In questo momento i Buoni fruttiferi postali offrono rendimenti che vanno dallo 0,25% allo 0,75%. Gli interessi sulle somme depositate nei libretti postali si aggirano intorno allo 0,10%. Entrambi sono garantiti dalla Cassa depositi e prestiti e dallo Stato senza limitazione di importo.
Sono diverse le opzioni di risparmio offerte da Poste italiane. Diversità, anche nel caso della doppia possibilità di libretti postali e buoni fruttiferi postali 2022, significa differenti condizioni tra rendimenti, interessi, durata e limiti.
Approfondiamo allora i dettagli rispetto a questi strumenti. Più esattamente vediamo da vicino:
In questo momento i Buoni fruttiferi postali offrono rendimenti che vanno dallo 0,25% allo 0,75%. Solo nel caso dei minori è del 2,50%. In questo caso gli interessi maturano fino alla maggiore età. Sono garantiti dalla Cassa depositi e prestiti e dallo Stato senza limitazione di importo.
Dal punto di vista pratico, i Buoni fruttiferi postali sono emessi in forma cartacea o dematerializzata. Nel primo caso il sottoscrittore riceve un titolo cartaceo a presentare successivamente per ottenere il rimborso, sia esso anticipato o scadenza. I Buoni sono emessi in tagli da 50 euro e multipli.
Quelli in forma dematerializzata sono rappresentati da una scrittura contabile su un conto di regolamento. Presentano la stessa intestazione del conto di regolamento. Nel caso di richiesta di rimborso del Buono, l'accredito avviene sul conto di regolamento.
I Buoni dematerializzati sono emessi in tagli da 50 euro e multipli e possono essere rimborsati anticipatamente sia per il totale dell'importo sia in parte, ma sempre secondo il taglio minimo e multipli.
Altra caratteristica da segnalare è la possibile di cointestare i Buoni fino a 4 persone con facoltà di rimborso disgiunto per ciascun intestatario. Tuttavia non sono possibile cointestazioni tra maggiorenni e minorenni o tra minorenni.
Dal punto di vista strettamente fiscale, i Buoni fruttiferi postali emessi fino al 20 settembre 1986 sono esenti dalla ritenuta fiscale. Queli emessi dal 21 settembre 1986 al 31 agosto 1987 sono assoggettati alla ritenuta fiscale del 6,25%, i Buoni emessi dal primo settembre 1987 al 23 giugno 1997 sono quindi soggetti alla ritenuta fiscale del 12,50%.
Oggi è in vigore l'imposta sostitutiva sugli interessi pari al 12,50%. C'è anche un altro aspetto da considerare: i buoni rappresentati da documenti cartacei nominativi si prescrivono dopo 10 anni dalla data di scadenza del titolo. La prescrizione fa venire meno il diritto al rimborso del capitale investito e degli interessi maturati.
Anche i libretti di risparmio postale possono essere intestati a più persone fisiche, fino a un massimo di 4. Dal punto di vista economico non ci sono costi da sostenere poiché nulla è richiesto per l'apertura, la gestione e l'estinzione sia in termini di commissioni che di spesa.
L'unico importo che va messo in conto è quello relativo agli oneri fiscali secondo quanto previsto dalla legislazione in materia. La ritenuta fiscale sugli interessi maturati è pari al 26%. Per quanto riguarda rendimenti e interessi, sono molto bassi ovvero intorno allo 0,10%.
Tuttavia si tratta di una percentuale che è addirittura superiore rispetto a quella del conto corrente postale che di fatto non propone interessi attivi e allo stesso tempo, questa del libretto postale è comunque una opzione sicura per depositare i propri risparmi. Sono infine garantiti dalla Cassa depositi e prestiti e dallo Stato senza limitazione di importo.
Tra le novità degli ultimi anni c'è piuttosto la creazione del libretto postale dematerializzato, rappresentato solo da registrazioni contabili e non da un documento fisico. In questo caso l'operatività è permessa solo tramite la Carta libretto rilasciata a tutti gli intestatari.
Dal punto di vista operativo è quindi possibile effettuare versamenti in denaro contante mediante assegni bancari o circolari ed è possibile effettuare prelievi con la Carta libretto agli sportelli automatici fino a 600 euro al giorno e 2.500 euro al mese.
I Buoni fruttiferi postali sono emessi in forma cartacea o dematerializzata. Nel primo caso il sottoscrittore riceve un titolo cartaceo, nel secondo una scrittura contabile.