La nozione di fringe benefit si riferisce a ogni forma di compenso aggiuntivo, ovvero beni e servizi che si sommano alla normale retribuzione monetaria. Tali benefici sono erogati dal datore di lavoro e sono regolati da disposizioni precise sia in ambito fiscale sia a livello contributivo. La finalità principale di questi incentivi è accrescere la motivazione, la lealtà e il benessere dei lavoratori, offrendo loro una retribuzione integrata e maggiori tutele.
Fra i compensi accessori più richiesti e utilizzati si trovano le polizze assicurative, che possono essere riconosciute ai dipendenti come strumenti di protezione rispetto ai rischi professionali o extra-lavorativi. Queste coperture assicurative ricomprendono diverse tipologie:
- Polizze per infortuni professionali ed extra-professionali
- Coperture per malattie, anche gravi patologie o pandemie
- Assicurazioni sanitarie integrative
- Polizze vita e responsabilità civile
Non tutte le tipologie di polizza fornite rientrano nella categoria dei
fringe benefit esenti da tassazione: la disciplina fiscale si distingue attentamente in base all’interesse tutelato (del datore o del lavoratore) e alla finalità della polizza.
Trattamento fiscale e normativo delle polizze nei fringe benefit nel 2025
Nel 2025, a seguito della Legge di Bilancio 207/2024, il regime di esenzione fiscale per i fringe benefit è stato ridefinito e stabilizzato fino al 2027:
- 1.000 euro annui per i lavoratori senza figli a carico
- 2.000 euro annui per i dipendenti con figli fiscalmente a carico
- 5.000 euro annui per neoassunti a tempo indeterminato che trasferiscano la residenza di oltre 100 km per lavoro (tale agevolazione vale per i primi due anni dall’assunzione, soggetta a un reddito individuale non superiore a 35.000 euro nell’anno precedente e per spese di affitto o manutenzione dell’immobile locato nel comune di lavoro)
Le soglie rappresentano l’importo massimo cumulativo esente per tutti i beni e servizi erogati come fringe benefit,
inclusi i premi assicurativi sopra elencati. Se il valore complessivo supera il tetto,
l’intera somma diventa imponibile sia fiscalmente che sul piano contributivo.
Rilevano dunque ai fini fiscali e previdenziali esclusivamente le polizze e gli altri benefits che sono effettivamente concessi a titolo personale al dipendente – secondo logiche di selettività o generalità, ma sempre per incrementare il reddito individuale non monetario.
Quali tipologie di polizza rientrano nelle soglie di esenzione
Le principali tipologie di polizza assicurativa che possono essere incluse tra i fringe benefit nel 2025 sono:
- Polizze per infortuni extra-professionali e polizze sulla vita: rientrano pienamente tra i fringe benefit e vanno computate ai fini della soglia esente. Se la somma dei premi erogati superasse le soglie attualmente vigenti (1.000, 2.000 o 5.000 euro), l’intero importo riconosciuto al dipendente costituirà reddito imponibile.
- Polizze per responsabilità civile: secondo la normativa, se la polizza tutela esclusivamente la posizione del datore di lavoro o interessa la responsabilità degli amministratori, non si configura fringe benefit. La copertura assicurativa risponde infatti a esigenze organizzative aziendali e resta estranea alla retribuzione in natura del lavoratore.
- Polizze sanitarie integrative: vengono considerate fringe benefit solo se rappresentano un vantaggio personale diretto del lavoratore (copertura sanitaria e rimborso spese per sé e familiari). Se stipulate in forma collettiva ma a beneficio di ciascun iscritto, sono soggette alla normativa sulle soglie di esenzione.
- Polizze per inabilità o rischio di non autosufficienza: i contributi destinati a tutelare il rischio di perdita di autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana sono esclusi dalla formazione del reddito da lavoro e sono sempre totalmente esenti, senza limiti.
Al fine di verificare il trattamento, bisogna sempre valutare se la polizza assicura un vantaggio personale diretto o tutela un interesse specificamente aziendale.
Casi pratici e applicazioni in busta paga
Un lavoratore che riceve una polizza infortuni extra-professionali di valore annuo inferiore a 1.000 euro (o 2.000 euro se con figli a carico) non avrà alcun impatto fiscale o previdenziale aggiuntivo: il benefit sarà totalmente esente. Se il premio supera tale soglia, la parte eccedente verrà assoggettata per intero a tassazione ordinaria e prelievi contributivi.
Gli stessi criteri valgono per altre coperture, come le assicurazioni sanitarie individuali, le polizze vita e i rimborsi diretti al lavoratore.
Natura e modalità di erogazione delle polizze nei fringe benefit
Perché la polizza sia inquadrabile correttamente tra i fringe benefit, deve essere effettivamente concessa dal datore di lavoro nell’interesse del dipendente. Questo significa che:
- l’adesione alla copertura non deve essere volontaria, ma riconosciuta come parte del piano di welfare aziendale o della politica interna
- la concessione può avvenire su base selettiva o generalizzata, anche in deroga a regole di omogeneità previste per altri benefits
- il beneficio può essere esteso anche a familiari fiscalmente a carico nei casi stabiliti dalla normativa
Dal punto di vista pratico, la valorizzazione in busta paga deve essere chiara, con indicazione del valore convenzionale del premio e specifica del tipo di polizza. La trasparenza nella gestione documentale è raccomandata, anche per facilitare i controlli in caso di fringe benefit collegati a figli a carico: il datore di lavoro deve sempre acquisire una dichiarazione scritta e conservare il codice fiscale dei figli per beneficiare della soglia maggiorata.
Ulteriori benefici e rimborsi compresi nelle soglie fringe benefit 2025
Oltre alle polizze assicurative, fra i beni e servizi che possono essere inclusi nei fringe benefit secondo la legge di bilancio 2025 vi sono:
- Buoni pasto e buoni carburante
- Voucher spesa, gift card, dispositivi elettronici aziendali
- Rimborsi delle utenze domestiche (acqua, energia elettrica, gas naturale)
- Spese per l’affitto della prima casa e interessi sul mutuo
Tale impostazione è stata confermata dalle recenti circolari dell’Agenzia delle Entrate e recepisce sia la tendenza all’aumento della soglia fiscale, sia l’esigenza di ampliare la gamma dei benefits accessibili ai lavoratori. È sempre fondamentale che le
spese e i rimborsi risultino intestati direttamente al dipendente, con documentazione a supporto.