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Manovra 2026 e prime audizioni: le richieste di modifiche su pensioni, statali, professionisti, affitti brevi

di Marcello Tansini pubblicato il
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La Manovra 2026 è al centro del dibattito politico ed economico: emergono subito dalle prime audizioni richieste di modifica da partiti, professionisti, sindacati e categorie, con focus su pensioni, fisco, grande opere e ambiente.

Con l’avvio delle audizioni in Senato per la sessione di Bilancio 2026, sono emerse già durante la prima giornata numerose richieste di revisione che riguardano questioni chiave come fisco, previdenza, mercato immobiliare e ambiente. Dai professionisti ai sindacati, fino alle rappresentanze del terzo settore e delle imprese, si è assistito a una partecipazione ampia e articolata. Le istanze illustrate hanno fotografato un quadro eterogeneo di esigenze e critiche, tutte mirate a ottenere maggiore equità, semplificazione amministrativa e redistribuzione delle risorse. L’attenzione è focalizzata in particolare su tassazione dei dividendi, blocco dei pagamenti verso i professionisti, regime degli affitti brevi, incremento dell’età pensionabile e potenziamento della spesa pubblica in sanità e istruzione.

Il quadro politico e la posizione delle principali forze parlamentari

Le audizioni hanno evidenziato un clima politico animato da confronti tra i partiti di maggioranza e opposizione. Il centrodestra si è mostrato intenzionato a difendere l’impianto generale del disegno di legge ma ha manifestato apertura a piccoli correttivi, soprattutto sulle misure più contestate (ad esempio la disciplina sui dividendi e gli affitti turistici). Forza Italia e Lega hanno indicato tra le priorità l’innalzamento selettivo delle aliquote sul patrimonio e maggiori fondi per sicurezza e infrastrutture, mentre Fratelli d’Italia ha annunciato possibili aggiustamenti sulle agevolazioni fiscali in campo edilizio. Le opposizioni, invece, chiedono uno scostamento di bilancio più significativo e interventi su salari, occupazione, lotta alla povertà e sanità. Particolare attenzione è stata rivolta all’utilizzo delle risorse europee e alla chiarezza sulle coperture, specie per i meccanismi del Fondo sociale per il clima collegato al Piano Casa. Non sono mancati riferimenti al confronto con Bruxelles riguardo il rispetto dei vincoli europei di bilancio. Il dibattito parlamentare sembra dunque destinato a proseguire in un contesto di forte negoziazione, soprattutto sulla distribuzione delle risorse e sulle tutele sociali.

Le richieste di modifica presentate dalle categorie professionali e associazioni di settore

Durante le audizioni del 3 novembre, i rappresentanti di professionisti, imprese, sindacati e associazioni settoriali si sono espressi con puntualità sulle criticità percepite nel testo della manovra.

  • Professionisti e consulenti hanno chiesto la revisione del nuovo regime di blocco dei pagamenti e della tassazione dei dividendi.
  • Sindacati – in particolare dei comparti pubblici come scuola e sanità – hanno richiesto la tutela dei lavoratori usurati, maggiore chiarezza sulle assunzioni e investimenti strutturali.
  • Settore immobiliare e rappresentanze dei mediatori hanno suggerito modifiche alla nuova aliquota degli affitti brevi, ritenuta poco efficace per ampliare l’offerta di locazioni a lungo termine.
  • Banche, assicurazioni e imprese hanno rimarcato l’impatto del prelievo aggiuntivo e chiesto incentivi fiscali più consistenti e flessibili.
L’ampiezza delle richieste segnala la necessità di un bilanciamento tra sostenibilità delle finanze pubbliche, esigenze di crescita e tutela delle categorie più esposte.

Professionisti contro il blocco dei pagamenti e revisione del regime dei dividendi

Le associazioni dei professionisti hanno espresso una posizione fortemente contraria all’introduzione del vincolo di regolarità fiscale e contributiva quale condizione necessaria al pagamento dei compensi da parte delle Pubbliche amministrazioni. Commercialisti, consulenti del lavoro e Confprofessioni segnalano che la misura rischia di produrre effetti distorcenti e un aggravio burocratico, poiché, anche in presenza di minime irregolarità, il pagamento verrebbe bloccato senza soglie di tolleranza. Ulteriore criticità sottolineata è la discriminazione rispetto ad altri creditori pubblici e la richiesta di documentazione già in possesso della Pubblica amministrazione. Con proposte di modifica si chiede almeno di stabilire una soglia minima e di ridurre l’ambito di applicazione. Parallelamente, è stata criticata la nuova disciplina sulla tassazione integrale dei dividendi sotto la soglia del 10% di partecipazione. I professionisti reputano la norma penalizzante, segnalando il rischio di doppia imposizione e la necessità di escludere dalla tassazione le partecipazioni quotate sui mercati regolamentati per non scoraggiare investimenti. Sono stati proposti emendamenti anche su limiti alla compensazione dei crediti d’imposta e sulla rilevanza dei contributi Covid-19 per le perdite fiscali.

Sindacati e settore pubblico: questioni su pensioni, istruzione e sanità

Le principali sigle sindacali hanno posto l’accento su questioni sociali come pensionamenti, precarietà, formazione e finanziamento dei servizi pubblici. In ambito previdenziale, sono state chieste correzioni al meccanismo che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a partire dal 2027 per molti comparti, compresi scuola e forze dell’ordine. Anief, in particolare, ha presentato numerosi emendamenti per il riconoscimento del burnout fra gli insegnanti e la possibilità di anticipo pensionistico, proponendo anche il riscatto agevolato degli anni di laurea.

Nel comparto sanitario, la Federazione nazionale degli ordini infermieristici ha richiesto la destinazione certa dei fondi per le assunzioni, oltre a una distribuzione omogenea delle risorse e un piano nazionale per la formazione e lo sviluppo della carriera infermieristica. Gimbe, fondazione attiva nel monitoraggio della spesa sanitaria, ha invece rilanciato la richiesta di rifinanziamento strutturale del Fondo sanitario, indicando come la copertura attuale nasconda una progressiva riduzione della quota di Pil destinata al sistema pubblico e una crescita delle disuguaglianze di accesso.

Il settore immobiliare e il dibattito sugli affitti brevi

Rappresentanti delle associazioni del comparto casa e dei mediatori hanno individuato come punto critico il rafforzamento della tassazione sugli affitti brevi. Secondo la FIMAA e altri enti, l’aumento dell’aliquota sulla cedolare secca risulta poco efficace nel promuovere le locazioni tradizionali e rischia di colpire un segmento che rappresenta meno del 2% del patrimonio residenziale nazionale. È stata sottolineata la necessità di maggior flessibilità contrattuale e una riduzione delle rigidità fiscali che penalizzano immobili inutilizzati piuttosto che le locazioni brevi, insieme a misure di tutela contro la morosità e strumenti per incentivare investimenti nel settore.

Il Forum delle famiglie e diverse organizzazioni del terzo settore hanno inoltre proposto nuovi sussidi per il costo dei libri scolastici e il rafforzamento degli aiuti a famiglie in difficoltà abitativa, anche attraverso l’utilizzo di risorse europee.

Banche, assicurazioni e imprese: contributi e agevolazioni fiscali

L’audizione dei rappresentanti del settore bancario è stata caratterizzata da cautela rispetto all’introduzione di nuovi contributi e al differimento della deducibilità fiscale, misure che la categoria considera impattanti per la liquidità e i margini, soprattutto per le banche di dimensioni medie e piccole. Il settore assicurativo e le grandi imprese hanno focalizzato la discussione sulla necessità di preservare la stabilità patrimoniale e di migliorare l’accesso alle agevolazioni fiscali, proponendo un’estensione degli incentivi agli investimenti e alle filiere colpite dai dazi.

Abi ha sottolineato che l’aumento del carico fiscale porterà a un notevole esborso per il comparto e ha chiesto di prendere a riferimento il modello di contribuzione adottato nell’anno precedente, più flessibile rispetto alla liquidità. Parallelamente, Confindustria ha ribadito la necessità di interventi di sostegno per favorire la crescita e la competitività delle imprese.

Proposte su ambiente, transizione ecologica e grandi opere pubbliche

Le organizzazioni ambientaliste, come WWF e Legambiente, hanno espresso preoccupazione per la quota mínima delle risorse destinate a tutela ambientale ed efficientamento energetico nella legge di Bilancio. Durante le audizioni è stata rilevata la necessità di incrementare i fondi per l’adattamento climatico, la rinaturazione, e la transizione verso fonti rinnovabili. Tra le proposte avanzate:

  • Creazione di un fondo nazionale per il ripristino della natura e per la tutela della biodiversità, in linea con le direttive europee.
  • Stanziamento di risorse per il phase-out dai combustibili fossili e per un piano di efficienza energetica.
  • Aumento delle detrazioni per la riqualificazione degli edifici e per l’acquisto di prodotti sostenibili.
  • Impiego del Fondo sociale per il clima in favore delle famiglie più vulnerabili, con attenzione al rischio di utilizzo improprio per spese correnti.
Viene inoltre chiesta una revisione sulla destinazione dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, avanzando la proposta di indirizzare parte delle risorse verso progetti ambientali e di messa in sicurezza territoriale. Si registra infine tra le imprese agricole la richiesta di un sostegno alla riconversione agroecologica e di incentivi alla fiscalità verde.

Le prossime tappe dell’iter parlamentare e possibili scenari di modifica

La sessione di audizioni proseguirà nei prossimi giorni, culminando con l’intervento del ministro dell’Economia di fronte alle Commissioni Bilancio riunite. Successivamente, il termine per la presentazione degli emendamenti segnerà l’avvio della fase più operativa del percorso legislativo, che prevede un calendario serrato e pochi margini per cambiamenti radicali. Il testo della manovra dovrà quindi essere approvato dal Senato e passare alla Camera entro la fine dell’anno, con l’impianto finanziario che dovrebbe restare invariato salvo piccoli aggiustamenti su dividendi, affitti e contributi previdenziali. Permane uno scenario di forte dinamismo parlamentare, con la possibilità che molte richieste delle categorie trovino accoglimento solo parziale. Resta centrale il nodo delle coperture, tema che influenzerà sia la selezione delle proposte ammesse che la loro concreta attuazione nel disegno di legge definitivo.