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Attestato di congruità obbligatorio anche per lavori interni in casa e ristrutturazioni. Chi lo deve fare e sanzioni possibili

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Lavori interni in casa e ristrutturazion

L'obbligo di certificare la congruità dei costi nei lavori di ristrutturazione domestica non è una novità assoluta: cosa sapere.

Il governo intensifica la lotta al lavoro nero nel settore edile con nuove disposizioni che si estendono oltre i grandi appalti pubblici e cantieri, coinvolgendo anche i lavori minori come le ristrutturazioni domestiche. Il recente decreto 1 maggio sulla coesione, approvato dal governo, introduce una misura specifica che impone ai committenti - coloro che affidano lavori edili a un'impresa - di assicurarsi che il costo della manodopera sia proporzionato al valore totale dell'opera.

Questa normativa mira a garantire che anche nei progetti di minore entità vengano rispettati gli standard lavorativi e remunerativi, evitando così il rischio di sanzioni. Questo obbligo è un passo in avanti verso una maggiore trasparenza e regolarità nel settore delle costruzioni, con l'obiettivo di eliminare le pratiche illegali e migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti nel settore. Approfondiamo allora i dettagli previsti in materia:

  • Chi deve fare l'attestato di congruità per lavori interni in casa e ristrutturazioni
  • Cosa sapere sull'attestato di congruità obbligatorio

Chi deve fare l'attestato di congruità per lavori interni in casa e ristrutturazioni

L'obbligo di certificare la congruità dei costi nei lavori di ristrutturazione domestica non è una novità assoluta, ma una normativa che, sebbene esistente da anni, è stata recentemente potenziata con l'introduzione di sanzioni più stringenti. Prima limitata agli appalti superiori ai 500.000 euro, la soglia è stata ridotta a 70.000 euro dal decreto coesione, rafforzando così i controlli anche per le ristrutturazioni di appartamenti di dimensioni medie.

La responsabilità della certificazione spetta al direttore dei lavori, come architetti o ingegneri; in assenza di questi, il committente dovrà gestire personalmente l'attestato. In caso di mancato adempimento, la multa può arrivare fino a 5.000 euro.

In parallelo il decreto estende le sanzioni anche ai piccoli appalti pubblici, eliminando la soglia precedente di 150.000 euro per imporre la certificazione di congruità a ogni progetto, senza eccezioni. Per gli amministratori pubblici che trascurano questi obblighi, le sanzioni influiranno sullo stipendio e saranno segnalate all'Anac, l'Autorità Nazionale Anticorruzione.

Cosa sapere sull'attestato di congruità obbligatorio

La nuova regolamentazione sul controllo della congruità dei costi della manodopera entra in vigore, focalizzandosi principalmente sul settore edilizio. Questa verifica inciderà su tutte le attività edilizie, incluse quelle affini, che risultano collegate ai servizi offerti dall'impresa esecutrice. La normativa fa riferimento alla contrattazione collettiva dell'edilizia, negoziata dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale.

La verifica della congruità sarà mandatoria per tutti i lavori pubblici e per quelli privati il cui valore superi la soglia dei 70.000 euro. Importante sottolineare che, per le aree colpite dagli eventi sismici del 2016, le opere di ricostruzione non saranno soggette a questa verifica, in virtù delle specifiche ordinanze emesse dal commissario straordinario del Governo. Questa esclusione riconosce le particolari esigenze di ripristino e riparazione delle zone più duramente colpite.

Le aziende del settore edilizio sono ora obbligate a presentare un'autodichiarazione alla Cassa edile territoriale per attestare la proporzione del costo della manodopera sul valore totale del progetto. La Cassa edile ha il compito di rispondere a tale richiesta entro dieci giorni.

In dettaglio, per quanto riguarda i lavori pubblici, la verifica della proporzione del costo della manodopera deve essere effettuata dal committente o dall'impresa esecutrice al momento della presentazione dell'ultimo stato di avanzamento dei lavori, prima del pagamento finale.

Per i lavori privati è invece necessario che l'impresa dimostri questa proporzione prima dell'erogazione del saldo finale da parte del committente. Questa attestazione deve coprire l'intero valore del progetto.

Le nuove normative sono valide per tutti i lavori di costruzione per i quali è stata effettuata una denuncia di inizio lavori presso la Cassa Edile o Edilcassa a partire dal primo novembre 2021. Questa misura mira a garantire maggiore trasparenza e regolamentazione nel calcolo dei costi di manodopera nei progetti edilizi.