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I pro e contro degli investimenti a capitale garantito da considerare quando si deve scegliere

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Rendimento, vincoli e costi

un modello che bilancia protezione e potenziale, ma che richiede una comprensione attenta delle clausole contrattuali.

Gli investimenti a capitale garantito sono strumenti finanziari pensati per tutelare l'investitore dal rischio di perdita del capitale inizialmente versato, una caratteristica che li rende attraenti nei momenti di incertezza economica. Il meccanismo di base prevede che una parte del capitale venga destinata a strumenti sicuri, come obbligazioni a basso rischio o titoli di Stato, capaci di restituire almeno la somma investita alla scadenza.

Allo stesso tempo, una quota residuale può essere indirizzata verso asset più volatili, come azioni, fondi indicizzati o derivati, al fine di ottenere un rendimento aggiuntivo. Ma in caso di performance negativa di questi componenti, l'investitore riceverà comunque l'intero capitale iniziale, ma senza alcun guadagno. È un modello che bilancia protezione e potenziale, ma che richiede una comprensione attenta delle clausole contrattuali, delle scadenze e dei limiti alla liquidabilità.

Negli ultimi anni, le banche e le società di gestione del risparmio hanno proposto sempre più versioni strutturate di questi strumenti, con durate variabili e combinazioni diverse di garanzie e bonus. Non tutti i prodotti garantiti sono uguali: alcuni offrono la garanzia solo a scadenza, altri prevedono soglie minime intermedie, e in certi casi la protezione del capitale dipende dalla solidità dell'emittente, rendendo necessario un controllo sulla sua affidabilità. Approfondiamo in questo articolo:

  • I vantaggi più importanti degli investimenti a capitale garantito
  • Gli svantaggi da non trascurare, rendimento, vincoli e costi

I vantaggi più importanti degli investimenti a capitale garantito

Il primo punto di forza degli investimenti a capitale garantito è la tutela del capitale investito. A differenza di altri prodotti finanziari, dove anche l'importo versato inizialmente può essere eroso, con gli investimenti garantiti si ha la certezza di riavere quanto investito, almeno alla scadenza contrattuale. Per molti risparmiatori, soprattutto quelli più cauti o con obiettivi a breve-medio termine, questa è una garanzia psicologica importante che consente di affrontare il mercato senza ansia.

Un altro aspetto è la stabilità dei rendimenti attesi. Pur non offrendo guadagni elevati, questi strumenti presentano una volatilità molto contenuta e permettono una pianificazione più accurata delle entrate future. Il rendimento è legato all'andamento di indici di borsa o di panieri tematici, ma con un tetto massimo e una soglia minima che, nel peggiore dei casi, resta lo zero.

Infine, c'è una certa semplicità nella gestione. L'investitore non deve preoccuparsi di fare scelte operative frequenti o di intervenire sul portafoglio: i prodotti sono preconfezionati e seguono logiche automatiche di protezione e partecipazione. Di conseguenza sono adatti a chi non possiede competenze finanziarie avanzate, ma vuole comunque far fruttare il proprio capitale senza metterlo a rischio.

Gli svantaggi da non trascurare, rendimento, vincoli e costi

Se è vero che questi investimenti offrono protezione, è altrettanto vero che impongono dei compromessi. Il primo riguarda i rendimenti potenziali, che sono inferiori rispetto ad altri strumenti con profili di rischio anche solo moderati. In un contesto di inflazione elevata, significa che il potere d'acquisto del capitale garantito può diminuire nel tempo.

Un altro limite riguarda la scarsa flessibilità in termini di uscita anticipata. Molti di questi prodotti richiedono il rispetto di una scadenza predeterminata (ad esempio 3, 5 o 7 anni) per ottenere la garanzia. In caso di disinvestimento prima del termine, l'investitore subisce penalità o ricevere una somma inferiore rispetto a quanto inizialmente versato. La garanzia è quindi subordinata al rispetto delle tempistiche contrattuali e non è sempre totale come si potrebbe pensare.

Un altro elemento da valutare sono i costi impliciti. Spese di collocamento, commissioni di gestione e caricamenti possono ridurre il rendimento effettivo, soprattutto in un contesto di bassi guadagni. Non tutti i prospetti informativi sono chiari su questo punto ed è fondamentale che il risparmiatore richieda al proprio intermediario un'indicazione trasparente dei costi totali (indicatore sintetico di costo) prima di sottoscrivere qualsiasi prodotto.

Infine esiste il rischio legato all'affidabilità dell'emittente. In molti casi, la garanzia del capitale è fornita da una banca o da una compagnia assicurativa, ma non sempre c'è un intervento statale in caso di default.