Turni di notte, quando chiedere esonero
Turno di notte vuol dire lavorare per almeno 7 ore consecutive tra la mezzanotte e le 5 del mattino. Ma chi può essere esonerato dal prestare la propria attività?
Ci sono alcuni lavori per cui sono indispensabili i turni di notte. Pensiamo ad esempio al comparto della sicurezza e della sorveglianza in cui il livello di attenzione deve essere costantemente elevato.
Qualcuno lo deve pur fare, verrebbe da dire. La maggiore fatica ovvero dello stravolgimento dei ritmi tradizionali viene comunque compensata con un compenso economico maggiore, anche se non sempre questa è la chiave giusta per fare breccia tra i lavoratori.
Spesso e volentieri possono infatti esserci ragioni di carattere personale o di salute che impediscono di garantire la propria disponibilità a lavorare di notte. Cerchiamo allora di saperne di più in base alla normativa adesso in vigore e dunque analizziamo la situazione attuala. In particolare, vediamo in questo articolo
Prima di capire quando si può chiedere esonero dai turni di notte occorre consultare la normativa in vigore per intendersi sulla definizione
Turno di notte vuol dire lavorare per almeno 7 ore consecutive tra la mezzanotte e le 5 del mattino. All'interno di questa fascia oraria, il lavoratore notturno presta servizio per almeno 3 ore per un minimo di 80 giorni all'anno in modo normale oppure per una parte dell'orario.
E in questo ultimo caso entrano in gioco i contratti collettivi nazionali del lavoro perché ciascuna categoria applica regole differenti. Possiamo anche fare alcuni esempi concreti: nel contratto Terziario il turno di notte va dalle 22 alle 6; in quello Metalmeccanico dalle 12 ore successive all'inizio del turno del mattino, nel Turismo dalle 24 alle 6, nell'Alimentare dalle 22 alle 6 per le conseguenze retributive e dalle 22 alle 5 per quelle legali.
Possiamo comunque procedere con numerosi altri esempi, tutti variabili in base al Contratto collettivo nazionale di lavoro, come quelli relativi al contratto Tessile dalle 22 alle 6 agli effetti retributivi e dalle 23 alle 6 agli effetti legali, al contratto Gomma 9 ore da fissare tra le 20 e le 8 per impiegati e intermedi e dalle 22 alle 6 per gli operai, al contratto Calzature dalle 22 alle 6 agli effetti retributivi e dalle 23 alle 6 agli effetti legali.
E poi, al contratto Grafica dalle 22 alle 5 e disciplina specifica per il lavoro compreso nel secondo e terzo turno, al contratto Carta dalle 22 alle 5 e l'orario coincidente con il terzo turno per i turnisti, al contratto Chimica 9 ore da fissare tra le 20 e le 8 per i non turnisti, al contratto Legno dalle 22 alle 6, al contratto Autotrasporto dalle 22 alle 6.
Di fronte a queste regole e ricordando le differenze che derivano dall'applicazione del Ccnl, ci sono diverse valide ragioni per farsi esonerare dal lavoro notturno.
La circostanza più nota è quella che fa riferimento alla legge 104 e coinvolge il lavoratore dipendente che presta assistenza a un familiare con disabilità grave. Stessa cosa per i genitori di un bambino minore di 3 anni per il lavoratore affidatario di un figlio di 12 anni.
Nessun lavoro notturno per i i minori per almeno 12 ore consecutive tra le 22 e le 6 o tra le 23 e le 7 così come per la donna tra la conferma della gravidanza e il primo anno del figlio.