Nel caso di morte del sottoscrittore del fondo pensione, i contributi versati e gli interessi maturati non sono persi o trattenuti dalla società che gestisce lo strumento di previdenza complementare. Sono infatti dirottati al beneficiario indicato dallo stesso iscritto, sia esso una persona fisica o giuridica.
Cosa succede nel caso di morte dell'intestatario di un fondo pensione sia prima che dopo il pensionamento? L'adesione alla previdenza complementare rappresenta per tanti la soluzione per assicurarsi un bel gruzzoletto di soldi alla fine della propria vita lavorativa da sommare all'importo della pensione obbligatoria spettante.
Può, tuttavia, capitare che l'aderente deceda prima di aver riscattato i propri soldi e allora ci si chiede cosa accade in questi casi e dove finiscono i soldi versati
Nel caso di morte del sottoscrittore del fondo pensione, i contributi versati e gli interessi maturati non sono persi o trattenuti da chi gestisce lo strumento di previdenza complementare.
In caso di morte dell'intestatario di un fondo della pensione complementare prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica, infatti, l'intera posizione individuale maturata fino al momento del decesso viene riscattata dagli eredi legittimi o dai beneficiari designati.
Dunque, se il decesso avviene prima di maturare il diritto a ricevere la pensione integrativa da parte del fondo, i soldi accumulati fino a quel momento, comprensivi dei rendimenti e al netto di imposte e dei costi di gestione, viene riconosciuto agli aventi diritto.
Questi, per legge, possono essere:
In assenza di tali soggetti, i soldi vengono acquisiti dal fondo pensione e divisi tra tutti gli altri aderenti.
Se, invece, la morte dell’aderente al fondo pensione avviene dopo aver raggiunto già l’età pensionabile e dopo che ha già riscattato i soldi accumulati nel fondo, questi rientrano nel valore dell'eredità che passa in successione.