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E' obbligatorio comunicare il cambio di residenza al proprio datore di lavoro. Come fare, tempistiche e rischi se non si fa

Molti contratti collettivi nazionali prevedono espressamente l'obbligo di comunicare il cambio di domicilio o residenza.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
E' obbligatorio comunicare il cambio di

Al momento dell'assunzione il lavoratore deve comunicare al datore di lavoro la propria residenza. Questa informazione consente il corretto calcolo delle addizionali comunali e regionali in busta paga, ma anche per la gestione di tutte le comunicazioni ufficiali tra azienda e dipendente. In caso di contestazioni disciplinari, lettere di licenziamento o altre comunicazioni formali, se non vengono consegnate a mano, devono essere spedite tramite raccomandata all’indirizzo di residenza del lavoratore.

Mantenere aggiornato l'indirizzo di residenza è quindi un aspetto da non trascurare per il corretto svolgimento degli obblighi contrattuali e legali da parte del datore di lavoro. Qualsiasi variazione dell’indirizzo deve essere comunicata all’azienda, garantendo così che tutte le notifiche e le comunicazioni arrivino al destinatario. Un mancato aggiornamento dell'indirizzo potrebbe causare problemi sia per il lavoratore che per il datore di lavoro, complicando la gestione di questioni amministrative e legali. Ma vediamo meglio:

  • Cambio di residenza al proprio datore di lavoro, bisogna comunicarlo o no

  • Quali rischi se non si comunica il cambio di residenza

Cambio di residenza al proprio datore di lavoro, bisogna comunicarlo o no

Quando un dipendente cambia residenza deve comunicare questa informazione al datore di lavoro, soprattutto se questo obbligo è previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di appartenenza. Se il lavoratore non adempie a questo dovere e non informa l'azienda del cambiamento di residenza, tutte le comunicazioni inviate all'indirizzo precedentemente fornito saranno comunque considerate valide, anche se il dipendente non risiede più in quel luogo.

Secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, nel caso in cui il Ccnl imponga al lavoratore di fornire il certificato di residenza al datore di lavoro, la mancata comunicazione del nuovo indirizzo può comportare gravi conseguenze. Ad esempio, se il dipendente non aggiorna il datore di lavoro sul cambio di residenza e l'azienda invia una lettera di licenziamento al vecchio indirizzo, il licenziamento sarà comunque considerato valido, nonostante la lettera non sia stata effettivamente ricevuta.

Le tempistiche entro cui il dipendente deve comunicare il cambio di residenza variano a seconda del Ccnl applicato. In alcuni settori, come quello dei metalmeccanici, il termine per la comunicazione può essere di sei mesi. È sempre consigliabile utilizzare una forma ufficiale per comunicare il cambio di residenza, come la posta elettronica certificata, per garantire che l'informazione arrivi correttamente al datore di lavoro.

Quali rischi se non si comunica il cambio di residenza

La mancata comunicazione del cambio di domicilio o residenza da parte del dipendente può generare problemi non solo per il rischio di ricevere comunicazioni al vecchio indirizzo che sono comunque valide, ma può anche esporre il lavoratore a potenziali conseguenze disciplinari. Questo accade quando il comportamento del dipendente viene considerato in contrasto con i doveri previsti dalla legge, dal contratto collettivo nazionale di lavoro, dal codice disciplinare aziendale o dal contratto individuale di lavoro.

Il datore di lavoro, in questi casi, ha il diritto di avviare un procedimento disciplinare. Questo iter può culminare in diverse sanzioni, che variano in base alla gravità della violazione. Le sanzioni disciplinari possono essere:

  • un rimprovero verbale;

  • un rimprovero scritto;

  • una multa che può arrivare fino all’equivalente di 4 ore di retribuzione;

  • la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per un periodo massimo di 10 giorni;

  • il licenziamento disciplinare nei casi più gravi.