La sentenza n. 24899/2025 della Corte di Cassazione ha consolidato un orientamento chiaro riguardo al trattamento economico spettante ai lavoratori durante il periodo di ferie. L’obbligo di pagare le ferie come tutti gli altri giorni comprese le indennità si traduce ora in un principio imprescindibile per aziende e lavoratori del panorama italiano.
Il principio della parità retributiva durante le ferie secondo la Cassazione
La Suprema Corte ha affermato che il trattamento economico durante le ferie deve rispecchiare quello goduto nell’esercizio ordinario della prestazione lavorativa. Non devono esserci riduzioni riconducibili all’assenza fisica dal posto di lavoro, al fine di scongiurare penalizzazioni economiche che potrebbero dissuadere dal godimento del diritto al riposo. E', dunque, previsto:
- Paga base e indennità collegate alle mansioni: la retribuzione feriale integra ogni voce stabile, anche parzialmente variabile, collegata alle funzioni svolte.
- Sostegno al principio di non discriminazione: nessuna voce fissa o continuativa percepita quando si lavora può essere esclusa nei giorni di assenza giustificata per ferie.
Quali indennità devono essere incluse nella retribuzione delle ferie
Per determinare cosa deve essere ricompreso nella busta paga durante il periodo di ferie, occorre valutare se l’emolumento sia collegato in modo stabile alla mansione svolta o allo status personale/professionale del dipendente. Devono, in particolare, essere considerate:
- Indennità di turno e notturne, comprese se percepite regolarmente durante la normale attività lavorativa.
- Indennità di posizione o mansione, cioè importi derivanti dal particolare ruolo occupato dal dipendente.
- Buoni mensa o indennità sostitutive di mensa, quando rappresentano un componente stabile della retribuzione.
- Elementi correlati a rischi particolari, per lavori gravosi o esposti a fattori di rischio.
- Indennità di assenza dalla residenza per specifiche figure professionali (ferrovieri, personale di trasporto, ecc.).
Requisiti e limiti: cosa può essere escluso dalla retribuzione feriale
Restano escluse dalla retribuzione delle ferie solo le componenti che non sono stabilmente associate all’attività lavorativa tipica del dipendente. Le principali esclusioni, come chiarito dalla Cassazione e dalla Corte di Giustizia UE, riguardano:
- Rimborsi spese (trasporto, pasti occasionali, trasferte non continuative)
- Premi una tantum o di risultato occasionali
- Indennità esclusivamente connesse a fatti straordinari e non reiterati
- Emolumenti pagati per coprire spese non ricorrenti
Tutte le voci escluse presentano come caratteristica l’occasionalità e la funzione accessoria rispetto alla prestazione ordinaria, per questo non si considerano da calcolare.
Implicazioni per datori di lavoro e lavoratori: obblighi e strategie di tutela
Il rispetto della regola secondo cui bisogna pagare le ferie come tutti gli altri giorni comprese le indennità impone nuovi obblighi per i datori di lavoro e offre strumenti di tutela avanzata ai lavoratori. In particolare:
- Per le aziende: occorre valutare con attenzione la struttura delle buste paga e includere tutte le indennità dovute, adottando, se necessario, adeguamenti ai sistemi di gestione del personale e alle procedure di verifica delle voci retributive mensili.
- Per i lavoratori: la possibilità di rifarsi direttamente a orientamenti giurisprudenziali e legislativi nazionali ed europei rafforza il potere di rivendicazione delle proprie spettanze in caso di retribuzione feriale ridotta rispetto allo standard contrattuale.
- Per entrambi: una gestione corretta limita il contenzioso e contribuisce a mantenere relazioni industriali equilibrate all’interno dei vari comparti.
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