Il nuovo regolamento fiscale introduce modifiche in termini di tempi e riduzioni delle sanzioni dopo l'accertamento fiscale.
Come cambia l'accertamento fiscale dal primo maggio 2024? Quali sono le novità più importanti da conoscere? Dal 2 maggio, il panorama dell'accertamento fiscale subisce una svolta con l'introduzione del contraddittorio obbligatorio tra Agenzia delle entrate e contribuenti. Secondo le modifiche allo Statuto del contribuente, l'Agenzia è tenuta a notificare preventivamente al contribuente le somme dovute, incluse le sanzioni, offrendo un termine di 60 giorni per il pagamento.
La novità principale riguarda la fase preliminare all'emissione dell'avviso di accertamento: l'Agenzia deve ora convocare il contribuente per discutere la validità delle accuse di evasione fiscale, sia esse presunte o confermate. Durante questo incontro, il contribuente ha l'opportunità di difendersi, presentando osservazioni e documentazione a supporto della propria posizione.
Qualora il contribuente decida di accettare le pretese dell'Agenzia e procedere al pagamento, potrà beneficiare di una riduzione delle sanzioni, fino a un sesto del loro valore originale. Solo dopo aver esaminato e considerato le argomentazioni del contribuente, l'Agenzia potrà procedere con la riscossione effettiva. Questo nuovo approccio mira a rendere il processo di accertamento più equo e trasparente, favorendo un dialogo costruttivo tra fisco e cittadini. Ecco le novità:
In questi casi, l'Agenzia delle entrate può emettere un atto di recupero debitamente motivato, da notificare al contribuente. Questo processo spesso porta a contenziosi o a tentativi di conciliazione post-emissione dell'atto, alimentando un ciclo di contenzioso tributario che molti addetti ai lavori temono non venga facilmente arginato nonostante le recenti riforme.
Le novità introdotte mirano a trasformare la gestione degli accertamenti fiscali. D'ora in poi, il contraddittorio tra fisco e contribuenti diventerà una prassi obbligatoria, sotto pena di annullabilità degli atti. L'obiettivo dichiarato è ridurre i contenziosi evitabili e di incrementare la trasparenza e l'equità del processo.
Con le nuove regole, l'Erario è tenuto a considerare le obiezioni presentate dai contribuenti, fornendo risposte motivate per quelle che decide di non accettare. Questo nuovo approccio, che necessita di una motivazione solida per respingere le argomentazioni dei contribuenti, potrebbe rappresentare un passo decisivo verso la risoluzione della crescita patologica dei contenziosi, spesso stimolata da una gestione burocratica e poco trasparente delle contestazioni fiscali.
Il nuovo regolamento fiscale introduce modifiche in termini di tempi e riduzioni delle sanzioni. D'ora in avanti, quando l'Agenzia delle entrate intende emettere un atto di accertamento o di recupero, non solo invierà al contribuente una comunicazione preliminare con il dettaglio dello schema di provvedimento, ma inviterà anche il contribuente a presentare una istanza di adesione.
Il contribuente, a fronte di questa comunicazione, può scegliere tra tre percorsi, a seconda delle caratteristiche dell'atto. Per gli avvisi di accertamento o di rettifica e gli atti di recupero che non prevedono un contraddittorio preventivo, il contribuente può presentare la sua istanza di adesione entro il termine previsto per la presentazione del ricorso.
Se gli avvisi di accertamento, di rettifica o gli atti di recupero sono soggetti a contraddittorio preventivo, l'istanza di adesione deve essere presentata entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione dello schema di provvedimento. Nel caso in cui il contribuente abbia già fornito osservazioni in fase di esame dello schema di provvedimento, ha la possibilità di aderire entro 15 giorni dalla notifica dell'avviso di accertamento o di rettifica, o dagli atti di recupero sottoposti a contraddittorio preventivo.