Il divorzio si può chiedere in Italia solo dopo che i coniugi sono stati separati legalmente per un determinato periodo di tempo.
Quando si decide di divorziare ufficialmente, allora si possono percorrere due strade, quella del divorzio consensuale e quella del divorzio giudiziale.
Nel primo caso, i coniugi devono essere separati per almeno sei mesi prima di poter chiedere il divorzio e il termine decorre dal momento in cui i coniugi hanno formalmente firmato l’accordo di separazione consensuale presso il tribunale.
Nel secondo, il termine minimo per chiedere il divorzio è di un anno dalla data della separazione.
Generalmente chi chiede una separazione arriva poi al divorzio ufficiale ma ci sono anche casi in cui, dopo la separazione, l’iter del divorzio si blocca, per cui i coniugi continuano a rimanere separati senza però mai porre effettivamente fine al matrimonio.
E questo ha delle conseguenze per i coniugi ma anche per chi è accanto a loro, da parenti e familiari a eventuali nuovi compagni. Vediamo quali sono nel dettaglio le principali.
Nonostante la separazione legale permetta ai coniugi di vivere separati e di regolamentare aspetti fondamentali, come la custodia dei figli, il riconoscimento dell’assegno di mantenimento, l’assegnazione della casa coniugale, il matrimonio, con i suoi vincoli, obblighi e doveri, rimane legalmente valido finchè non viene sciolto con il divorzio.
Ciò significa che entrambi i coniugi continuano ad essere soggetti agli obblighi matrimoniali stabiliti dalla legge.
Da un punto di vista civile, ciò significa non poter avere altri legami e convivenze.
Restare sposati senza divorziare non permette legalmente di contrarre un nuovo matrimonio e, se la separazione dura a lungo senza mai arrivare al divorzio e quindi al definitivo scioglimento del vincolo matrimoniale, le conseguenze per i nuovi compagni o compagne degli ex coniugi potrebbero diventare un grosso peso da sopportare, soprattutto perché senza divorzio non si può tutelare il nuovo partner anche da un punto di vista economico.
I coniugi separati ma non divorziati ufficialmente mantengono, infatti, l’uno nei confronti dell’altro anche legami e obblighi economici.
Partendo dall’amministrazione dei beni comuni, se dopo la separazione non si divorzia, i beni non vengono effettivamente divisi tra i coniugi ma rimangono in possesso di entrambe, con il rischio che, in caso di morte di uno dei coniugi, la successione dell’eredità possa generare conflitti legali tra gli altri membri della famiglia, con possibili azioni legali.
Se muore uno dei coniugi, il coniuge separato ma non divorziato mantiene, infatti, per legge, i diritti patrimoniali sui beni dell’altro, dalla possibilità di ereditare parte dell’asse ereditario, al diritto ad ottenere la pensione di reversibilità, situazioni che in caso di divorzio non sussisterebbero.