Tra le strategie di risparmio e investimento più adattabili e accessibili vi sono i Piani di accumulo del capitale, noti anche come Pac. Questi piani implicano l'accumulo di piccole somme di denaro a intervalli regolari, le quali vengono poi investite in strumenti finanziari al fine di ottenere rendimenti nel tempo. Entriamo nei dettagli:
Come funziona un Pac (piano di accumulo)
Pac (piano di accumulo), calcoli ed esempi
Il Piano di accumulo del capitale mira a incrementare gradualmente il capitale investito dal risparmiatore nel tempo. Questo strumento offre una flessibilità su misura per le esigenze individuali: i partecipanti hanno il controllo sulla frequenza, l'importo e la durata del piano, che può variare da un minimo di un anno fino a un massimo di 40. Per massimizzare i benefici, gli esperti consigliano un periodo di investimento a medio-lungo termine, di almeno 6/7 anni.
Il Pac si basa sul modello del Dollar Cost Average che prevede investimenti regolari di importi fissi in titoli azionari o obbligazionari. Questo approccio, introdotto da Benjamin Graham, favorisce la diversificazione per ridurre i rischi specifici legati ai singoli titoli. A differenza del DCA, nel Pac non si investe direttamente in azioni, ma in fondi Etf o altri veicoli di investimento collettivo.
Il principale vantaggio del Pac è la gestione del rischio e della volatilità di mercato nel tempo, grazie alla normalizzazione del prezzo medio di acquisto. Offre costanza, flessibilità e la possibilità di investire anche piccole somme, rendendolo accessibile anche a coloro con disponibilità finanziarie limitate. Il piano aiuta anche a evitare decisioni emotive durante le fluttuazioni del mercato.
Il Pac presenta alcuni svantaggi, tra cui l'effetto ridotto degli investimenti aggiuntivi nel tempo e i costi di gestione e sottoscrizione. L'uscita anticipata può comportare penali e può non essere conveniente a causa dei diritti fissi applicati su ogni rata.
Il principale limite dei Pac è che nel tempo, l'effetto degli investimenti aggiuntivi tende a diminuire sull'andamento medio del prezzo. Se il mercato subisce una fase ribassista dopo un certo numero di periodi, l'investitore potrebbe subire perdite, specialmente se il controvalore degli strumenti finanziari è rilevante.
Per illustrare ciò, consideriamo quattro scenari con un rendimento medio annuo del 4% per i Pac. Un Pac di 1.000 euro all'anno si tradurrà in un capitale di 12.486 euro nel primo caso, 11.271 euro nel secondo, 16.565 euro nel terzo e 12.280 euro nel quarto.
Se questi piani possono mitigare il rischio di timing legato all'ingresso nel mercato azionario, non eliminano il rischio di uscita dal mercato. Negli anni finali del Pac, l'investitore si troverà con una somma elevata soggetta ai rischi di ribasso di mercato, con un impatto limitato dei versamenti residui.
Esistono metodologie, spesso vendute come personalizzazioni dei Pac legate al ciclo di vita, che automaticamente riducono la quota azionaria del portafoglio avvicinandosi alla scadenza del piano. Queste strategie sono spesso poco vantaggiose in termini di costo e risultati.
Per quanto riguarda i costi, oltre alle spese di sottoscrizione e gestione, l'investitore può affrontare oneri legati ai versamenti come diritti fissi per ogni apporto, spese postali e amministrative. I costi di sottoscrizione possono essere sbilanciati all'inizio del Pac, con una percentuale significativa delle commissioni totali da pagare subito, seguita dal resto spalmato su tutte le rate. Questo serve a proteggere la società gestore dall'uscita anticipata dell'investitore. Va prestata attenzione anche ai costi di uscita che potrebbero essere applicati.