Quando un infortunio sul lavoro si prolunga oltre i 30 giorni, il dipendente e l'azienda sono chiamati a prestare particolare attenzione a una serie di aspetti sia dal punto di vista legale sia economico. Analizziamoli nel dettaglio:
Oltre 30 giorni di infortunio sul lavoro, cosa succede e quanto si viene pagati
Conseguenze per dipendenti e azienda se si superano i 30 giorni di infortunio
Nei primi 3 giorni il lavoratore riceve una retribuzione al 100%, pagata dal datore di lavoro. Dal quarto al 90esimo giorno: l'indennità è corrisposta dall'Inail, pari al 60% della retribuzione media giornaliera. Questo è un importo stabilito sulla base della retribuzione percepita e può essere soggetto a un massimale giornaliero fissato ogni anno dall'Inail. L'Inail si fa carico delle spese mediche necessarie al recupero del lavoratore.
Se l'infortunio persiste, l'indennità Inail aumenta al 75% della retribuzione media giornaliera fino alla guarigione clinica o a una certificazione di inabilità permanente. Questa percentuale può variare in base alla gravità dell'infortunio e alle norme contrattuali applicabili.
Se l'infortunio è riconducibile a una responsabilità aziendale (come ad esempio in cao di mancanza di adeguati dispositivi di protezione o violazioni delle norme di sicurezza), il lavoratore ha il diritto di richiedere un risarcimento per i danni subiti, oltre alle indennità erogate dall'Inail. Questo può includere danni morali o fisici, nonché il cosiddetto danno differenziale, cioè la differenza tra quanto percepito dall'Inail e il reale danno economico e biologico subito.
Durante l'infortunio, il lavoratore è tutelato dalla normativa sul periodo di comporto che prevede la conservazione del posto di lavoro per un certo periodo. Questo periodo può variare a seconda del contratto collettivo applicabile e della durata dell'assenza per infortunio. Non esiste un limite massimo prefissato dalla legge per infortuni sul lavoro, ma oltre un certo tempo, il datore di lavoro può valutare la risoluzione del contratto. Per inabilità superiori al 60%, il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto fino a completa guarigione clinica.
Se il lavoratore è ancora idoneo per la mansione svolta, il datore di lavoro è tenuto a reintegrarlo. In caso di inabilità permanente, potrebbe essere necessario un ricollocamento in un ruolo compatibile con la capacità lavorativa residua del dipendente.
L'azienda ha responsabilità nei confronti dei lavoratori infortunati. Innanzitutto la denuncia dell'infortunio deve essere effettuata entro 48 ore dall'evento o dalla sua conoscenza, con l’invio del certificato medico all’Inail.
L'azienda è chiamata a coprire i primi tre giorni di assenza, dopodiché l'Inail prende in carico l’indennità.
Il datore di lavoro ha il dovere di garantire condizioni di sicurezza adeguate, fornendo dispositivi di protezione individuale e implementando procedure per minimizzare il rischio di infortuni. In caso di violazioni, l'azienda può incorrere in sanzioni amministrative e penali, specialmente se l'infortunio è riconducibile a una negligenza nella gestione della sicurezza sul lavoro.