Il comparto agricolo, come tutti gli altri ambiti occupazionali, è regolamentato da specifiche normative contenute nel relativo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL). Questo documento definisce livelli professionali, mansioni, retribuzioni e regolamentazioni per l'utilizzo di ferie e permessi, oltre alle procedure di assunzione e gli eventuali periodi di prova.
Il settore dell'agricoltura ha registrato una significativa ripresa dopo un periodo di difficoltà, raggiungendo nuovamente livelli occupazionali stabili. Attualmente, il comparto agroalimentare è in grado di offrire opportunità lavorative più sicure, garantendo inoltre iniziative di welfare aziendale e un'attenzione particolare alla salute e alla sicurezza dei lavoratori impiegati nei campi e nelle aziende agricole.
L'inserimento dei lavoratori nel comparto agricolo può avvenire mediante due tipologie contrattuali principali: a tempo indeterminato o a tempo determinato.
L'assunzione con contratto a termine (tempo determinato) viene generalmente applicata per:
Secondo quanto stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro agricolo, i lavoratori vengono inquadrati in base a specifiche aree professionali:
Per i lavoratori agricoli assunti con contratto a tempo indeterminato è previsto un periodo di prova che varia in base all'inquadramento professionale:
Una volta superato con successo il periodo di prova, il rapporto di lavoro prosegue regolarmente secondo i termini contrattuali concordati.
I contratti nel comparto agricolo prevedono generalmente una durata della prestazione lavorativa di 39 ore settimanali, equivalenti a 6,30 ore giornaliere. È inoltre garantito un riposo settimanale di 24 ore consecutive, solitamente coincidente con la domenica, in linea con quanto previsto dalla normativa sul lavoro italiana.
Le retribuzioni dei lavoratori nel settore agricolo, secondo quanto stabilito dal CCNL, variano in funzione dei livelli di inquadramento professionale e delle mansioni svolte.
In particolare, gli stipendi minimi previsti sono:
Questi importi rappresentano le retribuzioni base e possono essere integrati da altri elementi come anzianità, premi di produzione e indennità specifiche previste dai contratti provinciali o aziendali.
Per le prestazioni lavorative che si svolgono in condizioni particolari, il CCNL agricolo prevede le seguenti maggiorazioni retributive:
Queste percentuali si applicano sulla retribuzione oraria normale e vengono calcolate in base alle ore effettivamente lavorate nelle condizioni specificate.
I lavoratori con contratto CCNL agricolo hanno diritto a percepire:
Queste mensilità aggiuntive rappresentano un importante integrazione al reddito dei lavoratori agricoli e sono calcolate in base alla retribuzione globale percepita nel periodo di riferimento.
I lavoratori agricoli regolarmente assunti con contratto a tempo indeterminato hanno diritto a un periodo di ferie retribuito pari a 26 giornate lavorative per ogni anno di servizio prestato presso la stessa azienda. Le ferie devono essere godute entro l'anno di maturazione e non possono essere monetizzate, salvo i casi di cessazione del rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda i permessi retribuiti, il CCNL agricolo prevede:
Esistono inoltre ulteriori permessi specifici previsti dalla legge, come quelli per donazione di sangue, per l'esercizio del diritto di voto o per l'assolvimento di funzioni pubbliche.
Il settore agricolo presenta rischi specifici legati all'utilizzo di macchinari, sostanze chimiche e all'esposizione a condizioni ambientali variabili. Per questo motivo, il CCNL agricolo pone particolare attenzione alla sicurezza sul lavoro, prevedendo:
Le aziende agricole sono tenute a rispettare il D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza) e le sue successive modifiche, adattando le misure preventive alle specificità del lavoro agricolo.
Il contratto nazionale per il settore agricolo prevede anche percorsi di formazione continua e aggiornamento professionale, fondamentali in un settore in rapida evoluzione tecnologica. I lavoratori possono accedere a: