La pensione di invalidità rappresenta un sostegno economico per chi presenta una ridotta capacità lavorativa. Molti beneficiari si chiedono se sia possibile svolgere un'attività professionale mantenendo questo sussidio. La risposta è generalmente positiva, ma con alcune limitazioni e condizioni ben precise stabilite dalla normativa vigente e confermate dalla giurisprudenza. Analizziamo nel dettaglio quando e come è possibile conciliare lavoro e pensione di invalidità secondo le disposizioni previste per il 2025.
Secondo la normativa attuale, la pensione di inabilità al lavoro è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa. Questa prestazione assistenziale viene infatti erogata dall'INPS a favore dei lavoratori le cui capacità professionali risultano permanentemente ridotte a meno di un terzo a causa di infermità o difetti fisici o mentali.
L'inserimento professionale delle persone con invalidità avviene attraverso il collocamento mirato, un sistema che favorisce l'incontro tra le esigenze dei datori di lavoro e le capacità dei lavoratori con disabilità.
È importante sottolineare che la possibilità di lavorare mentre si percepisce la pensione di invalidità rappresenta un diritto fondamentale, sostenuto anche dalla Costituzione italiana che, all'articolo 38, garantisce ai cittadini inabili al lavoro e privi dei mezzi necessari per vivere il diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
Per continuare a beneficiare della pensione di invalidità mentre si lavora, è necessario rispettare precise soglie di reddito stabilite dalla legge. Per il 2025, questi limiti sono fissati a:
Il superamento di queste soglie comporta la sospensione dell'erogazione della pensione per il periodo in cui il reddito eccede i limiti consentiti. È fondamentale monitorare attentamente i propri guadagni per evitare di perdere il beneficio assistenziale.
Questi limiti reddituali vengono periodicamente aggiornati in base all'inflazione e alle disposizioni di legge. Per il 2025, le soglie rimangono invariate rispetto all'anno precedente, come confermato dalle circolari INPS.
Per accedere alla pensione di invalidità è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici:
Una volta riconosciuta, la pensione di invalidità decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda e viene inizialmente corrisposta per un periodo di tre anni. Al termine di questo periodo, è possibile richiederne il rinnovo, presentando una nuova domanda e sottoponendosi a una verifica che confermi la persistenza dello stato invalidante.
È importante notare che dopo due conferme consecutive, l'assegno diventa definitivo e rimane tale fino all'eventuale decadenza dei requisiti che ne hanno permesso l'ottenimento.
Esistono situazioni specifiche in cui la pensione di invalidità non è compatibile con lo svolgimento di un'attività lavorativa. In particolare, gli invalidi al 100% a cui viene riconosciuta una totale e permanente inabilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa non possono conciliare lavoro e pensione.
In questi casi, la normativa prevede l'erogazione di prestazioni diverse, come l'assegno di accompagnamento, che riconosce la necessità di un'assistenza continua per le attività quotidiane. La giurisprudenza ha più volte confermato questo principio, come evidenziato in diverse sentenze della Corte di Cassazione.
La giurisprudenza ha contribuito a chiarire diversi aspetti riguardanti la compatibilità tra pensione di invalidità e attività lavorativa. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 17388/2018, ha ribadito che lo svolgimento di attività lavorativa non è di per sé incompatibile con la pensione di invalidità, a condizione che vengano rispettati i limiti di reddito previsti dalla legge.
Altre pronunce importanti hanno riguardato:
Questi orientamenti giurisprudenziali confermano la volontà del legislatore di favorire l'inserimento lavorativo delle persone con invalidità, senza che questo comporti necessariamente la perdita del sostegno economico garantito dalla pensione.