La Bce lascia invariati i tassi, ma i mercati guardano oltre: cosa ha guidato la stabilità nei mesi scorsi, e quali potrebbero essere gli scenari per il 2026 tra prospettive, rischi e impatti su mutui e credito.
La riunione di dicembre della Banca Centrale Europea è destinata a fissare un importante punto fermo: il mantenimento dei tassi d’interesse sui depositi al 2%, una scelta attesa da tempo e ora percepita come elemento di stabilità per il panorama finanziario dell’Eurozona. Il Consiglio direttivo di Francoforte si presenta a questo appuntamento con il chiaro intento di tutelare la fiducia degli operatori e degli investitori, offrendo un quadro che favorisca la prevedibilità per il prossimo semestre.
Nonostante la permanenza della stessa politica monetaria, l’attenzione si concentra assai di più su ciò che emergerà dalle nuove proiezioni macroeconomiche della BCE e dal linguaggio utilizzato da Lagarde in conferenza stampa. Infatti, la decisione di lasciare invariati i tassi rappresenta una “pausa attiva” piuttosto che un immobilismo, segno della prudenza che domina ora le strategie dei banchieri centrali di Eurolandia.
L’inflazione in progressivo calo, una crescita che resiste alle incertezze e le recenti dinamiche salariali sono elementi che contribuiscono a questa pausa riflessiva. Tuttavia, gli interrogativi su possibili tagli o rialzi futuri rimangono vive, alimentati da letture divergenti degli indicatori, in particolare per quanto riguarda le scelte che verranno adottate a partire dal 2026.
In questo scenario, il mercato si sofferma sulle aspettative per i trimestri successivi, consapevole che le valutazioni della BCE saranno influenzate da diversi fattori, quali la solidità della crescita, la resilienza occupazionale e l’andamento del credito. Saranno proprio le nuove proiezioni dell’Eurotower a guidare le prossime riflessioni e ad alimentare il dibattito sulle prospettive economiche e finanziarie del continente.
Diversi elementi concorrono a spiegare la decisione della BCE di mantenere invariati i tassi di interesse durante il biennio 2023-2024. Primo tra tutti, l’andamento dell’inflazione nell’area euro: dopo una lunga fase di rialzi sostenuti dagli shock energetici e dall’aumento dei prezzi dei beni primari e dei servizi, il ciclo inflazionistico sembra mostrare segnali convincenti di rallentamento.
Il percorso di discesa verso l’obiettivo di medio termine – il famoso 2% – non è stato privo di ostacoli, ma le misure restrittive messe in campo dalla Banca Centrale Europea hanno prodotto effetti graduali ma decisi. La maggior resistenza registrata nei prezzi dei servizi rispetto a quelli dei beni durevoli ha rappresentato una sfida specifica, ma l’inflazione misurata ha iniziato lentamente a convergere verso livelli più gestibili. Oggi la situazione appare sotto controllo, anche se la soglia dei due punti percentuali non è stata ancora pienamente consolidata.
Sul fronte del mercato del lavoro e della dinamica salariale, i dati provenienti dai salari negoziati rappresentano un ulteriore elemento di rassicurazione per la BCE. Dopo un biennio caratterizzato da forti spinte rivendicative – con lavoratori che cercavano di recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione – ora si assiste a una decisa attenuazione: il dato trimestrale dei salari negoziati si attesta su livelli più contenuti rispetto ai picchi registrati al termine del 2021. Nel terzo trimestre del 2024 il tasso di crescita dei salari si è bloccato all’1,87%, il valore più basso dall’inizio della fase restrittiva e un segnale che le pressioni sul fronte retributivo stanno diminuendo. Una lieve risalita dell’indicatore di inflazione salariale al 2,6% merita attenzione, ma resta all’interno di una dinamica complessivamente moderata.
Parallelamente, il costo del credito per famiglie e imprese ha raggiunto una fase di stabilità. Dopo una serie di rialzi che avevano portato i tassi su livelli superiori alle medie storiche – in particolare in Germania e Francia – la fine della stagione dei ritocchi al rialzo ha consentito di assestare il costo del denaro su livelli più favorevoli soprattutto per il sistema bancario italiano e spagnolo. Sul fronte dei finanziamenti, la scelta della BCE di mantenere la rotta offre un clima di maggiore certezza tanto ai privati quanto alle aziende che programmano investimenti o pianificano l’accesso al credito nel prossimo futuro.
Ricapitolando, le ragioni dietro la decisione di lasciare invariati i tassi durante il biennio considerato sono rintracciabili in:
Guardando oltre il breve periodo, lo scenario per le politiche monetarie negli anni successivi appare notevolmente più complesso e incerto. Le previsioni di analisti e società di consulenza divergono, in particolare riguardo alle mosse possibili nel 2026. Stando all’analisi di Schroders pubblicata nei mesi scorsi, gli attuali livelli dei tassi BCE dovrebbero rimanere prevalentemente invariati per buona parte del 2026, a meno di inattese accelerazioni della crescita o della componente inflazionistica.
Le aspettative per il 2027, invece, prefigurano possibili aumenti dei tassi di riferimento, fino a raggiungere il 2,5%. Questo scenario comporterà alcune conseguenze per il mercato del credito e, di riflesso, per le famiglie e le imprese che cercano finanziamenti.
Analizzando i possibili rischi all’orizzonte, occorre considerare diverse variabili:
Lo sguardo al 2026 è rivolto dunque a trovare il punto di equilibrio tra il controllo dell’inflazione, la protezione dalla volatilità dei mercati e la sostenibilità del credito nel medio-lungo periodo. Le scelte dei decisori di Francoforte continueranno a essere guidate da prudenza e analisi rigorosa dei dati, mantenendo alta la soglia di attenzione verso le dinamiche macroeconomiche europee.
Alla luce delle proiezioni pubblicate, nessuna forzatura è attesa nelle tempistiche delle prossime decisioni, ma il mercato si prepara già all’ipotesi di una stretta monetaria nel 2027. In tal senso, ciò potrebbe rimescolare le carte anche nel delicato equilibrio che regola tassi, credito e investimenti, con conseguenze importanti sia per imprese sia per famiglie.