La cessione del quinto rappresenta una soluzione di finanziamento pensata per chi percepisce un trattamento pensionistico e necessita di liquidità aggiuntiva con condizioni trasparenti e garantite.
Sono sempre più numerose le richieste di questo strumento perché offre la possibilità di ottenere importi personalizzati in base al reddito percepito e una rata costante per tutta la durata dell’ammortamento.
Questo particolare tipo di finanziamento si caratterizza per la modalità di rimborso automatica e garantita: la rata viene trattenuta direttamente dal cedolino della pensione e versata alla banca o società finanziaria che ha erogato il prestito. Grazie a tale meccanismo, si eliminano i rischi legati a ritardi o dimenticanze nei pagamenti e la gestione del debito risulta più agevole.
La rata mensile, fissata a tasso fisso, non può eccedere la soglia del 20% della pensione netta. Tale limite protegge il richiedente, evitando di incidere eccessivamente sulla capacità di spesa mensile, e garantisce che resti sempre un importo sufficiente per coprire le esigenze di vita quotidiane. Questo aspetto assicura trasparenza e prevedibilità anche dovendo affrontare situazioni personali complesse.
Altro elemento distintivo di questa soluzione riguarda la sostenibilità del piano di rimborso, che può estendersi fino a 120 mesi. Il meccanismo di rimborso diretto da parte dell’ente previdenziale permette l’ottenimento del credito anche a coloro che avrebbero più difficoltà ad accedere a prestiti tradizionali o presentano età avanzata.
Per accedere a questa soluzione finanziaria, occorre che il richiedente sia titolare di una pensione erogata da un ente previdenziale italiano riconosciuto, come INPS o altri organismi previsti dalla normativa. Restano escluse alcune tipologie di trattamenti, come le pensioni di invalidità civile, assegni sociali, pensioni minime integrate al minimo o prestazioni non cedibili secondo la legge, proprio per garantire un mantenimento adeguato della capacità economica del beneficiario dopo il prelievo della rata mensile.
Uno dei criteri fondamentali riguarda il limite di età: la maggior parte degli istituti bancari stabilisce che possa accedervi chi, a scadenza del finanziamento, non superi una soglia compresa tra 80 e 85 anni. Questo dato può variare lievemente in relazione alle politiche interne delle banche o all’obbligatorietà della copertura assicurativa.
Da notare che chi è stato segnalato come cattivo pagatore o presenta altri finanziamenti in corso può comunque accedere, in quanto la pensione rappresenta un’adeguata fonte di garanzia. Infine, la verifica dei requisiti viene effettuata dal consulente finanziario o dall’ente erogante prima della stipula, assicurando così la regolare applicazione della normativa vigente e la corretta tutela del pensionato.
Il procedimento per determinare correttamente la quota di pensione destinabile al rimborso del finanziamento segue criteri precisi e standard normativi. Si parte dall’importo netto mensile che il pensionato percepisce, al netto di tutte le trattenute fiscali e previdenziali. Da questo importo si calcola il 20%: tale frazione rappresenta il massimo importo mensile cedibile, che costituirà la rata massima del finanziamento.
Il calcolo si articola in diversi passaggi:
Per stabilire la rata finale, la quota mensile così individuata viene poi moltiplicata per la durata scelta del piano di ammortamento, che può essere compresa tra 24 e 120 mesi. All’importo finanziato vanno aggiunti gli interessi calcolati in base al tasso concordato e il costo della copertura assicurativa obbligatoria.
Esempio pratico:
Pensione netta mensile | 1.000 euro |
Quota cedibile (20%) | 200 euro |
Residuo mensile dopo la rata | 800 euro |
Ulteriori verifiche sono necessarie nei casi di più trattamenti pensionistici cumulabili: la quota si calcola sul totale delle somme cedibili ammesse dalla normativa. Ogni richiesta prevede inoltre il rilascio della documentazione ufficiale dall’ente previdenziale, come la comunicazione di cedibilità, che certifica l’importo massimo concedibile per il singolo richiedente.
I limiti previsti dalla legge in merito agli importi finanziabili sono strettamente connessi alla sostenibilità della rata e alla salvaguardia del minimo vitale nella pensione residua. Il massimo importo finanziabile dipende sia dal valore assoluto del 20% della pensione netta mensile, sia dalla durata del piano di rimborso, che può variare da 2 a 10 anni, e dal tasso d’interesse applicato.
In presenza di più trattamenti pensionistici cumulabili, il limite viene calcolato sulla somma delle pensioni cedibili, sempre a condizione che non si infranga la soglia prestabilita dalla normativa in quanto a minimo vitale.
Per le richieste di importi elevati, resta sempre vincolante che la rata mensile non superi un quinto della pensione percepita. Poiché ogni istituto può personalizzare le soglie minime e massime erogabili, è necessario confrontare attentamente le offerte proposte dal mercato.
Ad esempio, su una pensione netta di 1.500 euro, la rata massima potrebbe essere di 300 euro mensili: se la durata prescelta è di 120 mesi e il TAEG è pari al 7%, l’importo erogabile supera i 25.000 euro. Tuttavia, eventuali spese accessorie e costi assicurativi sono inclusi nel calcolo del capitale e possono influenzare l’entità finale della somma erogata.
L’importo effettivo che il pensionato rimborsa mensilmente comprende sia il capitale sia gli interessi. I riferimenti principali dei costi sono: TAN (Tasso Annuo Nominale) e TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Il TAN rappresenta il tasso d’interesse puro applicato sull’importo finanziato, mentre il TAEG include tutte le spese accessorie, come costi di istruttoria, assicurazione obbligatoria e commissioni, restituendo così un quadro completo del costo totale dell’operazione.
Secondo le rilevazioni di inizio 2025, i migliori tassi disponibili per questa tipologia di prodotto oscillano intorno al 5,4% - 7% di TAEG, a fronte di una media per i prestiti personali più elevata. Gli istituti finanziari sono tenuti per legge a non superare i tassi soglia anti-usura, fissati annualmente e consultabili presso Banca d’Italia.
Una caratteristica distintiva è rappresentata dalle agevolazioni INPS: i pensionati che scelgono banche o finanziarie convenzionate accedono a tassi più bassi rispetto al mercato libero. La convenzione prevede un tasso massimo annuo specifico, differenziato per classi di età e importi richiesti, sempre inferiore rispetto ai limiti stabiliti dalla normativa anti-usura. Tutti i dettagli sui tassi convenzionati sono pubblicati e aggiornati negli appositi avvisi di INPS.
Tra i fattori da considerare vi sono le variazioni di mercato: negli ultimi anni i tassi si sono stabilizzati, rendendo questa forma di finanziamento tra le più competitive per i pensionati che desiderano usufruire di condizioni chiare e predeterminate già dalla stipula del contratto.
Il quadro normativo prevede la stipula obbligatoria di una polizza vita come misura di tutela fondamentale per chi richiede un finanziamento con quota della pensione. Questa assicurazione copre il rischio di decesso dell’intestatario prima dell’estinzione del debito, liberando gli eredi o i familiari dall’obbligo di rimborsare eventuali quote residue.
Il costo dell’assicurazione è incluso nell’importo complessivo del finanziamento, per permettere la trasparenza sui costi effettivi dell’operazione. Il premio viene generalmente calcolato in base all’età dell’assicurato, all’importo richiesto e alla durata del prestito. L’ente erogante non può concedere la somma in assenza di questa garanzia obbligatoria.
Nei contratti stipulati da banche convenzionate con INPS, spesso è previsto che la stessa banca gestisca l’intero processo assicurativo. Tutti i dettagli sulle garanzie e le condizioni applicate devono essere chiaramente elencati nella documentazione precontrattuale.
L’iter per accedere a questa forma di finanziamento è strutturato in fasi chiare e trasparenti. Dopo la scelta dell’istituto o dell’intermediario, il pensionato deve fornire tutta la documentazione richiesta. Gli elementi essenziali comprendono:
Avviata la domanda, l’ente previdenziale calcola la quota massima cedibile e la comunica sia al richiedente sia all’istituto finanziario. Successivamente, la banca o la finanziaria procede alla valutazione della richiesta (verificando tutti i requisiti) e formula il contratto che riepiloga tutte le condizioni praticate: importo, durata, rata, tassi, tutte le spese e la copertura assicurativa.
Una volta stipulato, l’ente previdenziale viene notificato e provvede ad attivare le trattenute direttamente sull’importo erogato ogni mese. Nei casi di accordi con finanziarie convenzionate, parte della procedura può essere svolta direttamente dallo sportello della banca o dal consulente incaricato.
Nel 2025 il mercato delle offerte dedicate ai pensionati mostra diverse proposte con tassi competitivi e condizioni semplificate. Analizzando i preventivi per una rata di circa 300 euro su una pensione netta di 1.900 euro e durata del finanziamento di 10 anni, emergono tre delle principali soluzioni disponibili:
Istituto erogante | Netto erogato | TAEG | Limite età |
Sella Personal Credit | 26.191,46 € | 6,91% | 80 anni e 6 mesi |
@micoquinto easy | 26.083,92 € | 7,01% | 80 anni |
Capitalfin | 25.865,45 € | 7,20% | 85 anni |
I dati evidenziano come il tasso annuo effettivo globale vari in base all’istituto e all’età del richiedente. Le offerte si contraddistinguono per assenza di costi di istruttoria, nessun canone mensile o annuale, e le spese accessorie sono solitamente incluse nell’importo erogato. Per alcune soluzioni si prevede anche la firma digitale e l’apertura pratica interamente online, rendendo agevole la procedura anche a distanza.
Tra i vantaggi principali rientra la velocità di erogazione: in molti casi, una volta raccolta la documentazione, l’esito arriva entro pochi giorni lavorativi. La scelta della soluzione più adatta dipende da durata, età, importo desiderato e condizioni economiche offerte.
Tra i quesiti più frequenti emergono dubbi relativi a limiti di età, modalità di richiesta e requisiti oggettivi. Ecco le risposte alle domande più comuni formulate dai pensionati: