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Come funziona la nuova rateizzazione cartelle fiscali dal 2025? Procedura domanda, requisiti, numero rate, importi, limiti

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Rateizzazione cartelle fiscali dal 2025

Dal primo gennaio 2025 le cartelle esattoriali emesse saranno soggette a una nuova modalit di pagamento a rate.

Il nuovo tassello della riforma fiscale è la rateizzazione delle cartelle fiscali dal 2025. Il decreto legislativo riorganizza integralmente il sistema di riscossione delle cartelle esattoriali. All'interno delle casse fiscali, sono registrati 1.206 miliardi di euro in tasse arretrate non ancora incassate dallo Stato. Questo carico è un ostacolo per la capacità di riscossione dell'Agenzia delle entrate in quanto molti debitori sono deceduti, falliti o privi di beni.

Il provvedimento si propone di sgravare il fisco da questi crediti ormai quasi irrecuperabili. E allo stesso tempo punta ad accelerare il processo di riscossione, semplificando il pagamento degli arretrati da parte dei contribuenti nei confronti dell'Agenzia delle entrate. Ma vediamo meglio:

  • Rateizzazione cartelle fiscali dal 2025, come funziona
  • I nodi da sciogliere

Rateizzazione cartelle fiscali dal 2025, come funziona

Dal primo gennaio 2025 le cartelle esattoriali emesse saranno soggette a una nuova modalità di pagamento a rate, consentendo un'estensione fino a 10 anni, equivalenti a 120 mesi, in aggiunta alla dilazione ordinaria di 72 mesi (6 anni). La rateizzazione è prorogabile una sola volta, per un periodo equivalente (ulteriori 120 rate). Si considera se il debito nei confronti dello Stato supera o meno i 120.000 euro.

Secondo le nuove decisioni, coloro che presentano un debito inferiore a questa soglia e ricevono una cartella nel 2025 o 2026 possono ottenere una rateizzazione di 84 rate, corrispondenti a sette anni. Se la richiesta è effettuata nel 2027 o 2028, la rateizzazione massima aumenta a 96 rate, pari a otto anni. Dal 2029, è possibile raggiungere un massimo di 108 rate, corrispondenti a nove anni. Per ottenere questa dilazione, è sufficiente dichiarare temporanea difficoltà economica.

Nel caso di debiti superiori a 120.000 euro bisogna documentare la difficoltà di pagamento. Si terrà conto dell'Isee per le persone fisiche, mentre per le imprese verrà valutato l'indice di liquidità, il rapporto tra il debito oggetto di rateizzazione e quello eventualmente già in corso di rateazione, e il valore della produzione. In questo contesto, la dilazione può estendersi fino a 10 anni, corrispondenti a 120 rate mensili.

Anche coloro con debiti inferiori a 120.000 euro, che dimostrano la propria situazione di difficoltà attraverso l'Isee anziché una semplice dichiarazione, beneficeranno di condizioni più favorevoli, consentendo loro di estendere la rateizzazione fino a 10 anni.

In un'ottica di semplificazione, si apre la possibilità di mini compensazioni tra le cartelle con il fisco e i rimborsi di imposta, limitando tuttavia l'importo compensabile a un massimo di 500 euro.

I nodi da sciogliere

Il secondo aspetto della riforma riguarda l'arretrato delle cartelle esattoriali, comprendente i 1.206 miliardi di euro in tasse e sanzioni che l'Agenzia delle entrate non è ancora riuscita a riscuotere completamente. Di questa somma, solo 100 miliardi sono considerati ancora recuperabili, mentre il resto è associato a soggetti falliti, deceduti o senza beni.

Il decreto prevede la formazione di una commissione composta da un presidente di sezione della Corte dei Conti, eventualmente anche in pensione, e da un rappresentante del Dipartimento delle Finanze e del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Questa commissione avrà il compito di proporre soluzioni per il discarico parziale o totale dell'arretrato delle cartelle, da implementare attraverso successivi provvedimenti legislativi. Le vecchie cartelle dovranno essere riscosse parzialmente o cancellate.

Il termine entro cui queste azioni dovranno essere completate è fissato entro la fine del 2025 per le cartelle più datate, emesse tra il 2000 e il 2010, che ammontano a 335 miliardi di euro, di cui solamente 14 miliardi sono considerati ancora recuperabili. Entro il 2027, le cartelle datate tra il 2011 e il 2017, per un totale di circa 325 miliardi di euro, dovranno essere scaricate, di cui solo 19 miliardi considerati ancora riscuotibili.

Infine, entro il 2031, tutte le cartelle datate fino al 2024 dovranno essere eliminate. Le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno restituite agli enti che le hanno emesse che potranno procedere all'azione di recupero o affidare questa attività a società private di riscossione tramite gara. In alternativa, gli enti potranno richiedere un ulteriore tentativo di recupero all'Agenzia delle entrate. L'obiettivo è evitare l'accumulo di miliardi di euro in cartelle esattoriali non riscosse.

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