Nel contesto delle assenze dal lavoro per motivi di salute si sente spesso l'espressione "essere a casa in malattia". In realtà si tratta di può presentare diverse sfaccettature.
Più esattamente dobbiamo distinguere tra infortunio sul lavoro, malattia professionale e malattia poiché la prevalenza dell'uno sull'altro implica trattamenti differenziati. Procediamo ora ad analizzare in dettaglio le circostanze che determinano questo istituti e le relative implicazioni:
Malattia e infortunio, quali sono le differenze
Cosa prevale tra malattia e infortunio
La malattia e l'infortunio sono istituti distinti con diverse nature. Pur condividendo una patologia, la principale differenza tra di essi risiede nell'origine. La malattia professionale ha una causa prolungata nel tempo, è lenta ed è determinata nell'ambito delle mansioni lavorative svolte, differenziandosi dalla malattia classica, provocata da cause non correlate al lavoro. L'infortunio è causato da un evento immediato e violento che provoca danni fisici o psichici al lavoratore, come nel caso di una caduta durante le attività lavorative che comporta una frattura. Si considera infortunio quando le lesioni impediscono il proseguimento delle attività per più di 3 giorni.
Entrambi, malattia e infortunio, danno diritto al risarcimento economico, e in caso di malattia professionale o infortunio sul lavoro, l'Inail gestisce l'indennizzo. Nel caso della malattia ordinaria, l'Inps eroga un'indennità pari al 50% della retribuzione dopo il quarto giorno di assenza.
Durante la malattia e l'infortunio, il lavoratore riceve un'indennità economica: per la malattia ordinaria, l'Inps copre i costi dopo i primi 3 giorni a carico del datore di lavoro, mentre per la malattia professionale o l'infortunio sul lavoro, l'Inail è responsabile del pagamento.
Un'altra differenza riguarda le visite fiscali. Nella malattia ordinaria, è pratica comune una visita medica a domicilio per verificare le condizioni di salute. Per l'infortunio non è previsto e l'azienda non può richiedere visite al lavoratore, ma solo controlli d'ufficio. Mentre la malattia ordinaria può portare a licenziamento dopo il periodo di comporto, la malattia professionale e l'infortunio, correlati al lavoro, non incidono sul conteggio delle assenze per il mantenimento del posto di lavoro.
L'Inail può intraprendere azioni legali sull'azienda per recuperare l'indennità pagata al lavoratore malato. Allo stesso tempo, il lavoratore può citare l'azienda per richiedere il risarcimento dei danni.
Nel caso di malattia professionale, il lavoratore deve consegnare un certificato al datore entro 15 giorni, il quale deve segnalare l'evento all'Inail entro 5 giorni. Per l'infortunio, il datore deve essere avvisato immediatamente, e se l'assenza supera i 3 giorni, deve denunciare l'incidente all'Inail. Se il lavoratore viene ricoverato in ospedale, la struttura medica invia il certificato all'Inail e all'azienda.
Per capire cosa prevale tra l'infortunio e la malattia in ambito lavorativo occorre fare alcune precisazioni. Si tratta di due istituti distinti, cioè con una natura profondamente diversa, pur avendo entrambi a che fare con una patologia. L'elemento chiave per distinguerli risiede in due criteri distintivi.
Il primo è l'origine della patologia. L'infortunio ha una causa immediata e violenta. Ad esempio, si configura come infortunio il caso in cui un lavoratore si frattura un arto a seguito di una caduta da un'impalcatura. La malattia ha una causa lenta e prolungata. Un esempio concreto è la malattia professionale che si sviluppa a causa di attività lavorative ripetute, come il danneggiamento di un legamento derivante dal sollevamento di pesi.
Quindi il contesto della patologia, L'infortunio è sempre associato all'attività lavorativa. La patologia si considera un infortunio se è strettamente legata alle mansioni svolte sul luogo di lavoro. La malattia può essere di natura professionale, se si origina a causa delle attività lavorative, oppure avere un'origine esterna. Ad esempio, patologie contratte al di fuori dell'ambiente lavorativo rientrano nella categoria di malattie. Mantenendo chiara questa distinzione, è possibile comprendere quando si applica ciascuno di questi istituti in un contesto lavorativo.