Pignoramenti stipendio regole attuali 2022 e limiti in vigore quest'anno

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Pignoramenti stipendio regole attuali 2022 e limiti in vigore quest'anno

Pignoramento dello stipendio, possibile se il soggetto deve soldi per ricompensare un debito ma entro alcuni limiti, fissati per preservare sopravvivenza e sicurezza di ogni singolo o famiglia. Ma come funziona il pignoramento dello stipendio? Quando scatta? E quali sono i limiti di pignoramento dello stipendio imposti dalle regole attuali nel 2022?

Pignoramento dello stipendio, come funziona

Nonostante l'obbligo per chiunque contragga un debito di ricompensare il debito stesso, se il debitore non provvede al pagamento di quanto dovuto, dopo una serie di avvisi, scatta il pignoramento dello stipendio. Tuttavia, per non pregiudicare esistenza e stili di vita, sono stati stabiliti dei limiti al pignoramento dello stipendio proprio per tutelare il debitore e le eventuali altre persone che da lui dipendono. L’atto di pignoramento viene consegnato dall’avvocato del creditore all’ufficiale giudiziario del tribunale competente che, a sua volta, lo notifica, o tramite posta o direttamente di persona, sia al debitore che al suo datore di lavoro o alla banca.

Si può pignorare lo stipendio o prima che venga erogato al dipendente, e in tal caso l’atto di pignoramento deve essere notificato sia al debitore che al datore di lavoro che deve poi trattenere quanto dovuto, o dopo l’erogazione dello stipendio sul conto corrente del dipendente, e in tal caso l’atto di pignoramento deve essere notificato sia al debitore che alla banca.

I limiti e le regole attuali per lo pignoramento dello stipendio applicabili

Il pignoramento dello stipendio scatta nei casi di debiti per imposte o per alimenti, o per altri debiti, per esempio nei confronti di finanziarie, banche, ecc.). Per quanto riguarda i limiti delle regole attuali per il pignoramento dello stipendio, quest’ultimo, stando a quanto riportano le ultime notizie, può essere pignorato fino a massimo un quinto, cioè al 20%, considerando la retribuzione al netto delle ritenute previdenziali e di quelle fiscali. Tuttavia, vi sono diverse eccezioni.
Per esempio, se il debito scatta per alimenti il cui versamento è obbligatorio per legge per la garanzia della sopravvivenza di familiari, il limite al pignoramento dello stipendio è di un terzo; se, invece, vi sono crediti nei confronti del datore di lavoro, quest’ultimo può trattenere massimo un quinto dello stipendio nel caso in cui il rapporto di lavoro sia ancora in corso, mentre se il rapporto di lavoro si è concluso, il datore può recuperare il suo credito trattenendo o la busta paga o il Tfr.

Il limite di pignoramento allo stipendio di un quinto vale anche per tasse statali o regionali dovute a Stato, Province, Comuni e Regioni. Se, però, per il recupero del debito viene notificata una cartella esattoriale, la situazione cambia e i limiti anche, per cui:

  1. se lo stipendio è inferiore o pari a 2.500 euro, il limite al pignoramento è di un decimo dello stipendio;
  2. se lo stipendio è compreso tra i 2.500 euro e i 5mila euro, il limite al pignoramento è di un settimo dello stipendio;
  3. se lo stipendio supera i 5mila euro, il limite al pignoramento è di un quinto.
Cambiano ancora le regole per il pignoramento dello stipendio in banca. In particolare, se lo stipendio viene accreditato prima del pignoramento, si può pignorare solo l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, mentre se lo stipendio viene accreditato alla data del pignoramento o dopo il pignoramento, resta il limite di pignoramento di un quinto dello stipendio, ad eccezione dei casi di crediti alimentari, per cui si può arrivare a pignorare l’intero stipendio, o di concorso di più cause creditorie, come alimenti e imposte, per cui si può pignorare fino a metà dello stipendio percepito.