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Decreto Flussi, la riforma lascia numerosi problemi aperti. Le correzioni richieste al decreto legge per trovare soluzioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono le misure del Decreto Flussi approvato recentemente e le richieste di correzioni presentate per diversi problemi

Quali sono i problemi lasciati aperti dal nuovo Decreto Flussi e le possibili correzioni in discussione? Il Consiglio dei Ministri ha approvato qualche giorno fa il nuovo Decreto Flussi recante ‘Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali’.

Il provvedimento mira a regolarizzare le assunzioni degli stranieri in Italia. Ma sono diversi i problemi ancora da risolvere.

  • Cosa prevede il nuovo Decreto Flussi 
  • Quali sono le correzioni richieste al decreto approvato

Cosa prevede il nuovo Decreto Flussi 

Il nuovo Decreto Flussi interviene su diversi aspetti, tra cui la tutela dei lavoratori stranieri vittime di sfruttamento di caporalato e di tratta e introduce uno speciale permesso di soggiorno per chi denuncia casi di sfruttamento della durata iniziale di 6 mesi, rinnovabile per un ulteriore anno e quindi prorogabile ulteriormente.

Le misure approvate con il nuovo decreto legge garantiscono, dunque, una minore burocrazia, una maggiore stabilità per i lavoratori stranieri, il superamento delle quote per le conversioni dei permessi di soggiorno da stagionale in permessi a tempo determinato o indeterminato, e la certezza di un permesso di soggiorno che possa garantire una regolare presenza nel nostro Paese.

Quali sono le correzioni richieste al decreto approvato

Ci sono, però, dei problemi sottolineati da diverse associazioni di categoria e sindacali relativi proprio alle nuove misure del decreto legge e per cui si chiedono correzioni.

Le modifiche richieste riguardano in particolare:

  • il numero di lavoratori richiesti proporzionato alla capacità economica del datore di lavoro;
  • la possibilità di click day plurimi e settoriali; 
  • la precompilazione delle richieste con ampio anticipo rispetto al passato;
  • l’abolizione della presentazione di istanze di nulla osta al lavoro conto-terzi da parte di soggetti privati; 
Si tratta di modifiche che potrebbero ottimizzare i costi di gestione e garantire maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro.

Inoltre, a prescindere dalla regolarizzazione che con il Decreto Flussi è comunque temporanea, bisognerebbe garantire un percorso di reale inclusione, con il coinvolgimento di istituzioni e parti datoriali, per permettere a stranieri e vittime di sfruttamento di trovare un lavoro regolare così da passare da un sistema meramente assistenziale, ad un reale meccanismo di integrazione sociale e occupazione stabile.

A tali richieste si aggiungono anche cambiamenti di alcune norme per i datori di lavoro. Al momento, per esempio, nel caso di malagestione delle procedure da parte di un datore di lavoro, è prevista una sua esclusione per tre anni dai flussi, ma nessuna reale sanzione. Dovrebbero, invece, essere definite pene più esemplari.

Per tutti questi motivi elencati, sono state chieste correzioni al Ministero dell’Interno e, secondo alcune indiscrezioni, si potrebbero discutere nelle prossime settimane in nuovi confronti.