Il giorno del Venerdì Santo non è considerato una festività civile nel calendario italiano, non rientra tra i giorni rossi riconosciuti dallo Stato, per cui si lavora regolarmente e si riceve la normale retribuzione spettante.
Se si lavora il giorno del venerdì Santo si viene pagati di più? Il giorno del Venerdì Santo ha un importante significato religioso per i cristiani perché è il giorno in cui si ricorda la crocifissione e la morte di Gesù.
È il giorno della Via Crucis e, in molte tradizioni religiose, è il giorno in cui non si mangia la carne e qualcuno fa anche il digiuno come forma di penitenza.
Nonostante abbia un profondo valore simbolico e religioso, il giorno del Venerdì Santo non è considerato una festività civile nel calendario italiano, non rientra tra i giorni rossi riconosciuti dallo Stato, per cui si lavora regolarmente e si riceve la normale retribuzione spettante.
Le festività a lavoro si distinguono principalmente in due categorie: ci sono, infatti, quelle nazionali, che sono riconosciute su tutto il territorio italiano e devono essere retribuite, anche se non cadono in un giorno lavorativo, come il primo maggio la Festa dei lavoratori, o il 25 aprile, Festa della Liberazione.
E ci sono poi le festività infrasettimanali, che cadono in giorni feriali e prevedono l’astensione dal lavoro dando ai lavoratori il diritto a percepire la normale retribuzione.
Se la festività cade in un giorno lavorativo, il lavoratore percepisce la normale paga giornaliera, ma se cade in un giorno non lavorativo o di riposo settimanale, deve avere una retribuzione aggiuntiva.
Inoltre, nel calcolo della retribuzione spettante al lavoratore durante il giorno festivo bisogna considerare anche i compensi per lavoro straordinario erogati in base a quanto previsto dal Ccnl di settore.
Precisiamo che il compenso per lavoro straordinario si calcola solo se previsto da norme specifiche o dalla disciplina collettiva.
Il motivo per cui nel nostro Paese il Venerdì Santo non è considerata una festività dipende dalla stessa natura della ricorrenza: non si tratta di un giorno da festeggiare, ma di lutto, per cui, nonostante il significato religioso, non è un giorno di riposo lavorativo.
Non essendo, quindi, considerato e incluso tra i giorni festivi, chi presta lavoro nel giorno di Venerdì Santo prima di Pasqua non ha diritto ad alcuna maggiorazione né altro aumento. Ciò significa che tale giornata non viene pagata di più.
Come il Venerdì Santo, anche il giorno del Giovedì Santo, a differenza dei giorni di Pasqua e Pasquetta, non è incluso tra i giorni festivi segnati in rosso sul calendario, è considerando un normale giorno lavorativo e pertanto non prevede un pagamento maggiorato in busta paga.
Si lavora regolarmente, come un normale giorno settimanale, e si riceve la normale retribuzione spettante per il proprio inquadramento.
Il Giovedì Santo rappresenta un momento cruciale nella Settimana Santa: commemora l'Ultima Cena di Gesù Cristo con i suoi apostoli, prima della sua crocifissione. Questa ricorrenza cristiana simboleggia l'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio.