L'impennata del mercato immobiliare è il risultato di una combinazione di fattori che stanno influenzando domanda e offerta in tutta Europa.
Il mercato immobiliare europeo è entrato in una fase di crescita con i prezzi delle abitazioni che continuano a salire nonostante il recente calo dei tassi di interesse da parte della BCE. Gli ultimi dati pubblicati dall'istituto di Francoforte confermano che, dopo una lieve flessione registrata tra la fine del 2022 e il 2023, i valori degli immobili hanno ripreso a crescere, trainati da una serie di fattori economici e strutturali.
Secondo il bollettino economico della BCE, il costo delle abitazioni è ormai superiore del 3% rispetto ai livelli pre-pandemia, e gli analisti prevedono ulteriori aumento nel corso del 2025 e 2026. Il fenomeno interessa in maniera trasversale tutta l'Eurozona, con alcune differenze tra i vari paesi: in Germania e Francia la crescita è più contenuta, mentre in Italia e Spagna si registrano rialzi più marcati, specialmente nelle grandi città. Approfondiamo insieme:
Un altro fattore determinante è l'elevata domanda di abitazioni, sostenuta sia dagli acquirenti privati sia dagli investitori istituzionali. Molte famiglie, dopo un periodo di incertezza legato alla crisi economica e ai tassi di interesse elevati, stanno tornando a cercare casa, spinti dalla speranza di ottenere finanziamenti a condizioni più favorevoli nei prossimi mesi. In parallelo i fondi di investimento e le società immobiliari stanno aumentando gli acquisti, vedendo nel mattone una protezione efficace contro l'inflazione e una fonte di rendimenti stabili nel tempo.
Non bisogna poi sottovalutare il ruolo delle politiche monetarie della BCE. Anche se i tassi di interesse abbiano iniziato una graduale discesa, il costo del denaro rimane ancora elevato rispetto ai livelli pre-2022. Questo ha un duplice effetto: da un lato, limita l'accessibilità ai mutui per una parte della popolazione, ma dall'altro favorisce chi dispone di liquidità e può investire senza dover ricorrere al credito bancario. In altre parole, chi ha risorse finanziarie sta approfittando di questa fase di mercato per acquistare, contribuendo così al rialzo dei prezzi.
Gli analisti finanziari e gli esperti del settore immobiliare prevedono che il trend di crescita dei prezzi proseguirà almeno fino al 2027, sebbene con alcune differenze tra i vari segmenti del mercato. In media, si stima che nei prossimi due anni il costo delle abitazioni possa aumentare tra il 3% e il 5% annuo, con picchi superiori nelle aree metropolitane più richieste.
Le case di nuova costruzione e gli immobili di lusso saranno i più interessati dagli aumenti in quanto sono le tipologie di investimento più ambite sia dai privati che dagli investitori istituzionali. Al contrario, gli immobili più datati e con scarsa efficienza energetica registreranno verosimilmente una crescita più contenuta o una lieve riduzione di valore, a causa dei costi necessari per adeguarli agli standard ambientali richiesti dalle nuove normative europee.
Un altro elemento da considerare è il possibile impatto di eventuali nuove misure fiscali sui patrimoni immobiliari. Alcuni governi europei stanno valutando l'introduzione di tasse aggiuntive sugli immobili di lusso e sugli appartamenti sfitti, per cercare di contenere l'aumento dei prezzi e favorire l'accesso alla casa per le fasce di popolazione con redditi più bassi.
Per chi è alla ricerca di una prima casa, la strategia migliore è valutare l'acquisto senza attendere troppo, specialmente se si trova un immobile in una posizione strategica e con caratteristiche adatte alle proprie esigenze. I tassi di interesse sui mutui possono scendere nei prossimi mesi, ma il rischio è che nel frattempo i prezzi delle case aumentino, annullando il beneficio della riduzione del costo del credito.
Diverso è il discorso per gli investitori immobiliari, che possono valutare con attenzione le zone in cui il mercato offre le migliori opportunità di rendimento nel medio-lungo termine. Le grandi città continuano a essere tra le più attrattive, ma esistono anche mercati emergenti in crescita, come alcune città del Sud Italia.