Avere una casa da voler affittare rappresenta una grande responsabilità per i proprietari di casa che devono cercare inquilini affidabili, che siano in grado di pagare sempre i canoni di locazione pattuiti e anche mantenere bene le case. Purtroppo non sempre è così.
Ci sono inquilini morosi che non pagano regolarmente l’affitto mensile, così come ci sono inquilini che, una volta scaduto il contratto, non lasciano la casa.
Questa situazione può verificarsi soprattutto in due casi, sia alla naturale scadenza di un contratto e sia quando un proprietario manda una disdetta, cosa assolutamente legale e prevista dalla legge proprio per chiedere la liberazione di casa.
Il proprietario di una casa in affitto può decidere di disdire il contratto di locazione in anticipo rispetto alla scadenza mandando una lettera di disdetta e seguendo un’apposita procedura, partendo dal preavviso.
Il locatore deve, infatti, per legge, dare un preavviso scritto all'inquilino di almeno 6 mesi rispetto alla prima scadenza naturale del contratto.
Ciò significa che nei contratti a canone libero 4+4, il proprietario deve informare l’inquilino almeno 6 mesi prima dello scadere dei primi 4 anni, e nei contratti a canone concordato 3+2, almeno 6 mesi prima dello scadere dei primi 3 anni.
E’ poi necessario esprimere le motivazioni per cui si chiede di lasciare prima la casa.
Le comprovate motivazioni previste sono le seguenti:
In ogni caso, il proprietario deve comunicare la disdetta almeno 6 mesi prima della prima scadenza del contratto tramite una lettera a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno, Pec o fax, in cui spiega esaustivamente le motivazioni e indica la data in cui il conduttore deve lasciare l’immobile.
Dunque, il proprietario non può richiedere la liberazione dell’appartamento prima delle scadenze previste senza preavviso o senza comprovate esigenze che rispettano le motivazioni previste, altrimenti l’inquilino ha diritto a rimanere nell’immobile fino ai termini stabiliti.
Se, invece, il proprietario decide di non rinnovare il contratto alla sua conclusione completa, non ha l’obbligo di fornire motivazioni particolari.
Chiarite le motivazioni che possono portare un proprietario di casa a chiederne la liberazione agli inquilini in affitto, nel caso in cui questi ultimi non dovessero rispettare le richieste trascorso il tempo di preavviso stabilito dalla legge, il proprietario non può mai agire con la forza per liberare l'appartamento, pur se di sua proprietà.
E' certamente un problema enorme quello di avere una casa occupata da terze persone che non vogliono lasciarla e il ricorso alla forza, nei casi estremi, dopo tantissimi tentativi di richiesta di lasciarla libera, è sempre una ipotesi paventata.
Purtroppo, per legge non si può fare: usare la forza per liberare una casa da inquilini che non vogliono andar via può diventare, infatti, un reato.
Pur se si è dalla parte della ragione, non si può far valere i propri diritti con la forza o la violenza ma bisogna sempre ricorrere alle vie legali, chiedendo l'intervento del giudice di competenza.
Non è mai possibile cambiare la serratura di casa o disdire le utenze dell’inquilino, altrimenti lo stesso proprietario si ritroverebbe anche a pagare il risarcimento danni all’inquilino.
Dunque, se un inquilino non libera la casa affittata, il proprietario può sporgere querela contro l'inquilino perchè il codice penale punisce la condotta di chi invade illegalmente la proprietà di altri al fine di occuparla o di trarne profitto. Si tratta, infatti, di invasione di terreni o edifici, per cui scatta il reato di occupazione abusiva.
In presenza di un regolare contratto di locazione, alla sua scadenza, se l'inquilino non lascia la casa, il proprietario può solo rivolgersi al giudice, avviando la procedura di sfratto per finita locazione.