Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Cosa fare in caso di DURC irregolare e come richiedere nuovamente il documento

Il DURC irregolare può avere importanti ripercussioni per imprese e committenti: le cause di irregolarità, le conseguenze economiche e legali, le procedure per la regolarizzazione e il rilascio del nuovo documento

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Cosa fare in caso di DURC irregolare e c

Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) è un certificato digitale che attesta che un'impresa o un lavoratore autonomo è in regola con i versamenti a INPS, INAIL e, quando richiesto, alla Cassa Edile, ed è richiesto obbligatoriamente in diverse circostanze normative.


La regolarità contributiva non è solo una tutela per i lavoratori ma anche una condizione imprescindibile per le stesse imprese, che così possono partecipare a gare pubbliche, stipulare contratti, ottenere pagamenti e accedere alle agevolazioni di legge senza rischi di sanzioni o esclusioni. Le verifiche di regolarità avvengono in tempo reale tramite i portali degli enti certificanti e la validità di ciascun DURC rilasciato è di 120 giorni. Presentare una situazione contributiva regolare permette di evitare gravi conseguenze giuridiche, come sospensioni di lavori, responsabilità solidale dei committenti e sanzioni amministrative.

Quando il DURC è irregolare e quali sono le sue cause principali

Un DURC irregolare evidenzia l’assenza di regolarità contributiva, cioè situazioni in cui l’impresa o il lavoratore autonomo non ha rispettato gli obblighi previsti dalla legge nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi. Questo accertamento può derivare dal mancato pagamento dei contributi dovuti all’INPS, all’INAIL o alle Casse Edili, oppure da inadempienze rispetto agli obblighi di natura assicurativa o, ancora, da errori nella presentazione delle denunce retributive obbligatorie.
Il sistema di verifica attualmente in uso, introdotto dal DM 30 gennaio 2015, prevede che qualsiasi irregolarità venga notificata attraverso un invito formale a regolarizzare la posizione entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione tramite PEC. Le principali cause che portano a un DURC irregolare comprendono:

  • Omissione, ritardo o insufficiente versamento dei contributi previdenziali, assistenziali o assicurativi dovuti;
  • Errori o incongruenze nelle denunce mensili ai fini dell’Unico flusso contributivo (Uniemens);
  • Mancata osservanza di rateizzazioni accordate dagli enti previdenziali;
  • Contenziosi amministrativi o giudiziari che abbiano ancora esito incerto;
  • Mancata risposta o regolarizzazione nei termini previsti dall’invito dell’ente accertatore.

Qualora il debito contributivo non superi la soglia tollerata di 150 euro (come previsto dall’articolo 3, comma 3, DM 30 gennaio 2015), la posizione è comunque ritenuta regolare, con emissione di DURC positivo. Al contrario, il superamento di tale importo comporta, in assenza di regolarizzazione, il rilascio di un DURC irregolare.
Nelle ipotesi in cui la situazione sia dovuta a mancato aggiornamento dei dati da parte dell’ente, si consiglia di prendere contatti diretti con l’ente certificatore per chiarimenti e solleciti, dato che il sistema informatico può non riflettere in tempo reale le sanatorie già perfezionate.

Conseguenze di un DURC irregolare per imprese, committenti e partecipanti a gare d’appalto

L’emissione di un certificato di irregolarità contributiva incide pesantemente sull’attività delle imprese e determina serie ripercussioni sia sul piano amministrativo che economico-gestionale. Gli effetti principali si possono elencare come segue:

  • Perdita dell’ammissibilità a gare e appalti pubblici: l’irregolarità attestata obbliga l’ente appaltante a escludere il concorrente dalle procedure di selezione, come sancito dall’art. 94, comma 6, del D.Lgs. 36/2023.
  • Sospensione e mancato pagamento dei corrispettivi: per i lavori affidati, sia pubblici che privati, il committente ha l’obbligo di sospendere ogni saldo fino al ripristino della regolarità, pena la responsabilità solidale per i contributi non versati, come stabilito dall’art. 29 del D.Lgs. 276/2003.
  • Impossibilità di accedere a benefici normativi e fiscali: un DURC negativo preclude fruizione di esoneri, agevolazioni e premi legati all’assunzione dei lavoratori o all’esecuzione di lavori agevolati (bonus edilizi, detrazioni fiscali, ecc.).
  • Sanzioni e revoca di benefici già ottenuti: il riscontro di irregolarità può comportare la revoca di agevolazioni o contributi già riconosciuti se la posizione non viene sanata tempestivamente.
  • Danni reputazionali e riduzione delle opportunità di business: la mancata regolarità è spesso sinonimo di scarsa affidabilità agli occhi dei clienti pubblici e privati.

Gli effetti si estendono anche a terzi, come nel caso dei committenti che, pagando imprese con DURC irregolare, diventano responsabili “in solido” nei confronti degli enti previdenziali. Questa disciplina mira a garantire la tutela dei lavoratori e a scoraggiare la concorrenza sleale nel mercato degli appalti.

Procedura di regolarizzazione: come sanare la propria posizione contributiva

Per la regolarizzazione della posizione contributiva in caso di irregolarità segnalata, occorre seguire le indicazioni dell’invito a regolarizzare trasmesso dall’ente certificante (INPS, INAIL, o Cassa Edile). Il termine concesso normalmente è di 15 giorni dal ricevimento.

  • La comunicazione PEC contiene dettagli su importi dovuti e le irregolarità riscontrate, suddivise per ente.
  • L’impresa dovrà procedere al saldo dei debiti, oppure perfezionare una rateizzazione accettata dagli enti competenti, se i regolamenti lo consentono.
  • In caso di contestazione della segnalazione, è opportuno presentare rapidamente una richiesta di verifica con prova del pagamento già effettuato o delle istanze di rateizzazione già in essere.
Passo Descrizione
Ricezione dell’invito Arriva all’indirizzo PEC indicato in Camera di Commercio o agli intermediari delegati
Analisi del dettaglio Verifica dell’importo e dei contributi non versati
Regolarizzazione Versamento integrale o attivazione di una procedura di rateizzazione ufficiale
Riscontro agli enti Conferma dell’avvenuto adempimento tramite le procedure online o i canali di assistenza degli enti

Solo a seguito della regolarizzazione viene generato un nuovo documento con esito positivo. Se la posizione non viene sanata entro il termine, il DURC irregolare avrà efficacia per tutte le verifiche intervenute in quel periodo e l’esclusione o il blocco dei pagamenti sarà definitivo fino al successivo controllo regolare.

Come richiedere nuovamente il DURC dopo la regolarizzazione

Una volta accertata la regolare posizione contributiva, la richiesta di nuovo certificato può avvenire attraverso i portali online di INPS, INAIL o Cassa Edile, a seconda della tipologia di lavoratori impiegati nell’impresa. L’accesso è garantito sia alle imprese sia ai soggetti delegati (consulenti del lavoro o intermediari abilitati) che possono inserire il codice fiscale dell’impresa o lavoratore e scaricare il documento in tempo reale.

  • Accesso ai servizi telematici: i portali istituzionali consentono la richiesta in modalità semplificata, tramite SPID, CNS o PIN.
  • Presentazione della richiesta: si inseriscono i dati identificativi richiesti; in caso di regolarità, il sistema rilascia immediatamente un DURC valido per 120 giorni.
  • Gestione delle deleghe: se si opera per conto di terzi è necessaria una delega, come disciplinato dalla Circolare INPS n. 19/2015

Nel caso persistano errori o anomalie di sistema, è consigliato rivolgersi direttamente agli uffici territoriali dell’ente per la verifica manuale o inviare richiesta di rettifica via PEC.
Con l’emissione di un nuovo documento con esito positivo cessano le cause ostative e l’impresa può riprendere senza limitazioni le attività soggette a regolarità contributiva: stipula di contratti pubblici e privati, ricezione di incentivi o pagamenti, partecipazione a nuove gare e accesso a benefici associati alla regolarità contributiva.