Venerd 28 novembre 2025, ecco come sono andati i mercati finanziari nei vari asset considerati
L’ultima seduta di novembre si è svolta in un contesto di cautela e moderata volatilità, segnato da una diffusa attesa per le prossime decisioni delle banche centrali e da un consolidamento dei principali listini mondiali. Il ritorno alle contrattazioni negli Stati Uniti dopo il Thanksgiving ha contribuito a un clima orientato alla prudenza sui mercati europei, con volumi di scambio più contenuti della media e una prevalenza di movimenti frazionali.
I riflettori degli operatori sono stati puntati su dati macroeconomici eterogenei tra Europa e USA, sul raffreddamento dei timori inflattivi e sulle attese di una politica monetaria più accomodante negli Stati Uniti. Le valutazioni degli investitori rimangono condizionate dall’outlook di crescita debole nel vecchio continente e dalle rotazioni settoriali legate alle prospettive sulle nuove tecnologie. Contemporaneamente, le tensioni geopolitiche, specie sul fronte della crisi in Ucraina, hanno tenuto alta l’attenzione sugli asset rifugio.
Nel complesso, la giornata ha offerto agli investitori spunti per valutare le prospettive di breve termine, tra basse aspettative di rialzi dei tassi, equilibri dei cambi e ricerca di sicurezza tra le principali asset class.
Piazza Affari ha archiviato la giornata in rialzo dello 0,32%, con l’indice FTSE Mib che si è attestato a 43.357 punti dopo un andamento oscillante tra 43.104 e 43.394 punti. Il listino milanese ha beneficiato di un clima più sereno, sostenuto da notizie positive sui titoli del lusso e dai movimenti su alcuni big industriali, a fronte di volumi in crescita rispetto alla sessione precedente.
Dal punto di vista tecnico, la resistenza di breve periodo in area 43.640-43.700 rimane uno spartiacque significativo: solo un eventuale rialzo sopra questi livelli potrebbe aprire margini per ulteriori recuperi dell’indice milanese, mentre la perdita di quota 41.880 fornirebbe al contrario un segnale ribassista.
I principali listini europei hanno chiuso con performance frazionalmente positive, sostenute dal miglioramento del clima internazionale e dall’avvio positivo di Wall Street nel pomeriggio:
| Indice | Chiusura | Variazione |
| Euro Stoxx 50 | --- | +0,3% |
| Dax (Germania) | --- | +0,34% |
| Cac 40 (Francia) | --- | +0,3% |
| Ftse 100 (Regno Unito) | --- | ~+0,3% |
| Ibex 35 (Spagna) | --- | +0,09% |
La sostanziale tenuta dei mercati è stata favorita dalla ripresa del comparto tecnologico statunitense e dalla tenuta dei titoli difensivi e industriali. In Francia, attenzione all’esito della revisione del rating sovrano e alle dinamiche macroeconomiche, con gli investitori che hanno preferito la cautela. In Germania sono emersi segnali di debolezza dalla domanda interna, in particolare con vendite al dettaglio inferiori alle attese e una crescita economica stagnante.
La piazza londinese ha risentito della chiusura anticipata prevista per il mercato britannico e delle prospettive di stabilità delle materie prime. Nel complesso, i mercati europei hanno mostrato una stabilità di fondo, supportata dalla moderazione dei rischi percepiti sul fronte delle politiche monetarie.
Negli Stati Uniti la sessione odierna si è caratterizzata per una crescita moderata degli indici principali, con S&P 500 e Nasdaq che si sono mantenuti su livelli prossimi ai massimi recenti, anche a fronte di una progressiva normalizzazione dei volumi dopo il break festivo. Il focus si è spostato nuovamente sulle società tecnologiche, con particolare attenzione a leader dell’innovazione in ambito intelligenza artificiale e semiconduttori.
L’andamento degli scambi è stato influenzato dalla prospettiva di un prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve – con una probabilità stimata intorno all’80% dagli operatori – che ha fornito sostegno al sentiment complessivo, soprattutto in assenza di sorprese negative dai dati macroeconomici pubblicati nel corso della seduta.
Le correlazioni tra Wall Street e le piazze europee sono rimaste elevate, rafforzando la dipendenza dagli eventi e dai flussi di capitale legati all’indice S&P 500.
Il mercato obbligazionario italiano si è confermato in una posizione di relativa stabilità, con lo spread tra i titoli decennali di Stato italiani e lo stesso parametro tedesco vicino a 71-72 punti base. Il rendimento del BTP a 10 anni si è mantenuto intorno al 3,4%, senza variazioni di rilievo rispetto alle ultime sedute.
Il consolidamento dello spread riflette una percezione mitigata del rischio Italia sui mercati internazionali, favorita dall’upgrade ricevuto da parte di alcune agenzie di rating nelle settimane precedenti. I confronti con l’OAT francese hanno inoltre posto in evidenza l’attrattività relativa dei titoli di Stato italiani in un contesto europeo ancora dominato da cautela e bassa crescita.
La domanda retail e quella estera rimangono elementi di sostegno alla tenuta dei BTP, specie in una fase in cui la Banca Centrale Europea appare intenzionata a proseguire nel mantenimento dei tassi su livelli attuali sino a conferme più decise sulla traiettoria inflattiva.
Nel mercato valutario, l’euro ha oscillato tra 1,155 e 1,16 dollari, chiudendo in area 1,1597 a fine giornata. Le fluttuazioni della moneta unica sono state condizionate dalle aspettative sui tassi e dal rallentamento delle pressioni inflattive, che hanno favorito una certa stabilità nei confronti del dollaro.
Sul versante yen, la valuta nipponica si è mantenuta intorno a 156,2 per dollaro, riflettendo una fase di debolezza strutturale rispetto alle altre principali divise. La sterlina si è, invece, mostrata poco mossa, risicando marginali variazioni in attesa della chiusura anticipata dei mercati nel Regno Unito.
Gli operatori sono rimasti attenti alle dichiarazioni delle banche centrali, considerato il loro impatto sulle prospettive delle principali valute nei prossimi mesi.
L’oro ha chiuso stabile sopra la soglia dei 4.180 dollari l’oncia, proseguendo il consolidamento dopo i massimi storici di ottobre. La domanda di oro da parte delle banche centrali e la stagione dei matrimoni in India hanno sostenuto i prezzi, con flussi stabili su ETF e un atteggiamento attendista dei compratori privati.
Il contesto di incertezza geopolitica, unito alle aspettative di taglio dei tassi Fed, ha rafforzato l’appeal del metallo come bene rifugio strategico. Gli esperti sottolineano come l’oro resti un asset ricercato in portafoglio anche grazie al trend di diversificazione delle riserve valutarie da parte delle principali banche centrali.
Per quanto riguarda il petrolio, il Brent ha terminato in aumento a circa 63,49 dollari al barile. L’attenzione si è focalizzata sulla prossima riunione OPEC+, in un clima di cautela per la possibile riduzione dell’offerta a partire dal 2026 e sulle attese di una progressiva distensione geopolitica.
Ethereum e altre altcoin hanno mostrato segni di debolezza, in un contesto di regolamentazione incerta e nervosismo sui mercati finanziari più innovativi. Il comparto rimane esposto alle inversioni degli umori di breve termine, ma gli analisti sottolineano l’esistenza di aree di supporto solide sopra i livelli psicologici degli ultimi mesi.
Durante la giornata sono stati diffusi numerosi indicatori macroeconomici rilevanti in Europa: