L’amministratore di condominio rappresenta una figura tecnica e gestionale che opera come mandatario per l’interesse collettivo dei condomini. Tuttavia, la stabilità di questo incarico non è assoluta: esistono specifiche condizioni che possono condurre alla cessazione anticipata della sua funzione.
Secondo la normativa italiana, l’assemblea può, infatti, in ogni momento valutare se la condotta dell’amministratore sia conforme alle aspettative e agli obblighi previsti. In presenza di irregolarità nella gestione, violazioni della trasparenza o problematiche di comunicazione, la rimozione dall’incarico diventa non soltanto un diritto, ma anche uno strumento di tutela degli interessi collettivi.
Gli errori nella gestione condominiale non si traducono automaticamente in revoca, ma la gravità delle violazioni, la recidività delle condotte e il danno prodotto possono rendere necessaria la sostituzione.
Dunque, non tutti gli errori commessi dall’amministratore costituiscono giusta causa di risoluzione dell’incarico. La normativa e l’interpretazione giurisprudenziale richiedono l’applicazione del principio di proporzionalità: la colpa deve essere valutata in relazione alla sua incidenza sulla trasparenza e sull’affidabilità della gestione.
Tra i principali motivi di revoca figurano:
Nella valutazione, assume rilievo anche la proporzione tra l’errore compiuto e le sue conseguenze: irregolarità formali che non causano alcun pregiudizio non sempre portano, infatti, alla risoluzione del rapporto.
La revoca di un amministratore di condominio deve essere adottata in sede assembleare. La decisione può essere adottata dall’assemblea in qualsiasi momento, anche in assenza di uno specifico illecito da parte dell’amministratore, purché si rispettino le maggioranze e i procedimenti previsti dal Codice Civile. La procedura richiede alcune tappe fondamentali:
È possibile impugnare la decisione entro 30 giorni.
La revoca giudiziale dell’amministratore viene percorsa quando non si riesce a raggiungere in assemblea la maggioranza richiesta o quando si verificano gravi irregolarità.
In questi casi, anche il singolo condomino può rivolgersi al tribunale con una motivazione fondata e documentata. I presupposti indicano un elenco esemplificativo di gravi violazioni, come:
A seguito della revoca scattano specifici obblighi e diritti in capo sia all’amministratore uscente sia al condominio. La normativa stabilisce che il professionista revocato deve:
L’omessa consegna dei documenti può comportare un’azione giudiziale urgente contro l’ex amministratore ed essere oggetto di risarcimento del danno.
Sul fronte economico, se la revoca avviene senza giusta causa, l’amministratore può richiedere il pagamento delle spettanze residue e degli eventuali danni subiti dall’interruzione anticipata del mandato. In presenza di gravi irregolarità, invece, il condominio può agire per il risarcimento dei pregiudizi patiti.