Una delle novità della campagna di rottamazione auto è l'introduzione di un criterio sociale nell'erogazione del bonus.
Il nuovo provvedimento sulla rottamazione auto nel 2025 nasce dalla necessità di reagire a una domanda debole di veicoli elettrici e a una scarsa adesione alle politiche di mobilità sostenibile messe in campo. Per questo motivo, le risorse che erano destinate all'installazione di 20.000 colonnine di ricarica sono state riorientate, con decisione, verso una misura immediatamente percepibile per famiglie e piccole imprese.
L'operazione prevede 597 milioni di euro, da spendere entro la prima metà del 2026, con l'obiettivo di rottamare 39.000 veicoli a combustione interna sostituendoli con mezzi elettrici. Ecco i dettagli:
I fondi stanziati, pari a quasi 600 milioni di euro, non erano originariamente previsti per questo scopo, ma l'insuccesso delle politiche sulle colonnine ha spinto l'esecutivo a cambiare rotta. Così, al posto di infrastrutture rimaste sulla carta, arrivano bonus selettivi pensati per massimizzare l'impatto in tempi rapidi. Il numero previsto di rottamazioni è di 39.000 unità, ma si tratta di una stima minima, suscettibile di essere superata se il mercato risponderà positivamente. Il meccanismo prevede una distribuzione selettiva delle risorse in base alla situazione economica del richiedente, introducendo il criterio dell'Isee come filtro per accedere agli incentivi statali.
Una delle novità della campagna di rottamazione auto è l'introduzione di un criterio sociale nell'erogazione del bonus. Il nuovo schema di incentivi 2025 è riservato ai soggetti privati che rientrano in precise soglie di reddito, misurate attraverso l'Isee. I cittadini fino a 30.000 euro annui avranno diritto al contributo più alto, pari a 11.000 euro per l'acquisto di un'auto elettrica nuova di categoria M1, cioè adatta al trasporto di persone fino a otto posti. Coloro che invece si trovano nella fascia tra 30.000 e 40.000 euro di Isee potranno ottenere un incentivo ridotto, fissato a 9.000 euro. Nessun contributo è previsto per chi supera la soglia dei 40.000 euro, fatta eccezione per le microimprese.
Accanto ai cittadini privati, il decreto prevede che anche le microimprese possano beneficiare degli incentivi, ma in questo caso i veicoli devono appartenere alle categorie N1 e N2 cioè destinate al trasporto merci e con massa complessiva fino a 12 tonnellate. Per queste realtà imprenditoriali, il contributo statale si calcolerà in misura percentuale rispetto al valore del mezzo acquistato: si parla del 30% del prezzo di listino, fino a un massimo di 20.000 euro per veicolo.
Per ottenere il beneficio sarà necessario rottamare un veicolo a combustione interna, appartenente a una categoria compatibile, intestato da almeno dodici mesi al beneficiario o a un familiare convivente. L'auto nuova dovrà essere elettrica al 100%, a emissioni zero e omologata secondo gli standard europei. I fondi saranno distribuiti fino a esaurimento, ma non oltre la scadenza del 30 giugno 2026, data entro la quale dovranno essere immatricolati i veicoli incentivati.
Le auto acquistabili attraverso il nuovo schema di rottamazione devono rispettare criteri stringenti. Si tratta di veicoli elettrici nuovi, a trazione totalmente elettrica, con classe di emissione pari a zero e categoria M1 nel caso dei privati. I veicoli ibridi, plug-in o endotermici a basse emissioni non sono compresi nella misura, a differenza di quanto previsto in alcune precedenti edizioni del bonus auto. Questa scelta sottolinea l'intenzione del governo di focalizzare il sostegno economico sulla mobilità a impatto ambientale nullo, in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del comparto automotive.
Sarà necessario rivolgersi a un concessionario aderente, che provvederà a registrare la pratica attraverso la piattaforma online dedicata, inserendo i dati del cliente, dell'auto da rottamare e del nuovo veicolo da acquistare. Il bonus verrà anticipato dal venditore e poi rimborsato dallo Stato, come avviene anche per l'Ecobonus attualmente in vigore. Bisogna quindi verificare la disponibilità residua delle risorse al momento della richiesta, poiché l'erogazione avverrà secondo l'ordine cronologico di registrazione.