Risolvere le controversie con l'Agenzia delle entrate non sempre garantisce l'eliminazione delle implicazioni penali, ma scattano le novit con il ravvedimento operoso speciale 2024.
Arriva un importante cambiamento nel sistema delle sanzioni tributarie in Italia. Questo provvedimento non solo modifica radicalmente la quantificazione delle sanzioni, ma anche le pene inflitte agli evasori. Dopodiché rivisita e rafforza il meccanismo ben noto ai contribuenti italiani, ossia il ravvedimento operoso.
Il ravvedimento operoso è un meccanismo che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria situazione con l'Agenzia delle entrate, pagando sanzioni ridotte fino al 10%, purché avvenga prima di ricevere un formale atto di accertamento fiscale. Il decreto attuativo ricalibrerà le percentuali di riduzione al fine di evitare che il ravvedimento porti a sanzioni irrisorie. L'obiettivo del governo è prevenire il ritardo nel pagamento delle imposte da parte dei contribuenti che utilizzano lo Stato come una fonte di finanziamento, evitando così abusi del sistema. Approfondiamo in questo articolo:
C'è il tentativo di depenalizzare l'evasione di necessità, che si verifica quando un contribuente dichiara regolarmente le tasse ma non è in grado di effettuare i pagamenti per ragioni al di fuori del suo controllo. Questa situazione si verifica soprattutto quando i fondi sono stati destinati al pagamento di fornitori e dipendenti, e il contribuente ha anche crediti insoluti nei confronti della pubblica amministrazione.
In questo contesto è prevista la conferma delle sanzioni amministrative, ma si propone l'abolizione delle sanzioni penali. Allo stesso modo, il procedimento dovrebbe essere chiuso nel caso in cui un contribuente, che ha sempre mantenuto una condotta onesta nei confronti del Fisco, ometta una dichiarazione o un pagamento ma si regolarizzi successivamente, magari rateizzando il debito.
Un altro obiettivo del decreto è chiarire la distinzione tra crediti inesistenti e non spettanti. Questa distinzione è centrale anche per i bonus edilizi e, più in generale, per tutti i crediti d'imposta, al fine di garantire un'applicazione corretta e uniforme delle normative vigenti.
Le sanzioni saranno oggetto di significativa riduzione nei loro massimali. Ilgoverno ha sottolineato più volte come l'Italia si discosti notevolmente dagli altri Stati membri dell'Unione europea, che applicano meccanismi sanzionatori non eccedenti il 60%. Nel sistema fiscale italiano, le penalità per l'omesso versamento delle tasse sono notevolmente elevate. L'omissione nella dichiarazione dei redditi, ad esempio, comporta sanzioni oscillanti tra il 120% e il 240%.
Coloro che non adempiono ai propri obblighi tributari rischiano non solo un'imposta triplicata, ma anche un procedimento penale parallelo a quello giudiziario tributario.
Oggi l'Agenzia delle entrate tende a considerare tutti i crediti contestati come inesistenti. Questa classificazione consente all'amministrazione fiscale di poter accertare periodi retrodatati fino a otto anni, mentre per i crediti non spettanti l'azione si estingue dopo cinque anni. Cambieranno anche le sanzioni, sia quelle amministrative che penali, applicate ai crediti considerati inesistenti che saranno più severe. L'intento è chiarire quando un credito possa essere qualificato come inesistente e quando, invece, debba essere considerato semplicemente "non spettante".