La riforma per l'anno accademico 2025-2026 prevede che gli studenti possano iscriversi al primo semestre senza sostenere alcun test d'ingresso.
L'anno accademico 2025-2026 segnerà un cambiamento nel sistema di accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria in Italia. Dopo anni di dibattiti e controversie sul numero chiuso, il Ministero dell'Università e della Ricerca ha introdotto una nuova modalità di selezione. Ha eliminato il test d'ingresso a favore di un modello basato sul merito accademico.
L'obiettivo della riforma è garantire un maggior numero di laureati nelle professioni sanitarie, rispondendo alla cronica carenza di personale che sta mettendo sotto pressione il Servizio Sanitario Nazionale. Ma non si tratta di un accesso totalmente libero: il nuovo sistema prevede una fase iniziale di studio aperta a tutti, seguita da una graduatoria basata sui risultati ottenuti nei primi esami universitari.
Nonostante le incognite, il nuovo sistema segna una svolta nel mondo universitario italiano. Con la prima attuazione prevista per il settembre 2025, gli studenti che puntano di diventare medici, odontoiatri o veterinari dovranno prepararsi a una selezione diversa da quella del passato, in cui a fare la differenza non sarà un solo test, ma un percorso di studio selettivo sin dal primo semestre. Vediamo meglio:
Durante questi primi mesi di studio, gli iscritti affrontano gli esami fondamentali, tra cui Biologia, Chimica, Fisica Medica e Anatomia. I voti ottenuti determinano la graduatoria nazionale che stabilisce chi può continuare il percorso di studi e chi deve scegliere un'altra strada.
Il numero di posti disponibili per il secondo semestre è ancora limitato, ma l'idea di fondo è permettere a tutti di dimostrare il proprio valore sul campo anziché su un test teorico. Il Ministero ha sottolineato come questa nuova metodologia favorisca gli studenti motivati.
Terminato il primo semestre, gli studenti verranno selezionati sulla base dei voti ottenuti nei loro esami. Soltanto chi si collocherà in posizione utile nella graduatoria nazionale potrà accedere al secondo semestre e continuare il percorso di studi in Medicina, Odontoiatria o Veterinaria.
Per chi non riuscirà a entrare, il sistema prevede comunque percorsi alternativi, senza la perdita dell'anno accademico. I crediti formativi acquisiti possono essere riconosciuti per altre facoltà affini, come Biologia, Biotecnologie, Scienze Infermieristiche o Farmacia, e consentire agli studenti di proseguire gli studi in un settore correlato senza dover ricominciare da zero.
Si tratta di una novità che riduce il rischio di una dispersione scolastica dovuta a tentativi falliti di ingresso a Medicina.
La riforma dell'accesso alle facoltà medico-sanitarie risponde alla mancanza di medici, odontoiatri e veterinari in Italia. Negli ultimi anni, il numero di laureati in questi settori si è dimostrato insufficiente per coprire il fabbisogno del Servizio Sanitario Nazionale. Con questo nuovo sistema, si stima che entro il 2030 il numero di medici formati aumenti del 20-30%.
A livello politico e sociale, la riforma è stata accolta con reazioni contrastanti. Se da un lato c'è un ampio consenso sulla necessità di aumentare il numero di laureati in Medicina e affini, dall'altro alcuni critici ritengono che il rischio di sovraffollamento delle università possa rendere più difficile garantire una formazione di qualità.