La regolamentazione della temperatura minima e massima obbligatoria in uffici pubblici e privati in estate e in inverno è stata introdotta per promuovere l’efficienza energetica e tutelare la salute degli occupanti, con limiti stringenti fissati per il 2025. Con la recente normativa e le raccomandazioni di organismi come il Ministero dell’Ambiente, l’INAIL e l’ENEA, lavoratori, responsabili aziendali e amministrazioni devono uniformarsi a parametri ben definiti e adottare buone pratiche per l’uso responsabile della climatizzazione.
La letteratura tecnica e le normative europee e internazionali sottolineano che il comfort termico non dipende solo dalla temperatura dell’aria, ma anche da fattori come umidità relativa (ideale tra 40% e 60%), velocità dell’aria, temperatura radiante e livello di isolamento degli ambienti. Indici come PMV (Predicted Mean Vote) e PPD (Predicted Percentage Dissatisfied), definiti dalla normativa UNI-EN-ISO 7730, orientano la valutazione delle condizioni di benessere termico. In generale, valori raccomandati dagli esperti, come quelli di INAIL e OMS, suggeriscono temperature in ufficio tra 18-22°C in inverno e non oltre 24°C in estate, con differenze tra interno ed esterno inferiori a 7°C per limitare gli sbalzi termici e i rischi alla salute.
Il Decreto Legislativo 81/2008 (art. 65 e allegato IV) impone ai datori di lavoro di mantenere condizioni ambientali adeguate, relazionando la temperatura interna allo sforzo fisico richiesto dall’attività svolta:
Laddove non sia tecnicamente possibile mantenere tali condizioni, si devono adottare dispositivi di protezione individuale, misure localizzate o soluzioni tecniche (es. schermi solari, ventilazione aggiuntiva).
I limiti di funzionamento e le date per l’accensione e lo spegnimento degli impianti seguono la suddivisione in zone climatiche (da A a F), con diversi periodi e limiti orari stabiliti dal DPR 74/2013 e dalle ordinanze comunali. Ad esempio, nella zona E (Milano, Torino, Bologna), l’impianto è attivabile tra il 15 ottobre e il 15 aprile per massimo 14 ore al giorno. Le temperature massime non devono superare i 19°C (+2°C di margine), mentre negli edifici industriali/artigianali il limite è 18°C + 2°C.
ENEA consiglia la manutenzione regolare, l’impiego di valvole termostatiche, sistemi di termoregolazione climatica e l’adozione di tecnologie ad alta efficienza (es. pompe di calore, caldaie a condensazione) per contenere i consumi e ottimizzare il comfort termico.
L’uso scorretto della climatizzazione può causare diversi problemi alla salute, tra cui:
Per ridurre i rischi:
Oltre ai vincoli normativi e alle sanzioni, la gestione responsabile della temperatura in ufficio è indispensabile per favorire la sostenibilità ambientale e ridurre i costi energetici:
Nel 2025, il mancato rispetto delle normative comporta sanzioni economiche considerevoli, con importi che possono raggiungere i 3.000 euro. La responsabilità ricade su amministratori, responsabili tecnici e datori di lavoro, chiamati a verificare periodicamente le condizioni microclimatiche tramite procedure di controllo interne o affidandosi a tecnici abilitati. Le autorità possono eseguire controlli a campione sia negli uffici pubblici sia nei grandi complessi privati.