La prestazione universale per anziani è una misura assistenziale prevista dalla recente riforma nazionale, dedicata agli ultraottantenni che versano in condizioni di non autosufficienza e situazione economica particolarmente fragile. Pensata per rafforzare l’autonomia personale e il diritto alla domiciliarità, questa prestazione offre un supporto concreto alle famiglie e un sostegno al lavoro di cura e assistenza a domicilio, favorendo la permanenza delle persone anziane nel proprio ambiente di vita.
Cos'è la prestazione universale per anziani e quali sono le sue caratteristiche
La prestazione universale per anziani è un contributo assistenziale mensile riconosciuto agli over ottanta non autosufficienti che rispettano specifici criteri socio-sanitari ed economici. L’erogazione prevede due componenti:
- Quota fissa: un importo che corrisponde all’attuale indennità di accompagnamento.
- Quota integrativa: denominata “assegno di assistenza”, del valore di 850 euro mensili, destinata a coprire esclusivamente spese per servizi di assistenza domiciliare qualificata o per la retribuzione regolare di badanti o lavoratori domestici specializzati.
Entrambi gli importi vengono liquidati separatamente per facilitare i controlli e la tracciabilità dei fondi assegnati, garantendo la massima trasparenza.
La prestazione
non può essere utilizzata per il pagamento diretto o l’integrazione delle rette di strutture residenziali come case di riposo, ma è riservata al lavoro di cura domiciliare e all’acquisto di servizi di assistenza sociale non residenziale.
Chi ha diritto alla prestazione universale per anziani, requisiti soggettivi ed economici
I destinatari della prestazione universale per anziani sono esclusivamente persone che soddisfano congiuntamente questi requisiti:
- Età uguale o superiore a 80 anni;
- Non autosufficienza certificata come “bisogno assistenziale gravissimo”, secondo i criteri INPS e la normativa di riferimento (art. 3, decreto interministeriale 26 settembre 2016; D.Lgs. 29/2024; DM 155/2024);
- ISEE sociosanitario ordinario non superiore a 6.000 euro per nucleo familiare;
- Titolarità dell’indennità di accompagnamento oppure possesso dei requisiti per ottenerla.
Il livello di
bisogno assistenziale gravissimo è definito dalla necessità di assistenza continua ventiquattr’ore su ventiquattro, anche per semplici attività quotidiane, con comprovato rischio di complicazioni in caso di interruzione dell’assistenza stessa.
Come funziona: composizione della prestazione e modalità di utilizzo
L’importo complessivo massimo della prestazione universale può raggiungere 1.392 euro mensili (quota fissa più quota integrativa). Le due componenti hanno regole precise di utilizzo:
- Quota fissa: destinata senza vincoli particolari, come l’attuale indennità di accompagnamento.
- Quota integrativa (assegno di assistenza): deve essere impiegata solamente per remunerare il lavoro di cura (badanti, colf con contratto regolare per almeno 15 ore settimanali) o per l’acquisto di servizi di assistenza forniti da imprese qualificate nel settore non residenziale. Sono ricompresi: cura della persona, igiene, confezione pasti a domicilio, sostegno relazionale, supporto psicologico, accompagnamento, lavanderia, aiuto pratico-giornaliero, servizi sociali di telesoccorso, assistenza amministrativa e svolgimento pratiche.
È esclusa qualsiasi altra finalizzazione della quota integrativa, mentre permane l’obbligo di rendicontazione delle spese sostenute, tramite tracciamento delle buste paga (in caso di lavoratori domestici) o delle fatture elettroniche (per servizi accreditati).
Le due modalità di utilizzo sono alternative e non cumulabili nello stesso mese; la mancata rendicontazione comporta la perdita del beneficio per il periodo interessato.
Iter di domanda, accertamento dei requisiti e procedura INPS
Per ottenere la prestazione universale è indispensabile inoltrare una domanda telematica all’INPS, direttamente via portale istituzionale (se in possesso di identità digitale) o tramite patronato autorizzato. Al momento della domanda è necessario:
- Allegare la documentazione sanitaria attestante la non autosufficienza;
- Presentare certificazione ISEE in corso di validità;
- Dichiarare la titolarità/facoltà di accesso all’indennità di accompagnamento;
- Compilare il questionario per la valutazione sociale (condizioni familiari e contestuali, presenza di altri disabili in famiglia, altre misure assistenziali in atto).
L’INPS attiva una verifica automatizzata sui requisiti dichiarati; in caso di esito positivo assegna la pratica alla
Commissione Medico-Legale territoriale che certifica la sussistenza delle condizioni sanitarie necessarie.
La comunicazione di esito viene trasmessa in forma digitale; se l’accertamento è positivo si avvia subito la liquidazione dei trimestri maturati, subordinatamente alla presentazione dei giustificativi di spesa.
Modalità di pagamento e obblighi di rendicontazione
Le due quote (fissa e integrativa) sono accreditate con procedure distinte:
- La quota fissa segue le stesse modalità previste per il pagamento dell’indennità di accompagnamento (bonifico, libretto postale, carta ricaricabile);
- La quota integrativa è liquidata tramite il sistema automatizzato della piattaforma “Prestazione Universale”.
L’utilizzo della quota integrativa richiede un rigoroso tracciamento: entro il giorno 10 del mese successivo a ciascun trimestre è necessario allegare copia delle buste paga (per i lavoratori domestici) o delle fatture elettroniche (per i servizi acquistati). La mancata tempestiva rendicontazione determina il blocco dei pagamenti successivi e l’eventuale recupero delle somme già corrisposte. Per ulteriori informazioni e chiarimenti sulla procedura e sulla rendicontazione consulta la pagina
INPS dedicata.
Revoca, rinuncia e reversibilità della scelta
Il riconoscimento della prestazione universale assorbe sia l’indennità di accompagnamento ordinaria che gli eventuali ulteriori contributi degli ambiti sociali territoriali (ATS). Tuttavia, la scelta di beneficiare della prestazione universale è reversibile: il soggetto può rinunciare in qualunque momento, ripristinando i precedenti sussidi ATS o la sola indennità di accompagnamento, previa richiesta INPS. In caso di rinuncia, la prestazione universale viene sospesa e si riattivano, senza interruzione, le misure precedenti, garantendo la continuità dell’assistenza.