Per quali spese sanitarie all'estero e in quali nazioni è previsto rimborso nel 2022

Da spese sanitarie per ricoveri a spese odontoiatriche, per cure urgenti e necessarie per determinate patologie: per quali spese sanitarie all'estero si può avere rimborso

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
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Per quali spese sanitarie all’estero è previsto il rimborso nel 2022?

Per le spese sanitarie sostenute all’estero è possibile chiedere il rimborso e stando a quanto stabilito dalle norme in vigore le spese sanitarie all’estero per cui è possibile chiedere il rimborso sono spese per cure autorizzate a ricevere nel proprio paese, spese sanitarie per cure urgenti, spese per eventuale ricovero e di pronto soccorso, e spese odontoiatriche.
 

Quando si trascorre un periodo all'estero, a prescindere se si tratti di soggiorni brevi o lunghi, o per motivi di lavoro o di studio, e si ha bisogno di prestazioni sanitarie, si devono anticipare le spese sanitarie per poi successivamente richiederne il rimborso. 

I non residenti in Italia iscritti al servizio sanitario nazionale, per avere il rimborso, devono presentare apposita domanda al Ministero della Salute tramite Ambasciata o Consolato italiani all’estero competenti entro tre mesi dalla data dell’ultima spesa sostenuta correlata ad un singolo evento morboso. Vediamo in questo pezzo per quali spese sanitarie sostenute all’estero è previsto il rimborso nel 2022.

  • Per quali spese sanitarie all'estero e in quali nazioni è previsto rimborso
  • Come avere rimborso per spese sanitarie sostenute all’estero

Per quali spese sanitarie all'estero e in quali nazioni è previsto rimborso

Per le spese sanitarie sostenute all’estero è possibile chiedere il rimborso e stando a quanto stabilito dalle norme in vigore le spese sanitarie all’estero per cui è possibile chiedere il rimborso sono le seguenti: 

  • spese per cure autorizzate a ricevere nel proprio paese;
  • spese sanitarie per cure urgenti;
  • spese per eventuale ricovero;
  • spese di pronto soccorso;
  • tutte le spese sanitarie previste per la cura di una determinata patologia;
  • spese odontoiatriche.

Non rientrano nelle spese sanitarie rimborsabili i ticket eventualmente richiesti nel Paese dove ci si reca, interventi estetici per rifarsi seno o naso.

L’Italia ha stipulato con alcuna nazioni, che sono quelle Ue, accordi bilaterali per l’assistenza sanitaria che permettono agli italiani di usufruire delle diverse prestazioni sanitarie nei Paesi dove ci si reca con possibilità di richiedere il rimborso delle spese una volta rientrati. 

Se ci si reca in un Paese extra-UE con il quale l’Italia non ha stipulato alcuna convenzione di assistenza sanitaria bilaterale, per le eventuali spese sanitarie che si sostengono non è previsto alcun rimborso, per cui il consiglio in questi casi è quello di stipulare una polizza assicurativa prima di partire.

La richiesta di rimborso di tali spese sanitarie è generalmente gratuita e il rimborso avviene solitamente in un tempo di 90 giorni al massimo. Il rimborso avviene secondo le tariffe del servizio del Paese visitato e se nello stesso è previsto il pagamento di un ticket, non si può chiedere il rimborso al rientro in Italia.

Come avere rimborso per spese sanitarie sostenute all’estero

Per avere il rimborso per le spese sanitarie sostenute all’estero, come accennato a inizio pezzo, bisogna presentare apposita domanda al Ministero della Salute italiano, accompagnata da tutta la documentazione comprovante l’effettiva spesa sostenuta.

Se le spese sono state sostenute direttamente dalla persona, la domanda di rimborso deve essere accompagnata, in particolare, dalla seguente documentazione:

  • domanda di rimborso;
  • parere di congruità delle spese rilasciato dal Capo della Rappresentanza diplomatica o dell'Ufficio consolare italiana all'estero;
  • certificato medico con diagnosi e/o relazione sanitaria;
  • in caso di ricovero ospedaliero, la dichiarazione da parte della struttura sanitaria del costo della degenza ordinaria in vigore nella struttura medesima;
  • documentazione di spesa in originale, regolarmente quietanzata, rilasciata in conformità con le norme fiscali vigenti nel Paese (fatture, quietanze o ricevute di pagamento) dalla quale risultino tutte le spese sostenute;
  • traduzione in lingua italiana della documentazione se fatta in lingua diversa da inglese e francese;
  • iscrizione alla Camera di Commercio o al Registro delle Imprese per il lavoratore privato dipendente una impresa o per il lavoratore autonomo, e in tal caso serve anche l’iscrizione agli Albi Professionali per i liberi professionisti.