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Ci sarà il rally delle Borse e azioni di fine anno anche in questo 2025? Le previsioni a confronto di diversi analisti

di Marcello Tansini pubblicato il
Borse e azioni

Il 2025 sarà segnato dal tradizionale rally di fine anno sui mercati azionari? Il fenomeno tra storia, variabili, analisi macro, previsioni di diversi analisti e strategie per affrontare volatilità e rischi.

L'ultimo trimestre dell'anno rappresenta da sempre un periodo denso di aspettative per i mercati finanziari, accompagnato dal fenomeno noto come "rally delle Borse e azioni di fine anno 2025". Questa dinamica, studiata da analisti e osservatori internazionali, porta a interrogarsi se la tradizione si ripeterà nel nuovo anno, oppure se prevarranno le incertezze economiche e geopolitiche che hanno segnato gli ultimi mesi. Da un lato, l'esperienza storica di un'accelerazione dei listini nel periodo natalizio ha gettato le basi per strategie di investimento orientate proprio a questo arco temporale; dall'altro, le tensioni globali e i cambiamenti strutturali nei mercati impongono maggiore attenzione e capacità di analisi critica.

Nell'attuale scenario, caratterizzato da variabili macro sempre più complesse, gli operatori restano divisi tra attese ottimistiche e prudente osservazione dei numerosi rischi. Il dibattito, alimentato dai dati relativi alla performance degli ultimi anni e dalle nuove stime sui principali mercati azionari, porta a una riflessione profonda: è possibile affidarsi ai pattern storici o l'eccezionalità delle condizioni economiche potrebbe ridefinire i risultati attesi?

Il fenomeno del rally di fine anno: storia, statistiche e variabili

L'espressione "rally di fine anno" si riferisce a un incremento statisticamente rilevante delle quotazioni azionarie negli ultimi giorni di dicembre e nei primi di gennaio. Storicamente, l'evento è stato identificato negli Stati Uniti come rally di Babbo Natale che individua nell'arco degli ultimi cinque giorni di contrattazione annuale e nei primi due del nuovo anno il periodo di massima propensione al rialzo per l'S&P 500. Dal 1945 a oggi, il mercato americano ha mostrato una probabilità superiore al 75% di chiudere questo periodo in territorio positivo, con una crescita media attorno all'1,5%.

Oltre alla stagionalità, le variabili che influiscono su questo trend sono molteplici:

  • L'afflusso di capitali legato a bonus e liquidità disponibile a fine esercizio
  • Il cosiddetto "effetto gennaio", secondo il quale buone performance nel primo mese predicono un anno complessivamente positivo
  • La minore presenza di investitori istituzionali, con un conseguente peso superiore degli operatori retail
  • L'ottimismo generalizzato alimentato dal contesto natalizio
  • La necessità di chiudere posizioni entro il termine fiscale
Analizzando i dati, si nota una correlazione significativa tra l'andamento positivo delle Borse tra giugno e agosto e la probabilità di proseguire su questa scia negli ultimi mesi dell'anno. Dati recenti mostrano come, in annate con estate brillante, i mercati tendano a registrare un rendimento annuo medio del +15%. Tuttavia, è importante interpretare queste statistiche con prudenza: il 2018 e altri anni mostrano che shock improvvisi possono interrompere improvvisamente il rally stagionale.

Fra le variabili rientrano oggi anche l'innovazione tecnologica (IA, digitalizzazione), le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e l'impatto degli eventi geopolitici globali. L'inflazione, l'andamento dei tassi e la volatilità indotta da dati macroeconomici inattesi rappresentano ulteriori elementi centrali, capaci di favorire o annullare il tradizionale slancio di fine anno.

Le previsioni degli analisti per il 2025: ottimismo o prudenza sui mercati azionari?

Gli esperti si dividono tra chi ravvede margini per ulteriori rialzi e chi predilige un approccio attendista. Secondo gli ultimi outlook pubblicati da società di analisi e gestori globali, il rally delle Borse e azioni di fine anno 2025 sarà giocato sull'equilibrio fra: aspettative di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve e della BCE, persistenti rischi inflazionistici e incertezza legata alle tensioni internazionali.

Negli Stati Uniti, la crescita legata all'IA e la concentrazione del valore in poche grandi società tecnologiche hanno spostato le valutazioni dei principali indici lievemente al di sopra del fair value storico. Quasi il 40% della capitalizzazione dell'S&P 500 è oggi concentrato in mega-cap tecnologiche, con valutazioni che lasciano poco margine di sicurezza in caso di eventuali revisioni negative sulla crescita:

  • Segmenti sottovalutati: secondo Morningstar, nel 2025 i segmenti small e mid cap offrono le maggiori opportunità, essendo prezzati con sconti fino al 16% rispetto al valore teorico.
  • Settori ciclici e difensivi: i comparti real estate, energia e salute risultano sottovalutati e potrebbero beneficiare di una rotazione settoriale in caso di ulteriore rallentamento congiunturale.
  • Europa: la sovraperformance dei listini continentali nei primi mesi dell'anno è attribuita sia a valutazioni più convenienti che all'aspettativa di stimolo fiscale, specialmente in Germania. Tuttavia, la vulnerabilità a shock energetici e debolezza della domanda interna permane una variabile da monitorare.
Dal lato della prudenza, molti esperti sottolineano come le attese sugli utili aziendali siano già elevate, mentre l'influenza di shock esterni (rischi geopolitici, dazi, volatilità valutaria) possa far rapidamente cambiare la direzione dei mercati. La raccomandazione condivisa è quella di adottare strategie selettive e flessibili, evitando sovraesposizioni settoriali o geografiche concentrate.

I fattori macroeconomici e geopolitici che influenzano il rally di fine anno

Nella stagionalità positiva tipica dell'ultimo trimestre, emergono con forza nuove dinamiche che incidono sul rally delle Borse e azioni di fine anno 2025. Gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno sottolineato il peso crescente delle variabili esogene, dalla politica monetaria all'andamento dei prezzi delle materie prime:

  • Politica monetaria: aspettative di taglio dei tassi da parte di Federal Reserve e BCE restano il driver principale. Decisioni inattese possono incrementare la volatilità e modificare le rotte degli investitori.
  • Geopolitica: il recente cessate il fuoco in Medio Oriente ha avuto un immediato effetto calmieratore sui prezzi del petrolio, mentre la prosecuzione delle tensioni tra USA e Cina alimenta l'instabilità.
  • Inflazione: dopo la fiammata dell'energia a giugno, i mercati restano in allerta rispetto a possibili rimbalzi che potrebbero complicare il quadro della politica monetaria e comprimere utili e consumi.
  • Debolezza del mercato del lavoro USA: nuovi dati negativi sull'occupazione potrebbero far temere contraccolpi recessivi, riducendo la propensione al rischio degli operatori.
  • Valute: la volatilità sui cambi, dettata da scelte fiscali contestate (come nel caso francese) e dalla forza del dollaro come valuta rifugio, modula la propensione agli investimenti in asset denominati in euro.
La crescente interconnessione tra economie e mercati rende imprescindibile seguire con attenzione gli sviluppi normativi e le scelte delle principali banche centrali internazionali, consultando solo fonti ufficiali come Federal Reserve e Banca Centrale Europea.

Focus sulle Borse statunitensi ed europee: segnali dai principali indici e settori nel contesto 2025

L'analisi degli andamenti dei principali listini nel 2025 evidenzia una marcata disparità tra i mercati. Negli Stati Uniti, l'S&P 500 si mantiene su livelli elevati, sostenuto dal rally delle big tech e dalla resilienza dei consumi nel segmento business-to-business legato all'innovazione tecnologica. Tuttavia, il contesto di premi sulle valutazioni impone una netta selettività nei portafogli:

Indice

Rendimento YTD (%)

Segmento trainante

S&P 500

+10,2

Tech mega-cap, IA

Nasdaq 100

+9,0

Tecnologia, semiconduttori

FTSE MIB

+21,7

Bancario, industriali, energy

CAC40

+4,9

Utilities, beni di consumo

Nel Vecchio Continente, la prima parte dell'anno ha visto una solida performance di Piazza Affari e degli indici iberici, anche grazie al comparto bancario, all'energia e ai titoli legati alle infrastrutture. Tuttavia, la debolezza della crescita in Francia e Germania, la volatilità politica e il rischio di shock energetici restano sotto osservazione:

  • Il comparto energia negli USA è considerato sottovalutato e beneficiario delle nuove strategie di transizione energetica.
  • Il settore immobiliare, colpito negli anni precedenti, mostra ora segnali di ripresa grazie a valutazioni depresse e un ritorno d'interesse dovuto alla stabilizzazione dei tassi.
  • Nel settore salute, la volatilità regolatoria negli USA genera opportunità tra i produttori di dispositivi e soluzioni tecnologiche innovative.
Sul piano valutario, si registra una discreta tenuta dell'euro ma permangono rischi legati a possibili fattori politici, come l'instabilità in Francia. L'oro segna nuovi massimi storici, sostenuto dalla domanda di asset rifugio.

Strategie e consigli per investire tra volatilità, rally e rischi di mercato a fine anno

L'approccio ideale a un mercato contraddistinto da euforia selettiva e rischi sottostanti è quello della diversificazione e della flessibilità. Investire nel periodo che porta al rally delle Borse e azioni di fine anno 2025 richiede attenzione a più livelli:

  • Diversificare tra asset e aree geografiche: evitare sovraesposizione ai titoli growth mega-cap o alle sole piazze statunitensi, privilegiando anche small e mid cap sottovalutate e mercati con potenziale di ripresa.
  • Valutare le opportunità nei titoli "value" e nei settori difensivi: comparti come salute, real estate ed energia potrebbero offrire un doppio vantaggio tra cedole e possibile apprezzamento del prezzo.
  • Monitorare indicatori chiave: inflazione, dati sul lavoro, movimenti dei tassi, dati geopolitici e andamento delle materie prime.
  • Definire obiettivi di ingresso e uscita: stabilire punti di entrata e stop loss precisi per evitare decisioni impulsive causate da eccessi di entusiasmo o correzioni inattese.
  • Adottare un approccio graduale: sfruttare la volatilità e correggere l'esposizione in base alla mutata percezione del rischio, piuttosto che entrare a mercato in modo massivo in un periodo così denso di variabili esogene.