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Cresce la produzione industriale a settembre e su base annua: i settori migliori trainanti e peggiori

di Marcello Tansini pubblicato il
crescita produzione industriale settembr

A settembre la produzione industriale italiana mostra segnali di crescita, trainata da settori come alimentare, farmaceutico ed elettronica, mentre altri comparti risentono ancora di criticitŕ. Analisi dati, prezzi e prospettive.

Settembre 2025 si rivela un mese di ripresa significativa per l’industria italiana, dopo la battuta d’arresto osservata ad agosto. L’analisi dei dati più recenti mostra che la produzione industriale torna a crescere, segnalando segnali di vitalità in diversi comparti. Gli aggiornamenti forniti oggi dall’Istat restituiscono uno scenario articolato, in cui settori produttivi strategici offrono una spinta positiva e alcuni segmenti storici, invece, continuano a risentire delle condizioni di domanda debole. Questa dinamica evidenzia l’importanza di un monitoraggio costante dei principali indicatori per comprendere le traiettorie di crescita e le possibili criticità, nel contesto di un’economia ancora esposta a variabili interne ed esterne.

I numeri di settembre: dati Istat e confronto con agosto

Secondo le stime Istat rese note oggi, la produzione industriale fa registrare un incremento congiunturale del 2,8% rispetto al mese precedente. Dopo la marcata contrazione di agosto, il settore industriale ha dunque recuperato i livelli di attività, sostenuto dall’espansione dei principali aggregati produttivi. In particolare:

  • il comparto dell’energia evidenzia la crescita più marcata (+5,4%)
  • seguono i beni strumentali (+1,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni di consumo (+1,0%)
L’indice destagionalizzato riferito a settembre è superiore dell’1,5% rispetto allo stesso mese del 2024. In termini tendenziali, si osservano progressi estesi a tutte le aree produttive: i beni di consumo segnano +2,3%, i beni intermedi +1,3%, i beni strumentali +0,9% e l’energia +0,6%. Va sottolineato che il mese ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto a settembre 2024 (22 contro 21), elemento che incide marginalmente nella valutazione del dato annuo.

La variazione positiva di settembre compensa la flessione del mese precedente e migliora il bilancio dei primi nove mesi dell’anno, che resta tuttavia lievemente negativo rispetto al 2024. Il dato complessivo trimestrale, infatti, vede una diminuzione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti, confermando le difficoltà incontrate dal settore durante l’estate.

Le performance dei settori trainanti: alimentare, farmaceutico ed elettronica

Il mese analizzato mette in luce il contributo determinante di alcune filiere chiave dell’industria. Tra i settori più dinamici emergono:

  • Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica: con una crescita del 12,3% su base annua, il comparto rafforza la tendenza positiva avviata nei mesi precedenti, beneficiando dell’evoluzione verso la digitalizzazione e l’industria 4.0.
  • Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco: l’incremento del 9,2% denota una resilienza notevole, anche grazie alle esportazioni e alla domanda interna relativamente stabile in questa categoria.
  • Produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici: il settore registra un +3,8%, confermandosi tra le eccellenze nazionali, sostenuto sia dalla spinta innovativa sia dal ruolo strategico nella filiera sanitaria.
L’analisi congiunturale sottolinea come, oltre ai principali trainanti, anche comparti come la metallurgia e la produzione di macchinari abbiano contribuito positivamente al dato generale, pur in misura minore rispetto ai leader di crescita.

I comparti in difficoltà: tessile, legno, chimica e mezzi di trasporto

La ripresa osservata a settembre non interessa in modo omogeneo tutti i comparti. Persistono aree di sofferenza, soprattutto nei settori tradizionali e in quelli maggiormente esposti alle incertezze della domanda globale. Secondo i dati Istat:

  • Le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori registrano il calo più significativo (-4,4%), segnando una contrazione prolungata riconducibile a una domanda interna ed estera ancora debole.
  • Il comparto del legno, carta e stampa si attesta a -4,1%, penalizzato sia dallo scenario competitivo internazionale sia dall’innovazione tecnologica non sempre accessibile per le PMI.
  • La fabbricazione di prodotti chimici mostra una diminuzione del 4%, mentre i mezzi di trasporto restano in terreno negativo con una variazione annua di -2,1%.
Questi risultati riflettono un andamento disomogeneo, in parte attribuibile alle difficoltà strutturali di diversi segmenti del made in Italy, nonché all’andamento altalenante dell’export nei mercati di riferimento internazionali.

Dinamica trimestrale e quadro congiunturale

La ripresa di settembre, seppur robusta sul singolo mese, non riesce a invertire la tendenza negativa del trimestre estivo. Tra luglio e settembre il livello medio della produzione scende dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, confermando una fase di ralentamento strutturale in linea con quanto evidenziato dalle principali istituzioni di studi economici.

Il quadro macroeconomico nazionale si presenta caratterizzato da:

  • una crescita modesta del PIL, sostanzialmente stabile nel terzo trimestre
  • segnali positivi dal mercato del lavoro, con un aumento dell’occupazione femminile e stabilità tra gli autonomi
  • una lieve ripresa delle esportazioni, nonostante un contesto internazionale ancora incerto
Il confronto con le principali economie europee mostra un andamento simile, con Germania e Francia che registrano risultati in linea o di poco inferiori all’Italia, mentre Spagna e Francia mantengono una crescita superiore alla media dell’Eurozona.

Prezzi alla produzione e impatto sulle imprese

A settembre 2025, i prezzi alla produzione dell’industria crescono dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% rispetto a settembre 2024. La dinamica positiva, pur moderata, riguarda soprattutto il mercato interno (+0,2% mensile e +1,5% annuo), mentre sui mercati esteri la crescita risulta più contenuta (+0,4% annuo complessivo).

Le maggiori variazioni settoriali sono visibili tra:

  • Prodotti farmaceutici (+3,0%) sul mercato interno
  • Industrie alimentari, bevande e tabacco (+6,1%), mezzi di trasporto (+4,4%) sul mercato estero area euro
  • Altre industrie manifatturiere (+5,3%) sul mercato extra euro
Al contrario, si osservano riduzioni accentuate per coke e raffinazione petrolifera (-9,5% area euro), industria del legno e carta e prodotti chimici (rispettivamente -2,4% e -2,3% area extra euro). La crescita annua dei prezzi dell’energia elettrica e gas registra un’accelerazione interna (+2,8%).

L’andamento dei prezzi incide direttamente sui margini delle imprese, in particolare nei settori dove la pressione sui costi rimane alta a causa del rincaro delle materie prime e dei costi energetici.

Prospettive e rischi: export, domanda interna e fattori internazionali

Il quadro prospettico resta caratterizzato da opportunità e incertezze. Le aspettative degli operatori per i prossimi mesi indicano prudenza: prevalgono giudizi di stabilità sulle vendite nazionali ed estere, mentre la domanda interna appare ancora stagnante in numerosi comparti manifatturieri.

L’export si conferma pilastro, specialmente verso la Germania, che però presenta ancora margini di recupero limitati. Il settore farmaceutico si distingue tra i pochi in deciso aumento, con impatto positivo sul saldo commerciale complessivo. A pesare sui rischi futuri si annoverano:

  • la volatilità dei prezzi energetici e delle materie prime
  • l’incertezza delle politiche commerciali globali
  • la debolezza dei consumi domestici, legata alla perdita di potere d’acquisto delle famiglie
Alla luce del contesto internazionale, il settore industriale mostra segnali di reattività ma permane la necessità di rafforzare la competitività e di investire in innovazione, tecnologie digitali e aggiornamento delle competenze, per affrontare con successo le sfide dei prossimi mesi.