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Si può pagare l'affitto casa in contanti o è sempre vietato?

L’affitto di casa si può pagare in contanti? regole previste e consigli per proprietari e inquilini di case in affitto.

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Si può pagare l'affitto casa in cont

Si può pagare l’affitto di casa in contanti?

Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, è possibile pagare l’affitto di casa in contanti. Nessuna legge vieta, infatti, il pagamento dell’affitto in contanti previo accordo tra proprietario e inquilino e rilascio di ricevuta o altro documento mensile che attesti che il pagamento avviene regolarmente. 
 

Quando si stipula un contratto di affitto regolare, bisogna registrarlo all'Agenzia delle Entrate versando la relativa imposta di registro da parte del proprietario di casa che può decidere a sua volta di dividere la somma al 50% con l'inquilino.

La registrazione del contratto di affitto all'Agenzia delle Entrate implica il pagamento dell'Irpef per il locatore sui canoni che incasserà. Sul contratto di locazione, infatti, è chiaramente riportato l'importo che ogni mese l'inquilino deve pagare al proprietario di casa.

Generalmente il pagamento del canone di locazione avviene tramite bonifico bancario o postale, sistema tracciabile, che mette al riparo da ogni genere di controllo fiscale sia proprietario di casa, che sul reddito derivante dall'affitto della casa paga le tasse, e sia inquilino, che in caso di problemi eventuali può dimostrare di aver effettuato regolarmente i pagamenti dovuti. Ma è possibile pagare l'affitto di casa in contanti o è vietato?

Pagamento del canone di locazione in contanti: è consentito?

Pagare l'affitto di casa in contanti non è vietato. Non esiste, infatti, alcuna legge specifica che proibisce il pagamento del canone di affitto pattuito in contanti. L'inquilino ha piena facoltà di chiedere al proprietario di casa di pagare l'affitto in contanti e il proprietario può tranquillamente accettare il pagamento anche in contanti in maniera del tutto legale e viceversa.

Sia inquilino che proprietario possono, dunque, chiedere che il pagamento dell'affitto di casa avvenga in contanti e non tramite bonifico bancario o postale o altro strumento di pagamento tracciabile, e si tratta di una modalità del tutto legale, a patto che si rispettino le normative vigenti sui limiti d'utilizzo del contante.

Limiti e restrizioni al pagamento dell'affitto in contanti

L'attuale normativa che regola il pagamento del canone di affitto in contanti è il Decreto Milleproroghe, convertito successivamente nella Legge n. 15 del 25 febbraio 2025. Questa norma autorizza il pagamento dell'affitto con mezzi non tracciabili entro una determinata soglia, oltre la quale diventa obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili come bonifico, assegno, o carta di credito.

Il limite mensile per il pagamento dell'affitto in contanti attualmente è fissato a 999,99 euro. La legge consente all'inquilino di effettuare il pagamento dell'affitto in contanti anche per più mensilità, a patto che il canone dovuto non superi la soglia prevista di 999,99 euro.

La violazione di tali soglie comporta l'applicazione di sanzioni piuttosto pesanti sia per locatore che per inquilino, le quali possono oscillare tra l'1% e il 40% dell'importo versato.

L'importanza della ricevuta di pagamento

È bene precisare che se l'affitto si paga in contanti, deve essere premura di proprietario di casa innanzitutto e anche di inquilino definire un modo per registrare e dichiarare l'avvenuto pagamento. Di solito, quando si decide di pagare l'affitto di casa in contanti, l'inquilino paga al proprietario la somma fissata per il canone di locazione e il proprietario rilascia all'inquilino ogni mese una ricevuta che riporta data di pagamento, indicando giorno, mese e anno, importo versato e le firme di entrambe le parti.

Se si decide di effettuare il pagamento dell'affitto in contanti, la ricevuta di locazione deve essere obbligatoriamente rilasciata dal locatore su richiesta dell'inquilino. Tale obbligo, specificato dall'articolo 1199 del Codice Civile, fa sì che l'inquilino abbia diritto a non pagare l'affitto o, in alternativa, a dimostrare tramite prove e testimoni l'avvenuto pagamento del canone, qualora il proprietario si rifiutasse di emettere la ricevuta.

Inoltre, quando l'importo del canone è superiore a 77,47 euro e il contratto non prevede il regime della cedolare secca, sulla ricevuta deve essere apposta una marca da bollo da 2 euro. Quest'ultima deve essere pagata dal debitore, ossia da colui che emette la quietanza. Il mancato pagamento comporta delle sanzioni a carico sia di locatore che conduttore.

Conseguenze del mancato rilascio della ricevuta

La ricevuta di pagamento dell'affitto in contanti che il proprietario fa e rilascia all'inquilino rappresenta un documento ufficiale e che ha anche valore legale nel caso di problemi o controversie e accerta in modo chiaro che il pagamento dell'affitto avviene con regolarità.

Se il pagamento dell'affitto in contanti non è in alcun modo registrato o dichiarato, nel caso di eventuali problemi con l'inquilino, il proprietario di casa non può in alcun modo dimostrare che effettivamente l'inquilino non ha pagato e, di conseguenza, non ha alcun poter di rifarsi sullo stesso inquilino per recuperare parte dei canoni pagati in contanti, non può chiedere un decreto ingiuntivo e non può avviare un procedimento di sfratto.

È chiaro, quindi, che se il pagamento affitto è in contanti, quindi viene eseguito con un metodo non tracciabile, sta all'inquilino avere l'accortezza di richiedere la ricevuta che accerti la regolarità del versamento. Questo vuol dire che il pagamento affitto in contanti senza ricevuta espone il conduttore a rischi e ripercussioni nel caso di controversie o problemi con il locatore.

Detrazioni fiscali e pagamento dell'affitto in contanti

La normativa fiscale ha introdotto novità relative alla possibilità di usufruire della detrazione fiscale per il pagamento dell'affitto in contanti. La norma prevede che, per il pagamento dei canoni di locazione, la tracciabilità sia obbligatoria esclusivamente per gli studenti universitari che sono quindi tenuti a versare il canone d'affitto tramite metodi tracciabili come carta di credito, bonifico, assegno ecc.

Continua, invece, ad essere ammesso il pagamento dell'affitto in contanti per le detrazioni fiscali forfettarie riconosciute ai titolari di contratti di locazione di immobili adibiti ad abitazione principale. Naturalmente, il pagamento dell'affitto in contanti non limita il diritto dell'inquilino a beneficiare delle detrazioni fiscali previste per la tipologia di modello del contratto di affitto che ha compilato e stipulato in accordo con il locatore.

Attualmente, l'esclusione dall'obbligo di tracciabilità riguarda la detrazione forfettaria pari a 300 euro, per i beneficiari aventi un reddito non superiore a 15.493,71 euro, e a 150 euro, per i contribuenti aventi un reddito complessivo compreso tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.

Alternative al pagamento in contanti

Gli affitti possono essere pagati secondo diverse modalità. Esistono i metodi non tracciabili, che consentono di pagare il canone dell'affitto in contanti, e i metodi tracciabili, in cui il versamento avviene tramite bonifico bancario o postale, assegno, carta di credito, ecc.

Il bonifico bancario o postale rappresenta oggi la modalità più comune e apprezzata grazie alla sicurezza e tracciabilità che offre. Quando si effettua un pagamento con bonifico bancario, è importante prestare attenzione alla causale, specificando chiaramente il mese di riferimento del canone pagato. Una causale dettagliata consente all'inquilino di utilizzare la contabile di pagamento come prova dell'avvenuto versamento, fungendo di fatto da quietanza.

Altre opzioni valide includono il pagamento tramite assegno bancario non trasferibile, carte di credito o piattaforme digitali di pagamento. Tutti questi metodi assicurano che ogni transazione sia documentata, facilitando la verifica da parte di locatori e inquilini in caso di dispute.

Se l'inquilino non dispone di un conto corrente è possibile pagare il canone d'affitto versando l'importo sulla carta prepagata PostePay del locatore, nonché proprietario dell'immobile. Questa soluzione rappresenta un'alternativa pratica che mantiene comunque la tracciabilità del pagamento.

Regime della cedolare secca e implicazioni sul pagamento

La cedolare secca è un regime fiscale alternativo che può essere scelto dal locatore. Questo regime sostituisce l'Irpef, l'addizionale regionale e comunale, l'imposta di registro e l'imposta di bollo sul contratto di locazione, sulle risoluzioni e sulle proroghe.

Quando il locatore opta per la cedolare secca, non è necessario apporre la marca da bollo da 2 euro sulla ricevuta di pagamento, anche se l'importo supera i 77,47 euro. Inoltre, il proprietario deve rinunciare agli aggiornamenti del canone, inclusa la variazione accertata dall'Istat.

È importante notare che, anche in presenza di cedolare secca, le norme sulla tracciabilità dei pagamenti rimangono invariate: se il canone mensile supera i 999,99 euro, il pagamento deve avvenire con metodi tracciabili indipendentemente dal regime fiscale scelto.

Consigli pratici per proprietari e inquilini

Per evitare problemi legati al pagamento del canone di locazione, ecco alcuni consigli utili per entrambe le parti:

Per il proprietario:

  • Specificare chiaramente nel contratto le modalità di pagamento accettate
  • Rilasciare sempre una ricevuta per i pagamenti in contanti
  • Conservare tutte le ricevute e la documentazione relativa ai pagamenti
  • Valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi della cedolare secca
  • In caso di mancato pagamento, agire tempestivamente secondo le procedure legali

Per l'inquilino:

  • Preferire, quando possibile, metodi di pagamento tracciabili
  • Richiedere sempre la ricevuta per i pagamenti in contanti
  • Conservare tutte le ricevute di pagamento per l'intera durata del contratto
  • Verificare se si ha diritto a detrazioni fiscali e quali requisiti sono necessari
  • Comunicare tempestivamente al proprietario eventuali difficoltà nel pagamento del canone

Riassumendo....

Il pagamento dell'affitto in contanti è legalmente consentito, ma con precise limitazioni e obblighi che entrambe le parti devono rispettare. La normativa attuale fissa il limite a 999,99 euro per i pagamenti in contanti, oltre il quale diventa obbligatorio utilizzare metodi tracciabili.

Indipendentemente dalla modalità scelta, è fondamentale che il proprietario rilasci sempre una ricevuta di pagamento, che costituisce un documento ufficiale con valore legale in caso di controversie. Per importi superiori a 77,47 euro e in assenza di cedolare secca, è necessario applicare sulla ricevuta una marca da bollo da 2 euro.

Sebbene il pagamento in contanti rimanga un'opzione valida, i metodi tracciabili come bonifici e assegni offrono maggiore sicurezza e trasparenza per entrambe le parti, riducendo il rischio di controversie e fornendo una prova incontestabile dell'avvenuto pagamento.

Sia proprietari che inquilini dovrebbero conoscere a fondo la normativa vigente per evitare sanzioni e garantire una gestione corretta e serena del rapporto di locazione.

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