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Come verificare se una cartella esattoriale è corretta, valida e legittima e si deve pagare

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come verificare cartella esattoriale cor

Quali sono le soluzioni per verificare che una cartella esattoriale ricevuta sia valida e legittima

Ricevere una cartella esattoriale può generare apprensione nel contribuente, sia che si tratti di un privato cittadino sia che riguardi una piccola impresa. Tuttavia, conoscere i criteri per valutare la legittimità e la correttezza delle richieste di pagamento consente di agire con maggiore consapevolezza e sicurezza, evitando anche in alcuni casi di pagare somme non dovute. 

Cos'è una cartella esattoriale e quali informazioni deve contenere

La cartella esattoriale rappresenta l’atto con cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, o altro ente pubblico preposto, comunica ufficialmente la presenza di un debito a carico del contribuente. Riveste natura di provvedimento amministrativo e funge da titolo che legittima l’avvio di procedure esecutive qualora il pagamento non avvenga nei termini previsti. 

Per essere considerata corretta e valida, questo strumento deve contenere specifiche informazioni, previste dalla normativa di settore:

  • Dati identificativi del destinatario (nome, codice fiscale, indirizzo)
  • Importo dovuto, suddiviso tra capitale, sanzioni e interessi
  • Estremi del ruolo e data in cui il ruolo è divenuto esecutivo
  • Motivazione della richiesta e, se presente, riferimento ad atti precedenti (avvisi di accertamento o liquidazione)
  • Responsabile del procedimento sia per la formazione del ruolo che per la notifica
  • Modalità di pagamento e termine previsto per il saldo
  • Indicazione delle modalità e dei termini per il ricorso
L’assenza di uno o più di questi elementi essenziali può incidere sulla regolarità dell’atto. È, infatti, importante non solo verificare che i dati appena riportati siano indicati con precisione ma anche la presenza del codice identificativo del documento e la corretta indicazione dell’importo richiesto.

Come verificare la validità e la legittimità di una cartella esattoriale

L’accertamento della validità passa da una serie di controlli incrociati sia sulla forma che sul merito. Ecco una guida pratica su come operare:

  • Controllo dei dati anagrafici e identificativi: nome, cognome, codice fiscale, indirizzo devono corrispondere alla propria situazione reale.
  • Analisi dell’importo richiesto: verificare che le cifre indicate combacino con quanto effettivamente dovuto o emerso da precedenti comunicazioni (avvisi bonari, accertamenti, sentenze).
  • Esame della motivazione: il motivo della richiesta deve essere chiaro e specifico. In presenza di riferimenti a precedenti atti, se ne dovrebbe già essere venuti a conoscenza tramite regolare notifica.
  • Verifica dei termini di notifica: la cartella deve essere stata notificata entro le scadenze previste dalla legge a seconda della tipologia di debito (ad esempio, per l’IRPEF dieci anni, per altre imposte periodi più brevi).
  • Controllo sui vizi formali: l’assenza di dati obbligatori o la presenza di errori materiali costituiscono motivo di contestazione.
  • Segmentazione delle somme dovute: controllare che sia chiaramente esplicitato l'importo da pagare per imposta, interessi e sanzioni.
  • Presenza delle modalità di impugnazione: la mancata indicazione dei termini e delle modalità per presentare ricorso, sebbene non sempre annulli l’atto, può giustificare la richiesta di rimessione nei termini.

Principali errori e vizi che rendono una cartella esattoriale nulla o annullabile

L’invalidità di una cartella può derivare dalla presenza di vizi formali o sostanziali. Si considerano nulli o annullabili le cartelle che mancano dei requisiti imposti dalla legge o contengono errori che incidono sulla sua efficacia. 

Tra i più comuni:

  • Notifica irregolare o inesistente: la consegna del documento va effettuata secondo le modalità stabilite. Una notifica avvenuta a persona diversa dal destinatario, oppure oltre i termini previsti, può compromettere l’efficacia dell’atto.
  • Indicazione errata dei dati del contribuente: anche un semplice errore nell’anagrafica può essere causa di impugnazione.
  • Mancanza di motivazione, spiegazioni generiche o assenti circa l’origine o la natura del debito.
  • Importi inesatti: il calcolo delle somme deve essere trasparente e suddiviso tra imposta, sanzione e interessi. Errori di conteggio danno diritto alla contestazione.
  • Sovrapposizioni o duplicazioni: può accadere che vengano richieste somme già saldate o già oggetto di precedenti procedimenti.
  • Assenza di indicazioni sui responsabili di procedimento o irregolarità circa la firma o l’intestazione dell’ente.
Tali vizi devono essere sollevati tempestivamente in sede di ricorso, nei termini stabiliti dalla disciplina di riferimento. 

Termini di notifica, prescrizione e decadenza delle cartelle esattoriali

I termini per la notifica rappresentano uno degli aspetti più sensibili nella valutazione della legittimità di un atto esattoriale. La disciplina di riferimento distingue tra prescrizione (periodo massimo per la richiesta del pagamento) e decadenza (limite entro il quale l’ente deve notificare l’atto):

Tipologia di debito Termine notifica cartella Prescrizione
Imposte sui redditi (IRPEF, IVA) 31 dicembre 3° anno successivo 10 anni
Tributi locali (IMU, TARI) 31 dicembre 5° anno 5 anni
Bollo auto 31 dicembre 3° anno 3 anni

Se l’avviso viene notificato oltre tali termini, il diritto dell’ente si considera decaduto o prescritto. 

Quando e come proporre ricorso contro la cartella esattoriale

La contestazione di una cartella esattoriale deve essere presentata entro 60 giorni dalla notifica all’autorità competente (Corte di Giustizia tributaria o altro giudice a seconda della natura del debito).

Gli errori motivanti il ricorso possono spaziare dalla prescrizione alla mancata motivazione, dall’erroneità dell’importo alla notifica irregolare. Il ricorso segue formalismi precisi e può prevedere procedure semplificate di auto-tutela o la proposizione del caso in giudizio. Di seguito, i principali passaggi:

  • Raccolta della documentazione e delle prove inerenti al vizio riscontrato
  • Presentazione del ricorso, tramite propria difesa o tramite professionista abilitato
  • Osservanza dei termini inderogabili previsti dalla normativa
L’ente creditore è chiamato a rispondere secondo i tempi e le modalità previste dalla legge. In caso di accoglimento del ricorso, la somma richiesta viene annullata o ridotta. I costi delle procedure variano in funzione della complessità e possono comprendere le spese di giudizio a carico dell’Amministrazione in caso di esito favorevole al ricorrente.