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E' meglio dare casa ai figli con usufrutto o comodato d'uso? I pro e contro

Usufrutto o comodato d’uso per dare casa ai figli: cosa prevedono norme in vigore e quale scegliere per convenienza maggiore

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
E' meglio dare casa ai figli con usu

Decidere se concedere ai propri figli un immobile in usufrutto o comodato d'uso rappresenta una scelta importante che richiede una valutazione attenta delle diverse opzioni. Entrambe le soluzioni permettono ai figli di godere gratuitamente di un bene immobile, costituendo valide alternative rispetto alla stipula di un contratto di locazione, che comporterebbe invece il pagamento di un canone periodico.

Queste modalità di cessione dell'immobile presentano caratteristiche, vantaggi e svantaggi differenti che meritano un'analisi approfondita. Vediamo insieme quali sono gli aspetti da considerare per fare la scelta più adeguata alle proprie esigenze familiari e patrimoniali.

Il comodato d'uso gratuito: caratteristiche fondamentali

Il comodato d'uso gratuito rappresenta una formula giuridica che consente al legittimo proprietario di un immobile di concederne l'utilizzo a una terza persona senza richiedere alcun corrispettivo economico. Questa soluzione è particolarmente diffusa nel contesto familiare, soprattutto quando i genitori desiderano aiutare i figli mettendo a loro disposizione un'abitazione.

Questo istituto giuridico è regolato dagli articoli 1803-1812 del Codice Civile e si caratterizza per la sua semplicità e flessibilità. Il contratto di comodato può essere stipulato sia in forma scritta che orale, anche se, come vedremo, la forma scritta e la registrazione offrono vantaggi significativi in termini fiscali.

Vantaggi del comodato d'uso per i figli

Concedere un immobile in comodato d'uso ai propri figli presenta numerosi benefici:

  • Totale gratuità dell'utilizzo dell'immobile
  • Possibilità di stipulare un accordo anche in forma verbale
  • Flessibilità nella definizione della durata del contratto
  • Accesso a potenziali agevolazioni fiscali
  • Possibilità per il comodante di mantenere un controllo sull'utilizzo dell'immobile

Il comodatario (il figlio che riceve l'immobile) ha il diritto di utilizzare la casa secondo gli accordi stabiliti, mentre il comodante (il genitore proprietario) mantiene la piena proprietà dell'immobile.

Svantaggi e limitazioni del comodato d'uso

Nonostante i vantaggi, il comodato d'uso presenta anche alcune limitazioni da considerare:

  • Nel caso di comodato senza scadenza (precario), il proprietario può richiedere la restituzione dell'immobile in qualsiasi momento
  • Il comodatario non può cedere il bene a terzi senza il consenso del proprietario
  • Non conferisce diritti reali sul bene ma solo un diritto personale di godimento
  • Il proprietario mantiene gli oneri fiscali principali sull'immobile (come l'IMU)

Queste caratteristiche rendono il comodato una soluzione più adatta a situazioni temporanee o che richiedono maggiore flessibilità nelle condizioni d'uso.

L'usufrutto: definizione e caratteristiche principali

L'usufrutto rappresenta un diritto reale di godimento su un bene altrui che consente all'usufruttuario di utilizzare l'immobile e di percepirne i frutti, mantenendo la sostanza della cosa. Quando si concede l'usufrutto di una casa ai figli, si attua una separazione tra il diritto di proprietà (nuda proprietà), che rimane ai genitori, e il diritto di godimento, che viene trasferito ai figli.

A differenza del comodato, l'usufrutto è un diritto reale disciplinato dagli articoli 978-1020 del Codice Civile e necessita di formalità più rigorose per la sua costituzione. Infatti, deve essere stipulato in forma scritta, attraverso atto pubblico o scrittura privata autenticata, e trascritto nei registri immobiliari per essere opponibile ai terzi.

Vantaggi dell'usufrutto per la sistemazione dei figli

La concessione dell'usufrutto offre diversi vantaggi significativi:

  • Maggiore stabilità e certezza giuridica rispetto al comodato
  • Diritto opponibile a terzi, inclusi eventuali acquirenti della nuda proprietà
  • Autonomia dell'usufruttuario nella gestione dell'immobile
  • Possibilità per l'usufruttuario di concedere in locazione l'immobile
  • Riduzione degli oneri fiscali per il nudo proprietario

L'usufruttuario acquisisce una posizione giuridica più solida rispetto al comodatario, potendo utilizzare l'immobile con maggiore libertà e autonomia.

Limitazioni e vincoli dell'usufrutto

L'usufrutto presenta anche alcuni elementi di rigidità da valutare attentamente:

  • Durata limitata alla vita dell'usufruttuario (se persona fisica)
  • Non è trasmissibile agli eredi
  • Se costituito a favore di una persona giuridica, non può durare più di trent'anni
  • Costi di costituzione più elevati rispetto al comodato
  • Obblighi di manutenzione ordinaria e di pagamento delle imposte a carico dell'usufruttuario

Questi aspetti rendono l'usufrutto una soluzione più strutturata e formale per garantire ai figli il godimento di un immobile.

Confronto fiscale tra usufrutto e comodato d'uso

Un elemento fondamentale nella scelta tra usufrutto e comodato d'uso riguarda gli aspetti fiscali. Le due soluzioni comportano trattamenti tributari differenti che possono influenzare significativamente la convenienza dell'una o dell'altra opzione.

Imposte e tasse nel comodato d'uso

Nel caso del comodato d'uso gratuito, la situazione fiscale si configura come segue:

  • IMU (Imposta Municipale Unica): Il pagamento dell'imposta resta a carico del proprietario (comodante), ma è prevista una riduzione del 50% della base imponibile per gli immobili concessi in comodato d'uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado (genitori-figli), a condizione che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda anagraficamente nello stesso comune in cui è situato l'immobile concesso in comodato. L'agevolazione non si applica agli immobili di lusso classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
  • TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili): La tassa viene ripartita tra proprietario e occupante, con percentuali che variano in base al regolamento comunale (generalmente 70-30 o 80-20).
  • TARI (Tassa sui Rifiuti): Il pagamento è a carico esclusivo dell'occupante dell'immobile, quindi del comodatario.

È importante sottolineare che per beneficiare delle agevolazioni fiscali, il contratto di comodato deve essere registrato presso l'Agenzia delle Entrate, con un costo di registrazione che include l'imposta di registro in misura fissa (attualmente 200 euro) e l'imposta di bollo.

Regime fiscale dell'usufrutto

Nel caso dell'usufrutto, il quadro fiscale si presenta differentemente:

  • IMU: Il pagamento dell'imposta grava interamente sull'usufruttuario, sgravando completamente il nudo proprietario.
  • TASI: L'onere ricade sull'usufruttuario in quanto titolare del diritto reale di godimento.
  • TARI: Come per il comodato, la tassa sui rifiuti è a carico di chi occupa effettivamente l'immobile, quindi dell'usufruttuario.

La costituzione dell'usufrutto comporta costi iniziali più elevati rispetto al comodato, includendo l'imposta di registro proporzionale al valore dell'usufrutto (determinato in base all'età dell'usufruttuario), le imposte ipotecarie e catastali, oltre alle spese notarili nel caso di atto pubblico.

Aspetti pratici: manutenzione e spese

Un altro elemento cruciale da considerare nella scelta tra usufrutto e comodato riguarda la ripartizione delle spese di manutenzione e gestione dell'immobile.

Ripartizione delle spese nel comodato d'uso

Nel caso del comodato d'uso gratuito, la ripartizione delle spese segue queste linee generali:

  • Spese ordinarie: Sono a carico del comodatario (figlio) le spese per la conservazione ordinaria del bene e quelle necessarie per l'utilizzo della cosa (utenze, spese condominiali ordinarie).
  • Spese straordinarie: Rimangono a carico del proprietario (comodante) le spese per interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazioni e riparazioni strutturali.
  • Responsabilità per vizi: Se il comodante era a conoscenza di difetti della cosa e non ne ha avvertito il comodatario, è tenuto a risarcire i danni eventualmente subiti da quest'ultimo.

Questa distinzione offre una protezione economica al figlio che riceve l'immobile, limitando la sua responsabilità alle spese correnti di gestione.

Oneri e responsabilità nell'usufrutto

Nell'usufrutto, la distribuzione degli oneri è regolata dalla legge in modo più dettagliato:

  • Manutenzione ordinaria: L'usufruttuario è tenuto a provvedere alle riparazioni ordinarie e alla manutenzione necessaria per l'uso normale del bene.
  • Manutenzione straordinaria: Resta a carico del nudo proprietario, a meno che non sia stata resa necessaria dall'inadempimento dell'usufruttuario agli obblighi di ordinaria manutenzione.
  • Imposte e tributi: L'usufruttuario deve pagare le imposte e gli altri pesi che gravano sul reddito (IMU, TASI).
  • Obbligo di inventario e cauzione: In alcuni casi, l'usufruttuario può essere tenuto a redigere l'inventario dei beni e a prestare idonea garanzia.

Questa ripartizione comporta maggiori responsabilità per l'usufruttuario rispetto al comodatario, ma gli garantisce anche maggiori diritti e autonomia nella gestione dell'immobile.

Considerazioni sulla durata dei due istituti

La durata rappresenta uno degli elementi di maggiore differenziazione tra i due istituti, con implicazioni significative sulla sicurezza e stabilità del godimento dell'immobile da parte dei figli.

Flessibilità temporale del comodato d'uso

Il comodato d'uso può assumere due forme principali rispetto alla durata:

  • Comodato precario (senza termine): In questo caso, il proprietario può richiedere la restituzione dell'immobile in qualsiasi momento, con un preavviso ragionevole. Questa forma offre massima flessibilità al comodante ma minima sicurezza al comodatario.
  • Comodato a termine: Le parti stabiliscono una scadenza precisa, entro la quale il comodatario ha diritto di godere dell'immobile. Prima di tale data, il comodante non può chiederne la restituzione, salvo urgente e imprevisto bisogno.

La scelta tra queste due forme dipende dal livello di certezza che si vuole garantire al figlio e dalla volontà di mantenere una certa flessibilità nella gestione dell'immobile.

Limiti temporali dell'usufrutto

L'usufrutto ha invece vincoli temporali definiti dalla legge:

  • Se costituito a favore di una persona fisica, l'usufrutto non può eccedere la vita dell'usufruttuario e si estingue con la sua morte.
  • Se costituito a favore di una persona giuridica, non può durare più di trent'anni.
  • È possibile prevedere una durata inferiore a quella massima, ma non è possibile superare i limiti stabiliti dalla legge.

Questa caratteristica rende l'usufrutto particolarmente adatto quando si vuole garantire ai figli il godimento dell'immobile per tutta la loro vita, mantenendo la proprietà nel patrimonio familiare.

Trasferibilità e cessione dei diritti

Un ulteriore aspetto da considerare nella scelta tra i due istituti riguarda la possibilità di trasferire o cedere i diritti acquisiti sull'immobile.

Limitazioni nel comodato d'uso

Nel comodato d'uso gratuito, il comodatario (figlio) non può cedere il godimento dell'immobile a terzi senza il consenso esplicito del comodante (genitore). Questa limitazione deriva dalla natura fiduciaria del contratto, basato sull'intuitu personae (considerazione delle qualità personali del beneficiario).

L'eventuale subcomodato o cessione non autorizzata costituisce grave inadempimento e può portare alla risoluzione immediata del contratto, con obbligo di restituzione dell'immobile.

Maggiore autonomia nell'usufrutto

L'usufrutto offre invece maggiore libertà all'usufruttuario, che può:

  • Cedere temporaneamente il diritto di usufrutto a terzi
  • Concedere l'immobile in locazione a terzi, percependone i canoni
  • Costituire ipoteca sul proprio diritto di usufrutto

L'usufruttuario non può tuttavia alienare definitivamente la proprietà dell'immobile, che resta del nudo proprietario, né può modificarne la destinazione economica o apportare trasformazioni sostanziali senza il consenso del proprietario.

Questa maggiore autonomia rende l'usufrutto più vantaggioso per i figli che potrebbero aver necessità di valorizzare economicamente l'immobile (ad esempio affittandolo) o utilizzarlo come garanzia.

Implicazioni successorie delle due soluzioni

Le conseguenze successorie rappresentano un aspetto fondamentale da valutare nella pianificazione patrimoniale familiare e nella scelta tra usufrutto e comodato.

Comodato d'uso e successione

Il comodato d'uso si caratterizza per queste implicazioni successorie:

  • Non essendo un diritto reale ma personale, il comodato non entra a far parte della successione del comodatario.
  • In caso di morte del comodatario (figlio), il contratto si estingue e l'immobile deve essere restituito al comodante, salvo diverse pattuizioni.
  • In caso di morte del comodante (genitore), il contratto non si estingue automaticamente ma prosegue con gli eredi, che subentrano nella posizione del defunto e possono eventualmente richiedere la restituzione del bene nelle stesse condizioni in cui avrebbe potuto farlo il de cuius.

Il comodato non offre quindi una soluzione stabile per garantire il godimento dell'immobile oltre la vita delle parti coinvolte.

Usufrutto e pianificazione successoria

L'usufrutto presenta invece queste caratteristiche successorie:

  • Si estingue automaticamente con la morte dell'usufruttuario (figlio).
  • Non può essere trasmesso agli eredi dell'usufruttuario.
  • Al momento dell'estinzione, la piena proprietà si riconsolida in capo al nudo proprietario (o ai suoi eredi).

L'usufrutto può costituire uno strumento efficace per pianificare la successione patrimoniale, soprattutto quando combinato con la donazione della nuda proprietà. In questo modo, si può garantire il godimento dell'immobile al figlio per tutta la sua vita, prevedendo che la piena proprietà si trasferisca ad altri soggetti (ad esempio i nipoti) al momento della sua morte.

Scelta ottimale in base alle esigenze familiari

La decisione tra usufrutto e comodato d'uso dipende dalle specifiche esigenze della famiglia e dagli obiettivi che si intendono perseguire. Ecco alcuni scenari che possono guidare la scelta:

Quando preferire il comodato d'uso

Il comodato d'uso gratuito può rappresentare la soluzione migliore nelle seguenti situazioni:

  • Quando si desidera mantenere una certa flessibilità e la possibilità di recuperare l'immobile in caso di necessità
  • Per soluzioni abitative temporanee o di medio periodo
  • Quando si vuole evitare i costi di costituzione dell'usufrutto
  • Se si desidera mantenere un maggiore controllo sull'utilizzo dell'immobile
  • Quando il figlio non necessita di particolare autonomia nella gestione dell'immobile

In questi casi, la semplicità e l'economicità del comodato lo rendono preferibile rispetto all'usufrutto.

Quando optare per l'usufrutto

L'usufrutto risulta invece più adatto in questi scenari:

  • Quando si desidera garantire al figlio una sistemazione stabile e sicura per tutta la vita
  • Se si vuole consentire al figlio di gestire l'immobile con ampia autonomia
  • Quando il figlio potrebbe aver necessità di affittare l'immobile a terzi
  • Per ottimizzare gli aspetti fiscali, sgravando il genitore dalle imposte patrimoniali
  • Come parte di una più ampia strategia di pianificazione successoria

La maggiore stabilità e autonomia garantite dall'usufrutto possono compensare i costi più elevati di costituzione e le maggiori formalità richieste.

Aspetti pratici e procedura di costituzione

Dopo aver esaminato le caratteristiche teoriche dei due istituti, è utile considerare gli aspetti pratici relativi alla loro costituzione.

Come formalizzare un comodato d'uso

Per costituire un comodato d'uso gratuito è possibile seguire queste modalità:

  • Forma verbale: Giuridicamente valida ma sconsigliabile per immobili, in quanto non consente di beneficiare delle agevolazioni fiscali e può creare problemi probatori.
  • Scrittura privata non registrata: Offre maggiore certezza rispetto all'accordo verbale, ma non permette di accedere alle agevolazioni fiscali.
  • Scrittura privata registrata: Consente di beneficiare delle agevolazioni fiscali (riduzione IMU) e garantisce data certa all'accordo. La registrazione può essere effettuata presso qualsiasi ufficio dell'Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla stipula.
  • Atto pubblico: Forma più solenne, con intervento del notaio, consigliabile per immobili di particolare valore o quando si vogliono inserire clausole complesse.

La registrazione del contratto comporta il pagamento dell'imposta di registro in misura fissa e dell'imposta di bollo, ma è essenziale per accedere alle agevolazioni fiscali previste per il comodato d'uso familiare.

Procedura per la costituzione dell'usufrutto

La costituzione dell'usufrutto richiede invece formalità più rigorose:

  • Forma scritta obbligatoria: L'usufrutto deve essere costituito per atto pubblico o scrittura privata autenticata.
  • Intervento notarile: Generalmente necessario per la verifica della legittimità dell'atto e per la corretta valutazione degli aspetti fiscali.
  • Trascrizione nei registri immobiliari: Indispensabile per l'opponibilità del diritto ai terzi.
  • Determinazione del valore: Il valore dell'usufrutto, necessario per il calcolo delle imposte, dipende dall'età dell'usufruttuario e dal valore dell'immobile.

I costi di costituzione dell'usufrutto includono l'onorario notarile, l'imposta di registro proporzionale, le imposte ipotecarie e catastali, oltre alle spese per la trascrizione nei registri immobiliari.

Conclusioni: quale soluzione è preferibile?

Dopo aver analizzato in dettaglio le caratteristiche di entrambi gli istituti, possiamo trarre alcune conclusioni per aiutare i genitori nella scelta tra usufrutto e comodato d'uso per dare casa ai figli.

Non esiste una soluzione universalmente migliore, ma piuttosto quella più adatta alle specifiche esigenze familiari e patrimoniali. La scelta dipende da diversi fattori:

  • Stabilità desiderata: Se si cerca una soluzione stabile e duratura, l'usufrutto offre maggiori garanzie al figlio.
  • Flessibilità necessaria: Se si preferisce mantenere la possibilità di recuperare l'immobile, il comodato è più adeguato.
  • Aspetti fiscali: L'usufrutto consente di trasferire completamente gli oneri fiscali principali al figlio, mentre il comodato mantiene l'IMU in capo ai genitori (seppur con possibilità di riduzioni).
  • Autonomia di gestione: Se si desidera che il figlio possa gestire liberamente l'immobile, eventualmente concedendolo in locazione, l'usufrutto è preferibile.
  • Costi di costituzione: Il comodato ha costi iniziali inferiori rispetto all'usufrutto.
  • Pianificazione successoria: Se la cessione dell'immobile si inserisce in una più ampia strategia di pianificazione ereditaria, l'usufrutto può offrire strumenti più efficaci.

Entrambi gli istituti rappresentano validi strumenti per aiutare i figli nella loro sistemazione abitativa, ma la scelta più opportuna dipenderà dalle circostanze familiari, dagli obiettivi di lungo termine e dalla situazione patrimoniale complessiva.

Per ulteriori dettagli sulle varie tipologie di comodato e sulle procedure, è possibile consultare una guida completa alle diverse tipologie di comodato d'uso e quali scegliere in base alle proprie necessità.