamentaria (disposta tramite testamento) e successione legittima (applicata in assenza di testamento secondo le regole del Codice Civile). La legge tutela particolari soggetti – i cosiddetti eredi legittimari (figli, coniuge e, in loro assenza, ascendenti) – riservando loro una quota minima di eredità (quota legittima) non derogabile.

Il momento differenzia sostanzialmente le due fattispecie: la donazione avviene con il donante in vita, la successione opera solo con il decesso del titolare. Entrambe presentano pro e contro che devono essere attentamente valutati sotto il profilo legale e fiscale.

Donazione o successione su immobili: aspetti tecnici, fiscali e limitazioni

Nel caso di donazione di beni immobili (case, terreni, quote di proprietà), la legge richiede necessariamente un atto pubblico notarile alla presenza di due testimoni. La tutela degli eredi legittimari è centrale: il superamento della quota disponibile può dar luogo all’azione di riduzione e restituzione da parte dei legittimari. Un atto di donazione immobiliare può essere revocato in casi limitatissimi (es. ingratitudine del donatario), mentre l’impugnazione da parte di altri eredi è possibile entro 10 anni dal decesso del donante oppure 20 anni dalla donazione.

Sul piano pratico, il bene ricevuto in donazione può essere difficilmente rivenduto o ipotecato entro questi termini, perché gli acquirenti e le banche spesso sono restii ad assumere rischi legati a possibili impugnazioni future. Alcuni strumenti assicurativi specifici sono disponibili per tutelare chi riceve immobili in donazione e ne consente una maggiore commerciabilità.

Per la donazione a figli minorenni è necessaria autorizzazione del Giudice Tutelare, ed eventuali conflitti d’interesse tra genitori e minore richiedono la nomina di un curatore speciale.

Imposte e costi: confronti, aliquote, franchigie

Sia la donazione che la successione sono soggette a identiche imposte, determinate in base al valore dei beni e al rapporto di parentela:

Beneficiario Aliquota Franchigia
Coniuge, figli, altri parenti in linea retta 4% 1.000.000 euro
Fratelli e sorelle 6% 100.000 euro
Altri parenti fino al quarto grado e affini 6% nessuna
Altri soggetti 8% nessuna
Persona con disabilità grave (art. 3, L. 104/1992) secondo aliquota 1.500.000 euro

Sui beni immobiliari sono inoltre dovute imposta ipotecaria (2% del valore, con minimo 200 euro) e catastale (1% del valore, minimo 200 euro), ridotte a 200 euro ciascuna se si tratta di “prima casa”. Per entrambe le procedure vanno considerati anche i costi notarili, normalmente più elevati per la donazione rispetto all’attività di semplice redazione della dichiarazione di successione.

Le donazioni “di modico valore” non richiedono atto notarile e sono generalmente esenti da imposte, purché rientranti nei limiti di liberalità consuetudinaria. Per trasferimenti indiretti, quali intestazione di immobili a figli tramite acquisto diretto da parte del donante, si applicano la tassazione della compravendita e, in alcuni casi, la registrazione della donazione indiretta se la liberalità è espressamente dichiarata nel rogito.

Le recenti novità normative sulle imposte di successione e donazione

Tra le principali novità introdotte nel 2025 con il D.Lgs. 139/2024 rientra l’autoliquidazione dell’imposta sulle successioni e sulle donazioni: il contribuente è tenuto a calcolare e versare direttamente l’imposta tramite modello F24, senza attendere l’avviso di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il versamento è previsto entro 90 giorni dalla scadenza della dichiarazione, con facoltà di pagamento rateale (minimo 20% subito, fino a 12 rate trimestrali per importi superiori a 20.000 euro).

Le aliquote e franchigie sono state formalmente definite nel testo unico sulle successioni. Sono previste anche agevolazioni particolari e riduzioni di imposta per trasferimenti di aziende, quote societarie a eredi e per soggetti under 26 che siano unici eredi.

Le donazioni liberalità d’uso sono escluse dalla base imponibile, mentre sono stati rafforzati i controlli e le sanzioni (ridotte dal 2025 in caso di ravvedimento violazioni). Ulteriori dettagli sono consultabili nella pagina ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Pro e contro della donazione e della successione

La scelta fra donazione e successione dipende da molteplici fattori, fra cui la volontà di anticipare la destinazione dei beni e ridurre conflitti successori:

  • Donazione: consente di trasferire i beni rapidamente, favorendo chi necessita il possesso di una casa o liquidità immediata. Può essere modulata, mediante riserva di usufrutto a favore del donante. Favorisce la pianificazione anticipata e diminuisce il rischio di contenziosi tra gli eredi dopo il decesso. Tuttavia, può essere contestata dagli eredi legittimari se lede la quota di legittima, e presenta limiti di irrevocabilità salvo cause tassative (es. ingratitudine grave).
  • Successione: mantiene il patrimonio sotto controllo sino al decesso. Consente modifiche tramite testamento e tutela maggiormente gli eredi legittimari. Tuttavia, i tempi per il trasferimento dei beni sono più lunghi, e non permette di anticipare il passaggio generazionale né di beneficiare di alcune agevolazioni fiscali che si possono cogliere con la donazione.

È sicuramente rilevante sottolineare che sia le donazioni che le disposizioni testamentarie possono essere impugnate, entro determinati termini e in presenza di specifici presupposti previsti dal Codice Civile.

Come scegliere: Successione o donazione a figli, parenti o amici?

La decisione tra donazione e successione deve essere guidata da esigenze patrimoniali, relazionali e fiscali. La donazione è indicata per chi vuole tutelare un figlio in difficoltà, anticipare l’eredità o ottimizzare la fiscalità (in presenza delle relative franchigie e aliquote). È altresì utile per separare patrimoni e favorire la gestione familiare di immobili prima che vi siano difficoltà successorie o creditori del de cuius.

La successione rimane la via più sicura se vi sono numerosi eredi o se si desidera modificare nel tempo la ripartizione del patrimonio. Attraverso un testamento pubblico o olografo si può pianificare nel dettaglio la destinazione dei beni, pur nel rispetto delle quote di legittima.

Va tenuto presente che la donazione immobiliare, pur vantaggiosa per rapidità, può richiedere strategie aggiuntive per evitare futuri contenziosi tra eredi, come la rinuncia preventiva all’azione di riduzione da parte dei legittimari (solo dopo la morte del donante).

Leggi anche