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Quali sono i diritti e doveri dei lavoratori che fanno il Ramadan?

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Doveri dei datori di lavoro

Il diritto alla tutela della salute e il diritto alla libert di culto sono due diritti fondamentali garantiti durante il Ramadam.

Il Ramadan, noto come il mese sacro degli islamici, si basa sul nono mese del calendario lunare musulmano. È un periodo dedicato alla pratica del digiuno, alla preghiera, alla meditazione e all'autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti gli adulti musulmani sani e praticanti, i quali sono tenuti a astenersi dal cibo, dalle bevande, dal fumo e dalle attività sessuali dalle prime luci dell'alba fino al tramonto.

Sono esentati dal digiuno i minori, gli anziani, i malati, le donne in gravidanza o che allattano. Anche le donne durante il ciclo mestruale e coloro che sono in viaggio sono temporaneamente esentati dal digiuno. Al tramonto, il digiuno viene interrotto con l'ingestione di un dattero o un bicchiere d'acqua, seguito poi da un pasto serale.

  • Ramadan, diritti e doveri dei lavoratori
  • Le misure da adottare e i doveri dei datori di lavoro

Ramadan, diritti e doveri dei lavoratori

Il diritto alla tutela della salute e il diritto alla libertà di culto sono due diritti fondamentali garantiti sia dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che dalla Costituzione della Repubblica Italiana a tutti gli individui.

Il Corano stabilisce che durante il mese di Ramadan i musulmani debbano digiunare dall'alba al tramonto. Durante questo periodo, i lavoratori musulmani possono essere esposti a rischi legati al digiuno e allo stile di vita che comporta, come la disidratazione e la perdita di coscienza.

Il lavoratore ha il diritto che vengano valutati tutti i rischi sul luogo di lavoro, compresi quelli derivanti dalle differenze di genere, età e provenienza da altri paesi:

  • verificare quanti dei propri lavoratori seguono il Ramadan;
  • segnalare al Medico Competente i lavoratori interessati per prevenire eventuali effetti avversi, soprattutto nei soggetti più sensibili al digiuno;
  • predisporre un piano di lavoro che tenga conto del digiuno dei lavoratori, garantendo una distribuzione equa dei carichi di lavoro;
  • favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa;
  • implementare un piano di monitoraggio della sicurezza durante il Ramadan con coinvolgimento dei lavoratori interessati;
  • predisporre misure di supporto specifiche in caso di malore dei lavoratori durante il digiuno;
  • garantire momenti di informazione e formazione sul rapporto tra lavoro e digiuno, coinvolgendo mediatori culturali se necessario per superare eventuali barriere linguistiche o culturali;
  • segnalare e registrare eventuali situazioni di malore tra i lavoratori musulmani durante il Ramadan, comunicandole al Medico Competente.

Le misure da adottare e i doveri del datore di lavoro

L'imprenditore ha l'obbligo di adottare, nell'ambito dell'esercizio dell'impresa, misure atte a tutelare l'integrità fisica e morale dei lavoratori, in base alle specificità del lavoro, all'esperienza e alla tecnica disponibile. Questo include sia le misure esplicitamente previste dalla legge sia quelle necessarie in concreto per salvaguardare la salute dei lavoratori.

Nell'ottica della promozione della salute e della sicurezza sul lavoro, ci sono le indicazioni dettagliate e pratiche per affrontare in modo adeguato questo periodo peculiare della vita lavorativa dei praticanti musulmani.

Essi devono osservare gli obblighi normativi che riguardano sia il datore di lavoro che i lavoratori stessi, oltre a adottare misure preventive per evitare danni causati dall'eccessivo calore o dall'attività fisica intensa. Il materiale informativo si concentra sulle misure specifiche da adottare durante questo periodo, come garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro, l'utilizzo di dispositivi di protezione adeguati e l'organizzazione delle pause lavorative durante la giornata.

Tra i potenziali rischi, vi sono la disidratazione e l'ipoglicemia. Durante il Ramadan, i fedeli musulmani devono osservare l'obbligo del digiuno per trenta giorni, dedicandosi anche alla preghiera e alle opere di carità. La disidratazione, l'ipoglicemia e la perdita di coscienza sono solo alcuni dei pericoli ai quali possono essere esposti.

I datori di lavoro devono considerare lo sforzo fisico richiesto dalle mansioni e le temperature elevate che possono comportare ulteriori rischi per la salute dei praticanti. A tal fine, è raccomandata la pratica di ridurre gli sforzi fisici durante le ore più calde come buona prassi per la prevenzione dei rischi lavorativi.

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