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Bonus ristrutturazioni 2025 spetta al familiare convivente? Spiegazione, chiarimenti, esempi Agenzia delle entrate

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Bonus ristrutturazioni 2024

L'Agenzia delle entrate ha ribadito che affinché si possa beneficiare della detrazione fiscale, è indispensabile che lo stato di convivenza sia già esistente.

Il diritto al bonus per la ristrutturazione è estendibile anche al familiare convivente? All'interrogativo ha risposto l'Agenzia delle Entrate che ha delineato i criteri specifici per l'ottenimento di questo incentivo fiscale, chiarendo diversi dubbi interpretativi emersi con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

La detrazione fiscale per interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale presenta importanti modifiche nelle aliquote di riferimento per il 2025, con particolare attenzione al requisito dell'abitazione principale. In questo articolo approfondiamo tutte le novità, con focus specifico sulla figura del familiare convivente.

Chi può beneficiare del Bonus Ristrutturazioni 2025

Nel contesto della consulenza fornita dalla rivista telematica Fisco Oggi dell'Agenzia delle Entrate, è stata posta la seguente domanda: "Desidero effettuare lavori di ristrutturazione nel bagno dell'appartamento di proprietà esclusiva di mia moglie, dove risiediamo. Vorrei sapere se, attraverso la Cila intestata a mia moglie, posso effettuare il pagamento delle fatture e ottenere il relativo trasferimento a mio nome, al fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il bonus ristrutturazione".

Rispondendo a questa richiesta di chiarimento, l'Agenzia delle Entrate ha specificato che tra i soggetti aventi diritto alla detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio, come definito nell'articolo 16-bis del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir), rientra il familiare convivente del proprietario o detentore dell'immobile oggetto dell'intervento, che include:

  • il coniuge (o la parte dell'unione civile)
  • i parenti fino al terzo grado di parentela
  • gli affini fino al secondo grado
  • il convivente di fatto

Le nuove aliquote del Bonus Ristrutturazioni 2025

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una rimodulazione delle aliquote di detrazione che prevede:
  • Detrazione al 50% per le spese sostenute nel 2025 dai proprietari o titolari di diritto reale di godimento per interventi sull'unità immobiliare adibita ad abitazione principale
  • Detrazione al 36% per tutti gli altri casi nel 2025
  • Limite massimo di spesa agevolabile di 96.000 euro per unità immobiliare
Il beneficio fiscale è ripartito in 10 quote annuali di pari importo e rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2025 nella formulazione attuale, per poi subire ulteriori variazioni negli anni successivi.

Il caso specifico del familiare convivente, requisiti e condizioni

L'Agenzia delle Entrate ha precisato che, nel caso in cui la detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio sia richiesta da un familiare convivente del proprietario o detentore dell'immobile oggetto dell'intervento, la detrazione stessa è concessa a condizione che siano soddisfatte tutte le altre disposizioni di legge relative al diritto all'agevolazione fiscale.

In particolare, la detrazione spetta anche se le abilitazioni amministrative richieste dalla normativa edilizia, in relazione alla natura dei lavori da eseguire (come concessioni, autorizzazioni o CILA), risultano intestate al proprietario dell'immobile anziché al familiare convivente che sostiene le spese.

L'Agenzia delle Entrate ha ribadito che affinché si possa beneficiare della detrazione fiscale, è indispensabile che:

  • Lo stato di convivenza sia già esistente al momento in cui viene avviata la procedura o alla data di inizio dei lavori
  • La convivenza perduri anche al momento in cui vengono sostenute le spese ammissibili per la detrazione
  • Le spese siano documentate mediante bonifico parlante intestato al familiare che intende beneficiare della detrazione

Diritto reale di godimento e abitazione principale, punti critici per il familiare convivente

La nuova formulazione della Legge di Bilancio 2025 solleva alcune questioni interpretative per quanto riguarda l'accesso alla detrazione maggiorata del 50% riservata all'abitazione principale. Infatti, la norma prevede che tale maggiorazione sia riservata ai "titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento" sull'unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Questo requisito potrebbe sembrare escludere il familiare convivente che non detiene un diritto reale sull'immobile, limitandolo alla detrazione del 36%. Tuttavia, come evidenziato da esperti del settore, il diritto all'abitazione che si configura nella convivenza potrebbe essere interpretato come una forma di diritto reale di godimento, consentendo così l'accesso all'aliquota maggiorata.

Il concetto di "diritto reale di godimento" applicato ai familiari conviventi

I diritti reali di godimento attribuiscono il diritto di utilizzare un bene a una persona diversa dal proprietario e includono: usufrutto, uso, abitazione, superficie, enfiteusi e servitù. Nel caso specifico, il "diritto di abitazione" è quello che potrebbe legittimamente applicarsi alla situazione del familiare convivente, in quanto consente di abitare una casa limitatamente ai bisogni propri e della famiglia.

Secondo l'interpretazione suggerita da alcuni esperti fiscali e da associazioni come Confedilizia, si potrebbe applicare al caso del familiare convivente lo stesso principio che l'Agenzia delle Entrate ha già utilizzato per il Superbonus in passato, considerando legittima la detrazione maggiorata purché l'immobile costituisca effettivamente l'abitazione principale del nucleo familiare.

Requisiti formali per accedere al Bonus Ristrutturazioni 2025

Per usufruire correttamente della detrazione, sia il proprietario che il familiare convivente devono rispettare alcuni requisiti formali essenziali:

Documentazione e modalità di pagamento

Le spese devono essere pagate tramite bonifico bancario o postale "parlante", che deve riportare:

  • Causale del versamento con riferimento normativo (art. 16-bis del DPR 917/86)
  • Codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • Codice fiscale o partita IVA del destinatario del pagamento
Il bonifico deve essere intestato alla persona che intende usufruire della detrazione, che può essere quindi il familiare convivente anche se non è il proprietario dell'immobile.

Dichiarazione dei redditi e conservazione dei documenti

Per beneficiare effettivamente della detrazione, è necessario:

  • Indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell'immobile
  • Conservare e, su richiesta, esibire all'Agenzia delle Entrate tutta la documentazione relativa agli interventi
  • Per il familiare convivente, essere in grado di dimostrare lo stato di convivenza al momento dell'inizio dei lavori e del sostenimento delle spese

Il plafond per le spese detraibili, nuovo limite dal 2025

Un'ulteriore novità da considerare è l'introduzione di un plafond familiare per le spese detraibili. Dal 2025 i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro dovranno fare attenzione a non superare il nuovo tetto massimo previsto per diverse tipologie di spese detraibili, incluse quelle per ristrutturazioni edilizie.

Il nuovo articolo 16-ter del Tuir prevede specifici massimali calcolati in base a due variabili:

  • Reddito complessivo del contribuente (75.000-100.000 euro oppure oltre 100.000 euro)
  • Numero di figli fiscalmente a carico presenti nel nucleo familiare
Per esempio, un contribuente con reddito superiore a 100.000 euro e un figlio potrà portare in detrazione spese fino a un massimo di 5.600 euro (8.000 x 0,70), con una potenziale riduzione significativa del beneficio fiscale rispetto agli anni precedenti.

Casi pratici ed esempi, quando il familiare convivente può accedere al bonus maggiorato

Proviamo a esaminare alcuni esempi concreti per comprendere meglio l'applicazione pratica della normativa:

Esempio 1: Coniuge che paga lavori nell'abitazione principale

Mario e Giulia sono sposati e vivono nell'appartamento di proprietà esclusiva di Giulia, dove hanno la residenza. Mario intende effettuare e pagare lavori di ristrutturazione del bagno per 15.000 euro.

In questo caso, sebbene Mario non sia proprietario dell'immobile, essendo coniuge convivente e avendo la residenza nell'abitazione (che costituisce quindi la sua abitazione principale), potrebbe accedere alla detrazione del 50%, a condizione che effettui i pagamenti tramite bonifico a suo nome e che la convivenza sia presente sia all'inizio dei lavori che al momento del pagamento delle spese.

Esempio 2: Figlio maggiorenne convivente con i genitori

Luca, 28 anni, vive con i genitori nella loro casa di proprietà e intende sostenere le spese per la ristrutturazione della cucina. Avendo la residenza nell'immobile e configurandosi questo come sua abitazione principale, Luca potrebbe beneficiare della detrazione maggiorata del 50%, anche se non detiene diritti reali sull'immobile.

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