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Cosa fare se l'azienda e il datore di lavoro non applica il contratto nazionale collettivo CCNL di settore

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Ispettori del lavoro

Nel caso in cui un datore di lavoro non rispetti le norme stabilite dal CCNL, esistono diversi percorsi per la risoluzione del conflitto.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro funziona come un accordo formale tra le rappresentanze dei datori di lavoro e i sindacati dei lavoratori, stabilendo norme che operano con l'autorità di legge all'interno delle aziende. Le disposizioni di questo contratto regolano aspetti come salari minimi, ferie, permessi e indennità, e non possono essere ignorate o violate dalle aziende.

Nel caso in cui un datore di lavoro non rispetti le norme stabilite dal CCNL, esistono diversi percorsi per la risoluzione del conflitto. Le azioni possono variare dall'azione legale diretta, alla contestazione sindacale, alla mediazione presso l'Ispettorato del Lavoro. Inoltre, gli ispettori del lavoro hanno un ruolo decisivo in questi contesti. Questi funzionari possiedono l'autorità di far rispettare le norme del CCNL, garantendo l'osservanza delle disposizioni contrattuali. Vediamo tutto:

  • CCNL di settore non applicato, cosa fare
  • Cosa prevede l'intervento degli ispettori del lavoro

CCNL di settore non applicato, cosa fare

Il primo intervento giuridico solitamente avviato è quello dell'avvocato che, rappresentando uno o più lavoratori, invia una diffida all'azienda via Posta elettronica certificata. Questa comunicazione può essere volta semplicemente a richiedere il rispetto delle normative del CCNL che sono state violate o, utilizzando uno strumento legislativo recente, proporre una negoziazione assistita.

Quest'ultima, una procedura facoltativa che non preclude il diritto di azione legale successiva, mira a una risoluzione amichevole del conflitto e richiede la presenza degli avvocati di entrambe le parti. Il verbale dell'accordo raggiunto attraverso questa procedura acquisisce valore di titolo esecutivo, equiparabile a una sentenza definitiva.

La disponibilità di entrambe le parti è essenziale per procedere con la negoziazione assistita. In caso di rifiuto del datore di lavoro di partecipare, l'avvocato può procedere a intentare una causa legale presso il Tribunale, sezione lavoro, attraverso un atto di ricorso, per ottenere la condanna del datore per inadempimento.

Un'altra opzione include il coinvolgimento dei sindacati, che possono facilitare una discussione tra le parti, sebbene questo approccio possa non sempre condurre a una risoluzione. In caso di esito insoddisfacente, il percorso legale rimane necessario. I sindacati offrono supporto legale ma generalmente richiedono l'iscrizione e il pagamento di una quota associativa da parte del lavoratore.

Infine l'Ispettorato Territoriale del Lavoro offre un servizio di mediazione. I lavoratori possono richiedere che l'ente organizzi un incontro conciliativo con l'azienda per tentare di raggiungere un accordo. Questa procedura non è obbligatoria e, in caso di mancato accordo, il ricorso all'autorità giudiziaria rimane una possibilità aperta.

Cosa prevede l'intervento degli ispettori del lavoro

Gli ispettori del lavoro acquisiscono un'autorità normativa nota come "potere dispositivo". Questo potere consente agli ispettori di emettere direttive affinché i datori di lavoro correggano le non conformità identificate durante le ispezioni, anche in assenza di specifiche sanzioni penali o amministrative previste per tali violazioni, inclusi gli aspetti riguardanti il rispetto del contratto collettivo di lavoro.

Durante le verifiche, se gli ispettori del lavoro rilevano mancanze relative alla legislazione del lavoro o al CCNL, possono emettere un ordine di disposizione diretto al datore di lavoro. Questo ordine non necessita dell'avvio di procedimenti sanzionatori formali e deve comprendere:

  • una descrizione dettagliata delle violazioni individuate;
  • istruzioni chiare su come risolvere le non conformità, specificando le azioni richieste e i tempi per l'adempimento;
  • le sanzioni amministrative applicabili in caso di mancato rispetto delle direttive.
I datori di lavoro sono obbligati a conformarsi a tali ordini entro i termini stabiliti. In caso di inadempienza, gli ispettori sono autorizzati a imporre sanzioni amministrative che variano da 500 a 3.000 euro e possono segnalare la situazione all'autorità giudiziaria.