Come l'andamento demografico italiano influenza e influenzerà il sistema pensionistico futuro del nostro Paese
L’Italia affronta una profonda crisi demografica, caratterizzata da una costante riduzione delle nascite e da un progressivo invecchiamento della popolazione.
I dati più recenti dell’ISTAT segnalano un calo senza precedenti della natalità, mentre l’aspettativa di vita continua ad aumentare, alimentando gravi preoccupazioni sulla tenuta del sistema pensionistico. Questo quadro genera allarme per la sostenibilità delle pensioni, una questione con pesanti ricadute sul futuro del welfare nazionale e sulle generazioni più giovani.
Nel 2024, il tasso di fecondità in Italia ha toccato il record negativo di 1,18 figli per donna, con solo 370 000 nuovi nati rispetto ai 526 000 del 1995. Il saldo naturale tra nascite e decessi resta ampiamente negativo, con sei nati e undici morti ogni mille abitanti.
Le famiglie sono sempre più piccole e le aree interne, in particolare nel Sud, sono colpite dalla riduzione dei residenti e dal conseguente impoverimento dei servizi.
Secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale dell’Istat, poi, al primo gennaio 2025, la popolazione residente in Italia è risultata pari a 58 milioni 934mila unità, in diminuzione del -0,6 per mille rispetto al primo gennaio 2024, e il processo di decremento della popolazione, in atto dal 2014 e ormai strutturale, procede evidenziando un calo in linea con quello del biennio precedente (-0,4 per mille nel 2023, -0,6 nel 2022). Inoltre, il numero di decessi (651mila nel 2024) è superiore a quello delle nascite (370mila), generando un saldo naturale pari a -281mila unità.
L’accentuata fase di denatalità, in atto dal 2008, è determinata dalla riduzione delle donne in età feconda, (le 15-49enni, diminuite di 2,4 milioni dal primo gennaio 2008, per un totale di 11,4 milioni al primo gennaio 2025), dal calo della fecondità (scesa nel 2024 al minimo storico di 1,18 figli per donna) e dal rinvio della genitorialità.
Gli ulteriori dati evidenziano che negli ultimi 70 anni l’Italia ha perso oltre cinque milioni di minori (-34,8%) e un milione e 800 mila giovani con meno di 34 anni (-14,4%), mentre, nel frattempo, sono quasi triplicati i cittadini di età superiore ai 65 anni: sono 13 milioni e 783 mila, in aumento del 253,9% negli ultimi 70 anni (quasi 10 milioni in valore assoluto).
Il dato drammatico che indica la gravità della situazione è che, se la dinamica negativa delle nascite, che va avanti ormai da 11 anni consecutivi, non cesserà, tra 200 anni l’Italia vedrà nascere il suo ultimo bambino.
L’invecchiamento della popolazione italiana determina una crescente pressione sul sistema previdenziale. Secondo l’ISTAT, nel 2024 l’aspettativa di vita ha raggiunto gli 83,4 anni, mentre la percentuale di over 65 è destinata a superare il 27,7% entro il 2031 e il 34,5% nel 2050.
La prospettiva a lungo termine segnala rischi di insostenibilità per il sistema pensionistico. Il rapporto tra pensionati e popolazione in età lavorativa è destinato a peggiorare, amplificando la pressione sulle casse dell’INPS.
Anno | Età pensionabile prevista | % Over 65 su popolazione |
2024 | 67 anni | 24,4% |
2027 | 67 anni e 3 mesi | 27% |
2051 | 69 anni e 6 mesi | 34,5% |
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